Dei genitori d'oggi

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AVVISO: Questo è un post ricchissimo di luoghi comuni e generalizzazioni, Dolcezze lo sa bene, ma, a parte lo schiaffeggiatore, per ora vede e sente solo cose che le fanno tremare le vene e i polsi, e tutto ciò le mette un po’ paura su quello che sarà il futuro.

Ogni genitore ama il proprio figlio (a meno di gravi problemi psicologici) e compito di ogni genitore è curare, nutrire e proteggere la propria prole, ma anche EDUCARLA. Non considereremmo sano di mente un genitore che continuasse a mettere il pannolino ai suoi figli o a cullarli per farli addormentare o ad imboccarli quando già la prima lanugine ricopre le loro rosee gote e la voce assume un tono grave, e questo perché sappiamo bene che il compito di un genitore è quello di “lanciare” verso il futuro il proprio erede.  Questo lo sappiamo tutti, e infatti, in genere, gli esempi suddetti non sono reali. Eppure per la scuola tutto questo non vale: il genitore non solo sta seduto al fianco del fanciullo o accorre a chiamata mentre fa i compiti ma, SOPRATTUTTO, lo giustifica sempre: lo giustifica se non ha finito i compiti, se un’interrogazione è andata male, se nel compito ha avuto un’insufficienza: la colpa è sempre degli altri.
Anni fa Dolcezze aveva in classe un ragazzo brillante, di intelligenza vivace …e molto pieno di sé: quando ha conosciuto i genitori, ha capito perché. Al primo colloquio i due, dopo aver incensato i meriti del rampollo (sui quali, a dire il vero, anche Dolcezze concordava) iniziarono uno strano discorso sul fatto che non era possibile che ANCHE ALTRI ALUNNI AVESSERO LA SUA STESSA VALUTAZIONE, visto che, ovviamente, il genio della lampada era solo il loro figlio. Immediatamente rintuzzati da Dolcezze, non si presentarono più, ma urbi et orbi continuarono a lamentare le ingiustizie subite.
Quest’anno, come già raccontato, Dolcezze ha dato da leggere il Gattopardo: ai colloqui si presenta una madre che, con molto garbo, fa cadere il discorso sui compiti eccessivi e le letture OLTREMODO IMPEGNATIVE imposte alla povera figlia che, per ultimare la consegna, aveva dovuto sacrificare l’uscita del sabato e della domenica “Non possiamo certo pretendere che i ragazzi studino e basta! Hanno la loro vita!”
Il compito di matematica va male e da Dolcezze coordinatrice si presentano i rappresentanti dei genitori: “Non è possibile che tutta la classe sia andata male: c’è qualcosa che non va nel metodo della prof (fino all’anno scorso incensata come bravissima, disponibilissima, efficientissima…)” “Proprio tutta la classe è andata male?” “Beh, sì…””Chi ha avuto la sufficienza?” “Ehm, certo alcuni…” ”Alcuni quanti?” E a qual punto i genitori confessano che solo cinque ragazzi (fra cui i loro figli) erano risultati insufficienti. “Ma forse, allora, il problema non è la prof. Forse non erano sufficientemente preparati…" ”Mio figlio studia tanto, studia sempre,; è lei che lo ha preso in antipatia! Studia, eppure i risultati sono sempre quelli!” “Ma si esercita a casa?” ”Non vorrà pretendere che faccia solo matematica! Lui si allena tutti i giorni…lo sport è importantissimo, non trova?”
E si potrebbe continuare per ore. Ciò che turba Dolcezze non è il senso di protezione, giusto e sacrosanto, ma la difesa AD OLTRANZA. 
E non può dimenticare il Genitore che, ad una sua lamentela sul suo prof terribile e sadico (e, anche ora che è dall'altra parte, Dolcezze conferma il suo giudizio) aveva concluso: "Voi siete gli alunni e lui il professore. Rispettatelo e basta". 
Forse lui esagerava in senso contrario, ma mettersi in discussione, (dall'una e dall'altra parte, per carità)  forse non sarebbe male.


Commenti

  1. Certo che non sarebbe male.
    Credimi, quello che descrivi è esattamente ciò che capita già dalla scuola dell’infanzia. Genitori che non credono alle monellerie del loro figlioletto, ai pugni, i calci, i morsi che dà, alla spavalderia, alla prepotenza e tracotanza. La colpa è sempre degli altri, che lo “provocano”.
    Un caso su tutti. I genitori pranzavano e cenavano uno alla volta perché il figlio, allora treenne, voleva così.
    sinforosa

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    1. Concordi con me, dunque, che stiamo prendendo una china pericolosa! Io dicevo sempre alla mia amica che, qualora non fossi stata obiettiva coi miei figli, avrebbe dovuto abbattermi. Ad oggi sono ancora viva...

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  2. Proprio ieri sera ho minacciato mia figlia (6 anni, prima elementare), di non permetterle più di fare sport se non riesce a fare tutti i compiti prima di andare in palestra. Mi hanno sempre insegnato che viene prima il dovere e poi tutto il resto. Invece vedo intorno a me mamme che difendono l'indifendibile e giustificano le mancanze dei figli. Sarò troppo dura io?

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    1. No, siamo in tanti ad essere "duri", o meglio solo un po' più severi. E' che gli altri sono di più, purtroppo

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  3. Hai descritto il genitore che io NON VOGLIO essere, che mi auguro di non diventare MAI. Educare i figli al lavoro, al rispetto, al sacrificio, è un impegno DURO, durissimo! Specie al giorno d'oggi. Non credevo lo fosse tanto quando me lo dicevano. Adesso arrivo a fine giornata che sono quasi sfinita, ma sulla scuola non transigo.
    Il pargolo, come già ti dissi, ha iniziato la prima elementare. Credo abbia avuto la fortuna di trovare una brava maestra di italiano, nonostante sia già stata etichettata come severissima, fredda, per nulla propensa a comprendere che ha a che fare con bimbi di 6 anni che "non possono sostenere TUTTI (?) quei compiti di pomeriggio". Ebbene, a me piace. Anzi, quando mi ha chiamato e mi ha detto che forse era il caso che il pargolo facesse un pò più d'esercizio con le letterine al pomeriggio, io le sono stata grata ed ho seguito il consiglio. E quando il pargolo si è lamentato ed ha incominciato a pestare i piedi, via tutti i tablet e le ps varie: se prima non impari a leggere mica puoi giocare, come fai a capire le istruzioni, peggio per te.

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    1. Dici ciò che è ovvio: prima delle "competenze" occorrono le conoscenze. Eppure stiamo avallando il "cercare di ottenbere il massimo risultato col minimo sforzo". Ma noi no, vero?

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  4. Ultimamente ho notato che la difesa ad oltranza viene applicata ovunque, non solo a scuola: pare che i propri figli non abbiano mai colpa...

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  5. Ribadisco ancora una volta: i genitori sono la rovina della scuola! Punto!
    Ricordo ancora in prima elementare un'udienza, in cui il maestro con aria terrorizzata mi ha detto che aveva proprio dovuto richiamare il pargolo, che nell'uscita da scuola aveva fatto confusione. Beh, ha fatto bene, ho detto. Che avrebbe dovuto fare? 😂 😂 😂 Lui mi ha guardato quasi fossi una specie di alieno appena arrivato dallo spazio. Esempio sciocco, ma indicativo.
    Ed è solo un esempio, ne potrei fare altri.
    Come ho già scritto in altri commenti, non ho mai avuto problemi in cinque anni di scuola e sai perché? Perché ho sempre condiviso gli obiettivi degli insegnanti e non mi sono mai sognata di intromettermi nella vita scolastica. E a scuola ci sono anche andata tanto, perché avendo disponibilità di tempo ho avuto modo di partecipare a laboratori che erano stati aperti ai genitori. Ma, insomma, ad ognuno il suo lavoro!

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