Di domeniche antiche
La domenica mattina la cucina era tutta in fermento. La Nonna devota rientrava presto dalla prima messa e la stanza era off limits. All'uscita dalla messa era passata dal macellaio a prendere la carne. Fresca, non del giorno prima, ma tagliata al momento. Lui era un gigante dalle mani grosse, con le quali impugnava un batticarne piatto, con cui stendeva le braciole. Su un grande ceppo di legno con quattro gambe, tondo, deformato in superficie dall'uso, tagliava prima dei tocchetti di carne tenerissima, poi inumidiva il batticarne e cominciava a stendere la carne che, come per magia, diventava una foglia sottile sotto i suoi colpi. Da bambina mi incantavo a guardarlo, ma stavo comunque bene attenta a non farmi colpire dagli schizzi, per non sporcare il vestito buono. Arrivata a casa, la Nonna si cambiava, inforcava il grembiule con le grandi tasche e cominciava. La preparazione delle braciole era lunga per me che provavo a imparare, uno scherzo per lei, che di braciole ne ave...