Di soste, di attese e di dolore


Da 53 giorni la mia vita si è fermata. 

L'inverno è finito, la primavera inonda le aiuole di fiori gialli e viola, i tigli riempiono l'aria di profumo...e io quasi non me ne sono accorta. In casa va avanti solo la manutenzione ordinaria; solo la Stella ha garantito pasti più o meno regolari. Il frigo spesso piange, la montagna di roba da stirare cresce a dismisura e solo le camicie hanno l'onore di essere messe in ordine. Tutto è sospeso. La mia vita si divide fra scuola e ospedale, e grazie a Dio che c'è la scuola, altrimenti l'abbrutimento sarebbe totale.

La malattia, il dolore, ti distruggono, anche (e forse soprattutto) quando coinvolgono chi ami. Il lento e angosciante declino della Genitrice porta con sé anche il mio declino. Se già da anni, in quanto curansla mia vita aveva obiettivi brevi e limitati e una progettualità risicata, ora non ne ha per nulla ed è diventata un triste pendolo fra speranza e consapevolezza. 

Il corpo della Genitrice, che ha dato vita ed è stato vita si sta lentamente "consumando", senza che le cure dei medici e la nostra presenza assidua possano dare un aiuto risolutivo. 

Stiamo. 

Lei sulla croce, noi ai suoi piedi. 

E attendiamo la Resurrezione.

Commenti

  1. Posso solo immaginare lo strazio che state provando, tutte, lei sulla croce e voi al suo capezzale. Un abbraccio e una preghiera.
    sinforosa

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  2. Spaventoso. L'ho vissuto con la nonna. Siamo impotenti anche a consolare. Dovrebbe essere più quieta, la fine. Ti abbraccio, P.

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  3. Quanto ti capisco, mia cara Dolcezze! Come sai, ho percorso solo un anno fa una doppia Via Crucis in occasione dell'agonia e della morte, a solo un mese di distanza l' uno dall'altra, dei miei genitori. Oltretutto io ho dovuto farmi carico dell'assistenza alla mia povera sorella, disabile grave, e ho dovuto, mio malgrado, lasciare l' insegnamento. Il mio mondo è crollato tutto in un colpo. Non mi sono ancora ripresa, né fisicamente né psicologicamente ma, come sempre si dice in questi casi, la vita deve continuare. Ci si deve aggrappare a ciò che resta, o meglio...a chi resta. E tu hai una bella famiglia che è e sarà la tua forza. E, per quel poco che possiamo fare, hai anche noi amiche, virtuali e non, che cerchiamo di starti vicine.
    Coraggio cara! Prego per la tua mamma, per te, per tutti voi. Un grande abbraccio.

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