Dei piatti della tradizione di Casa Dolcezze: Pidoni
Già tante volte Dolcezze ha raccontato in questo blog quanto
lei tenga a perpetuare le tradizioni culinarie della sua famiglia e già tante volte vi ha propinato proposto
le ricette tramandate soprattutto dalla Nonna, ma solo ora si è resa conto che
non vi ha mai presentato una ricetta che è proprio tipica della sua città,
anche se indirettamente ve ne aveva già parlato.
Il rustico per eccellenza di Messina non è l’arancino
(diffuso in tutta la Sicilia), ma il pidone, che altro non è che un panzerotto
ripieno di scarola (indivia riccia), pomodorini, acciughe e formaggio filante.
Questo, ovviamente, nelle linee generali, perché poi ogni rosticceria (ed ogni
famiglia) si caratterizza con specifiche diversità e già Dolcezze segue una
ricetta diversa da quella della Nonna e della Suocera.
A casa Dolcezze i pidoni, che comunque si mangiano tutto
l’anno, erano “obbligati” in tre giorni: la vigilia di Natale e il Mercoledì
delle Ceneri (probabilmente perché cibo “magro”) e poi il giorno di San
Giuseppe. Dolcezze ha abolito la tradizione di inizio Quaresima (bel modo di
digiunare con una prelibatezza!), ma ha mantenuto gli altri giorni, e questo
anche quando aveva i bambini piccoli, perché dalla Nonna la consegna era
passata direttamente a lei, saltando la Genitrice, non particolarmente versata
nella cucina. Per questo li ha preparati anche quest’anno, nonostante la festa sia un po’ sottotono, e adesso vi propone la sua ricetta, con consiglio di
provarla e di godere di tanta bontà.
Partiamo con la pasta: la Nonna usava pasta di pane
lievitata, la Suocera pasta di pane, con aggiunto nell’impasto dell’olio,
Dolcezze usa invece un impasto che garantisce un’ottima riuscita anche quando
non si ha voglia di friggere e si preferisce cuocere i pidoni al forno. Ma bando alle ciance!
Ingredienti
Per la pasta:
gr. 500 farina (meglio 250 farina 00 e 250 semola)
gr 60 burro (o 50 di strutto)
2 uova
ml 200 di latte
½ cucchiaio sale
½ cubetto lievito
½ cucchiaio zucchero
Per il ripieno:
Scarola
Pomodorini
Formaggio (tuma e pepato fresco, oppure formaggio a pasta
filata…ma non è la stessa cosa!)
Acciughe salate.
Pepe, sale e olio evo.
Dopo aver lavato e asciugato la scarola e i pomodori, occorre tagliarli a pezzetti separatamente, mettendo i pomodori in un colino a perdere l'acqua di vegetazione. Tagliare anche il formaggio a piccoli pezzi. In una grande ciotola mettere la scarola e i pomodori e condire con abbondante olio, sale e pepe.
Procedere all'impasto e tagliarlo a pezzetti grossi circa un pugno (non ė necessario far lievitare la pasta), stenderli in una sfoglia sottile, farcirli con le verdure e il formaggio e aggiungere qualche pezzetto di acciuga, quindi chiudere la sfoglia a mezzaluna pizzicottando bene i bordi. A questo punto o cuocerli in forno, spennellandoli con dell'olio evo, oppure friggerli in abbondante olio bollente.
La ricetta, ovviamente, prevede la frittura (e la pasta di Nonna e Suocera la impone), ma con questo impasto il risultato è ottimo anche al forno.
A questo punto...buon appetito!
Wowww, che ricetta gustosa, rigorosamente al forno. Grazie a te.
RispondiEliminasinforosa
Ma che buoni!
RispondiEliminaMi ricordano tanto i panzerotti baresi. 😋😋😋
Una bontà!
RispondiEliminaWow deve essere una bontà. Grazie a te per gli ingredienti più semplici. Ciao
RispondiEliminaMammina che fame! Metterò la tua ricetta nelle mie cose da fare appena starò meglio. Grazie
RispondiEliminaMa che ricetta gustosa! Non la conoscevo ma segno subito la ricetta.
RispondiEliminaUn abbraccio
Maria
Ciao Dolcezze, che differenza c'è tra la pasta di pane lievitata della nonna e quella della suocera? Tua suocera la usava senza farla lievitare?
RispondiEliminaPellegrina
EliminaMia nonna usava la pasta di pane già lievitata ( per intenderci: dosi di lievito normali e tempo di lievitazione rispettato). Mia suocera mette meno lievito e usa immediatamente la pasta che, quindi, lievita in cottura. Insomma, se hai fretta, impasti, riempi e friggi immediatamente. Secondo i più è il metodo migliore
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