Di madri in affitto e di genitori per forza

 
dal web
Ora che tutto il clamore sulla legge per le unioni di fatto, sull' "adozione del figliastro ", su padri illustri di figli non propri si è placato (anche perché, secondo il vecchio proverbio della Nonna " 'A maravigghia dura tri jorna" /lo stupore/lo scandalo dura tre giorni, cioè si dimentica presto), volevo rifletterci con voi, anche se questo post ci sta come il cavolo a merenda in un blog di amene sciocchezze. 
Il punto è che gli avvenimenti di questi giorni mi hanno molto colpito e gli stessi ragazzi a scuola hanno chiesto di poterne parlare tra loro e con me, perché le idee son molto confuse, e si stanno perdendo di vista i fondamentali.

Che ci debba essere una legge che tuteli le coppie di fatto (omo o etero non è rilevante) penso sia cosa ovvia, che si debba cercare di tutelare i figli di queste famiglie in caso di premorte del genitore naturale mi sembra cosa altrettanto ovvia.  Ciò che, però, non considero per niente ovvio è la logica conseguenza di queste leggi, di cui con un tempismo oltremodo intempestivo ha dato prova la notizia della recente nascita di un rampollo illustre. 
Fatto salvo che certamente ci sono altre centinaia di casi in Italia e nel mondo, di cui non abbiamo notizia o la cui notizia sembra non interessarci, penso che questo scalpore dovrebbe servirci a riflettere bene su quello che stiamo facendo e sulle conseguenze delle nostre decisioni.

Da madre fortunata di figli, non mi sono mai permessa di esprimere giudizi su chi, nell'impossibilità di concepire, ha fatto ricorso a mezzi non propriamente ortodossi per avere un bambino, anche se un accordo prematrimoniale con l'Amato Bene prevedeva che, in caso di sterilità, noi ci saremmo volti all'adozione. Questo perché la sfera della maternità attiene all'intimità di una coppia e nessuno deve permettersi di intromettersi e giudicare. 
Qui, però sta succedendo altro. La vita sta diventando oggetto di un mercimonio che considero veramente triste e vergognoso. Il desiderio di paternità e di maternità, che pure è un diritto, non lo è a tutti i costi. Se crediamo che esso si realizzi con l'amore vero verso la creatura (anche se non è venuta dalle tue viscere), perché non realizzarla adottando i tanti bambini già nati che vivono in strutture che ben poco hanno di famiglia? Fare ricorso ad una maternità surrogata implica che comunque quel figlio non è totalmente tuo:  perché allora "comprarlo" e "venderlo" ?
So che ci sono donne disponibili a mettersi a disposizione di amici o parenti che sono nell'impossibilità (per vari motivi) di concepire e portare a termine una gravidanza. Anche se ammiro la loro generosità, non riesco a capire come si possa lasciare andare il figlio che si è sentito crescere e scalciare dentro di sé (ma questo è, sicuramente, un problema mio).
Ciò che, però, mi sconvolge e mi amareggia è sentire che ci sono donne che VENDONO i loro ovuli (cioè sè stesse) o VENDONO il proprio corpo come macchina da riproduzione. 
Io non riesco proprio a capire il meccanismo: allora, io, per denaro, mi accordo con una coppia che non può avere figli, accetto di sottopormi ad un'inseminazione artificiale, sono disponibile a portare avanti una gravidanza, ad affrontare tutte le problematiche fisiche di una gestazione (da madre che ha sofferto di iperemesi, fino a rifiutare persino l'acqua, e di sciatica, di anemie varie...so che la gravidanza, anche la migliore, è comunque uno stress per il corpo), a partorire un figlio che poi immediatamente darò a chi mi paga. 
La donna, in questo caso, che ruolo ha? E' un'incubatrice naturale, una fattrice ...che differenza con chi vende il suo corpo per altro? Qui abbiamo l'alibi del farlo per far felice una coppia. Ma la coppia, quale che sia, che diritto ha di "forzare la vita"?
Si dice: "la donna lo fa perché ha bisogno di denaro": ma allora chi la "assume" la sfrutta due volte, perché la usa  come un oggetto che "acquista" con la forza dei suoi soldi, né più né meno che una prostituta. 
Dove sono, in questo momento, tutti coloro che, giustamente, pontificano contro lo sfruttamento delle donne?
Si dice ancora: "la nostra legislazione non permette alle coppie omosessuali di adottare un bambino": questo dovrebbe giustificare lo sfruttamento di un'altra persona?
Ormai diamo per scontato che si possa  comprare e vendere tutto (anche ciò che di per sé può solo essere donato: la vita), che valga solo il proprio "particulare", ma a quale prezzo? 
E, in aggiunta,  presentiamo tutto ciò come libertà e progresso. 
Scusatemi, ma francamente credo che la libertà e il progresso siano un'altra cosa.

Commenti

  1. E perchè mai dovrebbe esserci una legge che tuteli le coppie di fatto, visto che esiste già il matrimonio civile?
    Secondo me, ovvio dovrebbe essere estendere il matrimonio a pesone dello stesso sesso oppure, se i problema è quello, eliminare il passaggio separazione e divorzio, anche se ora è "lampo".
    Quel che davvero non capisco io è perchè dovrei tutelare una situazione di fatto che è uguale al matrimonio, con gli stessi diritti del matrimonio, con una legge ad hoc. Se le coppie di fatto vogliono sposarsi, buon per loro, se non vogliono, peggio per loro (purchè volendo, anche se dello stesso sesso, possano, ben inteso).

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  2. Mamma mia, è un argomento molto delicato, spinoso e anche controverso.
    Ma sono d'accordo con te nel dire che la paternità e la maternità non siano dei diritti a tutti i costi, sebbene anch'io parli da mamma che non ha avuto problemi nel concepire, e che il mercimonio della cosiddetta maternità surrogata sia alquanto discutibile.
    Ma faccio fatica a farmi un'opinione precisa su questo tema, come sempre mi accade quando non ho mai provato di persona un determinato problema.
    A presto.
    Dani

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  3. Le tue considerazioni sono le mie.
    Per me l'utero in affitto è un'aberrazione totale,i figli non si comprano e non si vendono.
    La nascita di un bambino è sempre un evento importante,e permesso da Dio altrimenti potrebbero continuare in eterno a inseminare, ma questa pratica sottintende che avere un figlio è un diritto e che basta avere soldi per ottenere qualunque cosa,anche la vita di un bambino che è il miracolo più straordinario.

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  4. Io credo che ci sia bisogno di una legge leggere che tuteli le unioni civili, preferisco chiamarle così, che possono non essere basate su una fattispecie di tipo matrimoniale. E poi il matrimonio per tutti.
    Quanto alla maternità surrogata, non ho voglia di commentare per ora, me lo sono posto per scelta, anche perché mi interessa assai più il diritto della bioetica, è più nelle mie corde. Ma contesto il tuo "logica conseguenza" dell'adozione del figlio del partner. Non è proprio per nulla una logica conseguenza, lo è stata posta nel discorso pubblico, ma le due cose sono distanti quanto il sole e la luna. Una tutela de iure l'esistente, l'altra postula regolamenti per portare nel mondo del diritto il non esistente. Due piani non comparabili proprio. Per questo è stato molto ingiusto quello che è successo, perché affiancando due pratiche che nulla hanno in comune nel discorso pubblico si è fatto solo gran confusione approfittando dell'ignoranza media del paese.

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  5. @ Mamma Avvocato: semplicemente perché a volte esistono rapporti che esulano da quelli matrimoniali (ho esperienza diretta in tal senso) che è giusto vengano tutelati. Che la situazione non sia semplice è evidente, ma è necessario che sia un minimo regolamentata. Se poi questa sia una legge giusta o ingiusta io non ho le competenze giuridiche per dirlo, e infatti l'oggetto del mio post era principalmente un altro.
    @ Daniela: Argomento spinosissimo infatti, e io ho premesso che, non avendo vissuto problematiche del genere, ho sempre rispettato chi per avre un figlio provava strade di ogni genere. Ma comprare un figlio no.
    @ Solsido:Quello che mi turba, infatti, è il pensare di poter "comprare" qualcuno per "comprare" un figlio.
    @ la povna: so bene quello che tu dici e anch'io ho difeso la legge, anche scontrandomi con chi la riteneva non giusta, soprattutto per la parte relativa all'adozione. Come te non vedevo la logica consequenzialità, ma l'esplosione del caso Vendola mi ha fatto riflettere sul fatto che sicuramente a pensare male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca. E siccome siamo la patria del diritto, è molto facile che approvata la prima parte, si passi de iure alla seconda. E su quasto mi auguro veramente di essere nell'errore.

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  6. Ti segnalo questo contributo, che ho trovato intelligente e interessante: http://cinziasciuto.blogspot.it/2016/03/gravidanza-surrogata-tra-morale-e_3.html

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  7. Sono d'accordo con Mamma avvocato. Per le coppie di fatto etero esiste il matrimonio civile, istituto che già attribuisce e regolamenta diritti e doveri per chi vuole formare una famiglia, ma non vuole ricevere un Sacramento in cui non crede. Perfetto. Per le coppie omosessuali, o per le convivenze che non sono basate su un rapporto sentimentale (parenti o amici che, per motivi loro, convivono in modo stabile) e solo per esse, era veramente necessaria una normativa. L'adozione di bambini da parte di una coppia omosessuale però, proprio non riesco ad accettarla. Sarà un mio limite, ma anch'io penso che, prima del diritto alla maternità e alla paternità, venga il diritto dei bambini ad avere una famiglia con due figure di riferimento, madre e padre che, specialmente durante l'infanzia e l'adolescenza, sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato ed armonico della personalità. Badiamo bene, le mie sono convinzioni dettate da un sentire personale, basato sia su teorie di illustri psicologi e pedagogisti, sia su osservazioni che ho potuto fare anche grazie al mio lavoro di insegnante. Ma so bene che la società cambia e chissà, forse anche le nostre convinzioni sono piano piano destinate a cambiare.
    Disgraziatamente però, e qui concordando con Dolcezze, mi rivolgo a La povna, una legge che contemplasse anche il diritto all'adozione reciproca del figlio del partner, avrebbe inevitabilmente comportato un incoraggiamento al ricorso alla maternità surrogata all'estero, pratica che riesco a definire solo con quest'espressione: abominio rivoltante. E mi chiedo dove siano finite le donne di sinistra che hanno lottato per tanti e tanti anni contro un'offensiva concezione della donna che la riduceva alla stregua di un oggetto. Il loro silenzio, o peggio la loro acquiescenza, nel dibattito di questi giorni è davvero inconcepibile e incomprensibile. Vero è che la legge Cirinnà non faceva parola di ricorso alla maternità surrogata o utero in affitto che dir si voglia, ma i teoremi e i loro collollari alla fine formano un tutt'uno. Quindi l'italiano medio sarà pure un po' ignorante e confusionario, ma è pure vero che il politico italiano medio potrebbe pure scrivere proposte di legge più sensate, di cui soprattutto abbia ben valutato le conseguenze.

    Scusami Dolcezze, ho scritto tutto d'un fiato...praticamente un post e non un commento.
    Fortuna che i dibattiti che si sviluppano sui blog sono sereni e improntati al confronto civile. Tutto il contrario di quello che, a quanto mi riferiscono i miei figli, sta accadendo sui social.

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