Dell’odore del Natale



No,no…se cercate cannella e agrumi avete sbagliato blog! 
Dopo ricordi e speranze, questo è un post dissacrante. Qui non si parla di nordiche atmosfere ovattate, di profumi speziati che si diffondono in ambienti raffinati ed eleganti…qui si parla di odori di cucina che, come Dolcezze ha sperimentato il pomeriggio della Vigilia, si espandono ben aldilà delle stanze di pertinenza.

Premessa: da queste parti la tradizione antica della Vigilia prevedeva pidoni (1) fritti, baccalà fritto, sfingi (2) fritte, frittura mista. 
 http://www.ristorantegattopardomessina.it/wp-content/gallery/friggitoria/IMG_8425.jpg
Nonostante le giuste  e doverose inserzioni, dovute ai gusti alimentari diversi subentrati nell’ultimo secolo, Dolcezze è piuttosto fedele ai dettami alimentari della Nonna Devota e, quindi, pidoni e sfingi non mancano mai nella cena del 24. Anche quest’anno non si è sottratta al rito e dall’alba ha cominciato ad impastare, far lievitare, riempire…e friggere. 
L’odore di fritto, nonostante la cappa in funzione al massimo e le finestre spalancate anche se è dicembre, si è bellamente diffuso per tutta la magione, impregnando coi suoi nauseabondi olezzi ogni cosa, abito o persona ci fosse nelle vicinanze, nella fattispecie Dolcezze. A nulla è servito che lei lavorasse con una cuffietta nei capelli, che si sia integralmente cambiata, docciata, rivestita e profumata…il malefico odore persisteva, almeno nelle sue narici.

Dolcezze esce di casa, e il fritto la accompagna per le scale, arriva all’androne e lo sente uguale. Comincia a vergognarsi e pensa di avere appestato un palazzo. Poi esce, e l’odore persiste…fino ad arrivare in una via in cui era tutto un odore di fritto. Va a fare gli auguri agli Amici Vicini e l’Amico: “ Oh…profumi di mamma” e mentre Dolcezze sprofonda per l’imbarazzo di un odore persistente, lui le fa notare che “tutte le mamme profumano così la Vigilia di Natale”. 
E lì è scoppiata a ridere, ha capito che fa parte di una storia (stavolta alimentare) che coinvolge la città e ha compreso perché nessuno si stupisce quando, nella messa di Natale, la signora seduta accanto, anche se visonata e ingioiellata,  profuma di Fritturel n° 5.

 
(1) panzerotti ripieni di indivia riccia, formaggio, pomodori e acciughe 
(2) frittelle di pasta lievitata con uvetta (se dolci) o acciughe (se salate)

Commenti

  1. E viva il fritturel n 5 allora!
    Che bella tradizione!
    Ancora tanti auguri ed un abbraccio
    Maria

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  2. Bello sentire di queste tradizioni così diverse dalle nostre. ...qui da noi alla vigilia si consumava la trippa. ...e ti assicuro che anche quella lascia un profumo!!!! Ciao buone feste e soprattutto buon anno, Gabry

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  3. Beh, in effetti non c'è niente di cui vergognarsi... E' bello odorare di cucina :D
    Maira

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  4. Io ADORO il fritto, in tutte le sue varianti, e se mi offrono qualcosa di fritto che non ho mai assaggiatom la mia riconoscenza non ha limiti. E quanto all'odore del fritto, ti confesserò... non mi dispiace affatto ^__^

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  5. Anche io anche io ho sgraffignato pidoni per una serata (fritti da mia suocera - muahmuahmuahmuah)...ma le sfingi nooooooooooo!!! BUUUUUUUUUUUU voglioooo le sfingiiiiiiiiii... le
    Voglioooooooooooooooooooooooo....

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