Di viaggi di famiglia

Dolcezze e family hanno deciso di riprendere la bella abitudine delle vacanze fuori, sospesa nei lunghi anni di badanza, anche perché la diaspora (e gli impegni lavorativi e personali) difficilmente consentono che ci si trovi tutti insieme nello stesso posto. L’idea era dell’Erede, ma è stata subito abbracciata da tutti, non senza difficoltà, ahimè, perché l’organizzazione del viaggio ha richiesto doti organizzative e diplomatiche degne di Talleyrand.

La destinazione: non doveva essere un posto caldo, non doveva esserci la necessità di noleggiare una macchina, era obbligatorio che il viaggio prevedesse una scorpacciata di bellezze artistiche e naturali.

Dolcezze voleva Parigi, la Normandia e la Bretagna, la Provenza (…insomma il solito) e, in ogni caso, un paese francofono

l’Erede Amsterdam, sul quale ha posto il veto la Stella, che ha programmato lo stesso viaggio con l’amica del cuore

il Persemprecucciolo proponeva un tour per gli stadi di calcio, per poter acquistare magliette e portare avanti la sua collezione

L’Amato Bene, sempre poco propenso ad uscire dalla sua confort-zone, ha proposto Napoli. ”Napoli? Ma sono vent’anni che ti diciamo di andarci insieme e tu ti rifiuti e ora proponi Napoli?”

Il periodo:

l’Erede, fra impegni personali e giubilari, aveva già il carnet pieno: c’era poco da fare, la finestra temporale era strettissima. A quella si son dovuti adeguare la Stella e l’Amato Bene, e questo comporterà per entrambi un agosto al lavoro.

Il cibo:

la Stella richiede il lactose free

Dolcezze e l’Erede pretendono cibi tipici

l’Amato Bene rifiuta ogni cucina etnica

il Persemprecucciolo (Dio lo benedica) mangia qualsiasi cosa.

Dopo luuunga riflessione (e tanti compromessi) la famiglia decide per Bruxelles e le Fiandre. Dolcezze, comunque perplessa, pianifica visite, guide, musei ma confessa che, fino alla partenza, ha temuto che il viaggio saltasse. Ultima difficoltà il meteo: si rimane in aereo fermi per due ore causa pessime condizioni atmosferiche nell’Europa centrale. Quando finalmente si arriva, ci si trova in pieno, pienissimo autunno: partiti con 40° ci si trova a 16°, con grande goduria dell’Amato Bene e disperazione della Stella, partita con deliziosi vestitini che, ovviamente, sono rimasti in valigia tutta la settimana.

Il primo problema sorge in albergo, dove la povera Dolcezze scopre che il suo francese  (con il quale si fa capire bene) non è sufficiente a capire la receptioniste che, vuoi per natura, vuoi per diletto (alias str...ggine), parla in maniera velocissima e non fa alcuno sforzo per farsi comprendere. L’Erede e il Persemprecucciolo prendono in mano la situazione e da quel momento per i poveri genitori è finita. Secondo le truppe i due non sono in grado di muoversi autonomamente e hanno bisogno dei due badanti anglofoni. Dolcezze strepita che non è una deficiente e che, comunque, il suo francese è più che accettabile (ha un B2, diamine!), ma niente da fare. L’Erede prende in mano la situazione e Dolcezze ha chiaro cosa la aspetterà. 

Mai la detestata soglia di vecchiezza è sembrata più vicina.

Sono stati giorni molto belli, ma in cui è risultato chiaro che i ragazzi sono grandi e che la famiglia si è trasformata. E’ la vita che va avanti e se ne ringrazia Dio, ma c’è un po’ di rimpianto degli anni in cui eri tu a programmare, decidere e condurre e tenevi le loro manine per guidarli alla scoperta del mondo. Adesso sono loro a guidare: Dolcezze e l’Amato Bene si sono guardati e si sono complimentati reciprocamente per il lavoro svolto.

E adesso si pensa alla prossima avventura, ma fra un po'. E' necessaria una camera di decompressione da convivenza ripresa.

P.S.: Dolcezze non vi tedia con la cronistoria del viaggio ma è disponibile a offrire consigli per itinerari, guide e musei. Intanto vi propone delle foto qui.




 

 

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