Di cose che non vorresti mai sentire 38
Se sei un medico e sei in vacanza, qualcuno starà male.
Se sei un professore di latino, ci sarà sempre il figlio dell’amico
(o dell’amico intimo del tuo amico intimo) che ha il latino da recuperare. E
non ti puoi esimere, anche se non hai alcun desiderio di prendere libri, di
alzarti con la sveglia e rimandare la tua andata al mare per fare la
lezione. Ma sei un prof (e sei un amico)
e ti immoli. Perché di vero sacrificio si tratta, sotto tutti i punti di vista.
Quest’anno è andata peggio del solito: il fanciullo in questione non solo non è molto motivato, ma è anche ESTREMAMENTE distratto. Dimentica i libri, non ha matita, non conosce il programma e non sa neanche su cosa verterà l’esame. Dolcezze lotta per tenerlo sveglio, gli scrive i compiti nel quaderno e solo per amicizia non lo ha rispedito al mittente. Oltretutto, per costume, non lascia le cose a metà e quindi, molto obtorto collo cerca di risvegliare interesse nel giovin virgulto, che però pare refrattario a ogni strategia. Oggi, a meno di una settimana dall’esame, si è raggiunta la spannung.
Ieri Dolcezze aveva ri-spiegato Catone e i poetae novi, ri-chiedendo uno studio puntuale, vista l’imminenza della verifica. Aveva pure fatto ripetere alcuni testi, precedentemente tradotti, e chiesto di approfondirne l’analisi. Oggi, come preannunciato, chiede di esporre Catone. Con sguardo spaesato il fanciullo: “Catone? Ma io ho ripassato Catullo!” “Catullo? Ma ti pare che ieri io ho spiegato Catullo?” “Mah, mi sarò confuso…Catone, Catullo…Iniziano allo stesso modo…” Nella mente di Dolcezze si sviluppano pensieri estremamente peccaminosi, ma decenni di autocontrollo consentono di non esprimerli a parole. “Non capisco come sia possibile, ma comunque non importa. Parlami di Catullo.” L’esposizione è accettabile e Dolcezze procede: “Benissimo, ora passiamo ai testi. Hai ripassato i carmi di Catullo?” “Sì, quelli li so.” “Benissimo, vediamo la dedica. A chi Catullo dedica il Liber?” “Ehm …(e sbircia il libro) A Cornelio Nèpote” “Veramente a Cornelio Nepòte, ma lasciamo stare…”
Traduce (più o meno), poi arriva al
verso 9, dove c’è il vocativo o patrona virgo. “Bene, chi è questa patrona
virgo di cui parla Catullo?” “Beh, penso la Madonna!”
Commenti
Posta un commento