Di zanzare

dal web


Buen Retiro, interno notte. Dolcezze dorme, grazie alla finestra aperta e alle temperature più gradevoli rispetto alla città. 

All'improvviso un ronzio, sempre più vicino, sempre più molesto. Dolcezze accende la luce e cerca la responsabile.  Ovviamente non la trova. Spegne la luce, si rimette giù e , dopo un paio di secondi, il ronzio riprende. Dolcezze comincia a dare manate a destra e a manca, ma appena si ferma il tutto ricomincia. A questo punto Dolcezze si avvolge tutta nel lenzuolo, compresa la testa,  ma il ronzio è  sempre là.  Anzi, si sposta di qua e di là, cercando un varco nella mummia che Dolcezze è diventata. 

"Senti, Dolcezze. Penso che puoi smetterla. Lo sai che vincerò io."

"Non se ne parla. Non avrai il mio sangue!"

"Ah sì? La vedremo"

Dolcezze non riesce a riaddormentarsi.  Fra il ronzio e il caldo (l'effetto mummia ha fatto aumentare la temperatura di almeno 3°), si gira e si rigira, sempre stando bene attenta a non lasciare neanche un millimetro quadrato di pelle scoperta. Risultato: è in un bagno di sudore e, in aggiunta, sveglissima. Cerca di distrarsi per non sentire. Recita le tabelline, pensa ai conti della spesa, comincia a riflettere sui massimi sistemi...ma niente.

Poscia, più che il dolore poté il sudore: si srotola dal lenzuolo e, finalmente, tutto tace. Ed è già l'alba.

Dolcezze si assopisce, quando sente il familiare bruciore di ben due morsi di zanzara.

"Te l'avevo detto che avrei vinto io, giusto? Perché hai voluto resistere? Hai perso due ore di sonno, hai sudato senza ritegno e, comunque, hai perso. Tanto valeva che mi lasciassi fare dall'inizio.  Impara per la prossima volta.

Ah, dimenticavo: tutte le tue zanzariere non mi allontaneranno da te. Io ti seguo, quando entri e quando esci. Rassegnati.

Dolcezze giura di aver sentito questa voce. Non sa se sognava o era desta, ma i due morsi sul braccio testimoniano che è tutto vero. 

Forse il caldo le ha dato alla testa.

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