Di viaggi in treno





Approfittando del lungo ponte e dei contemporanei giorni liberi della Stella, Dolcezze ha deciso di fare una capatina nel profondo Nord. A dire il vero avrebbe avuto un po' di lavoro scolastico da portare a termine ma, con la nuova consapevolezza che le viene dalla maturità, ha deciso di non sacrificare all'altare del dovere la possibilità di condividere giorni preziosi insieme con sua figlia e ha lavorato come una pazza le notti precedenti alla partenza  per lasciare tutto a posto.  Rimaneva solo un fascio di compiti, l'ultimo, ma Dolcezze ha pensato che oltre 9 ore in treno sarebbero state più che sufficienti a ultimare l'opera.

Quando è salita a bordo, ha trovato il posto accanto al suo occupato da una arzilla signora, partita dalla stazione precedente. Da che viaggia per raggiungere i figli sparsi al nord, Dolcezze occupa il tempo tra tablet e kindle, in religioso silenzio, anche perché tutti i passeggeri, in genere, sono nelle proprie faccende affaccendati: per questo era convinta che avrebbe potuto correggere i compiti.

Stavolta no. L'arzilla signora aveva altri programmi.

Dal momento in cui Dolcezze ha preso posto a quando è scesa dal treno, NON HA SMESSO UN ATTIMO DI PARLARE. Nella prima mezz'ora del viaggio in comune, Dolcezze ha appreso vita, morte e miracoli della suddetta, nelle ore successive quelli dei fratelli, cognati e nipoti: la signora ha 7 fratelli e il marito 5, ognuno con almeno 2 figli. Ad un certo punto la tapina ha tirato fuori i compiti, sperando che ciò costituisse un deterrente. Niente di tutto questo.

"Ah, ma sono compiti di latino! Sa che anch'io insegnavo latino? Io, però, ero alla scuola media...Lo sa che prima il latino si studiava pure alla scuola media? Mi fa vedere qualcosa? Questa è brava! Questo  non ha capito niente! Mio figlio ha studiato allo scientifico, mia figlia al classico. Si sono laureati tutti e due, lo sa? Ah, gliel'avevo già detto? E anche dove abitano? E i suoi figli che fanno?"

E intanto risponde a millemila telefonate, ovviamente a voce alta. "Era mia cognata...sa che è stata malissimo? L'hanno operata e ora sta meglio. Sua figlia, invece, poverina..." E qui l'elenco delle geremiadi.

Inutile mantenere la testa china e la penna in mano.

"Ma forse la sto disturbando? Non vorrei infastidirla...Vuole la ricetta della mia torta di ricotta? E' buonissima! Piace a tutti! Gliela mando? Ah, mi scusi: deve ancora finire?" 

Dolcezze, ormai disfatta, chiude baracca e burattini e fa finta di addormentarsi. Neanche questo blocca la loquace signora che continua: "Io attacco bottone con tutti. Mio marito, buonanima, mi rimproverava sempre. Non ci posso fare niente: se vedo qualcuno devo parlargli. Com'era bello quando andavo dal  dottore e mi mettevo a chiacchierare con le persone in sala d'aspetto...Sa quante volte  cedevo il mio turno? Ora sono tutti col telefonino..."

E intanto Dolcezze, ormai rassegnata, annuisce e tace.

Stazione di Salerno. Sale a bordo una signora che, con un cipiglio deciso si rivolge alla ciarliera vicina: "Quello è il mio posto." "Ma mia cognata mi ha fatto sedere qui. Fino a Napoli sono qui. Forse è il suo posto da Napoli? " "Le ho detto che è il mio posto. Si alza, per favore, o devo chiamare il controllore?" Dolcezze interviene: "Il controllore è passato due volte: se non fosse stato il posto della signora glielo avrebbe detto..." "È il mio posto! Comunque controllo...ah, ha ragione. Avevo preso il biglietto di ritorno " e va via senza scusarsi né salutare. 

"Avevo ragione io! Mia cognata non sbaglia! Le ho parlato di mia cognata?"

Finalmente a Napoli scende e il posto viene occupato da una giovane dall'aspetto molto francese (giacchino Chanel e basco all'Amélie), ma italianissima, pare. Pare, perché, grazie a Dio, non apre bocca né si muove fin quasi a Bologna. Qui all'improvviso si anima: apre la borsa, tira fuori una pochette e, con estrema cura e attenzione, rinnova il suo maquillage. Ripone basco e giacchino nello zaino, si pettina con cura, si guarda allo specchio e si profuma: grazia ed eleganza per un amore, sicuro. 

Dolcezze ha intanto finito i compiti; legge, si rilassa e programma i giorni a venire, visto che la Stella le ha dato carta bianca. Intanto i bambini che sono stati relativamente tranquilli fino a quel momento si scatenano. La madre è avvilita e per zittirli alza la voce più di loro. Con il piccolo usa una strategia diversa: si scopre il seno e comincia ad allattarlo e lui, sereno, si acquieta. 

Abbiamo tutti bisogno della mamma per trovare pace e riposo. 

Finalmente si arriva. Dolcezze, come da tradizione, si perde nella stazione prima di trovare l'accesso alla metropolitana. Ormai è abituata e non si preoccupa neanche più. Avanza col suo valigione, che tornerà a casa vuoto. 

Non si è rifatta il maquillage, ma anche lei va verso il suo amore. 

Commenti

  1. Ehhhh le vecchiette da treno sono micidiali, ne ho incontrata qualcuna anche io in passato...

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