Di fresie e memorie


Si alzava prestissimo al mattino, si lavava, si vestiva, pettinava i suoi capelli bianchi sciogliendo la treccia che li raccoglieva per la notte, li risistemava nella crocchia tenuta ferma da grosse forcine di corno e poi apriva il balcone della sala o la porta d'entrata sul ballatoio...e andava alla ricerca: nei vasi, dove fino a qualche giorno prima c'erano solo quelli che sembravano fili d'erba, comparivano le prime fresie. Ne raccoglieva quante ne bastavano per fare un mazzolino odoroso, che legava con filo da cucito e poi sistemava in un vasetto di porcellana a bocca stretta, forse un'antica bomboniera, per poi appoggiarli su un comodino, sotto la grande immagine del Cuore di Gesù. Sulla parete rialzata del mobile, la colonnetta della sua stanza da letto, c'era l'immagine della Madonna di Lourdes e quella delle anime del Purgatorio, per cui invocare la Requiem aeternam. Solo dopo aver "sistemato" il suo altarino e detto le sue devozioni, cominciava la sua giornata, quando, spesso, ancora gli altri abitanti della casa dormivano ancora. I fiori cambiavano a seconda delle stagioni: c'erano i garofani e le dalie in estate, le rose in primavera e anche nei rigori dell'inverno si trovava qualcosa, nel giardino o nei vasi. I suoi fiori preferiti, però, erano le fresie e le violette, ed era festa quando li trovava insieme. 

Le sue fresie erano particolari, bianche con striature gialle e viola, con lo stelo sottile, profumatissime, discrete, non come quelle che trovi dai fiorai, che quasi ti aggrediscono coi loro colori sgargianti, ma poi non emettono alcun odore. Tutti gli anni si ripeteva il prodigio: quei vasi lasciati là tranquilli per tutta l'estate, vedevano in pieno inverno il miracolo dei bulbi che germogliavano da sé, senza cure e senza concime, ed era una festa quando trovava le lunghe foglie: "Sono spuntate anche quest'anno!"

Dopo la sua morte (e lei come lascito aveva lasciato il cuore di Gesù da onorare), la Genitrice ha continuato a raccogliere fresie e a distribuirle anche davanti alle tante, ormai troppe, foto del larario familiare, ma le prime fresie erano sempre riservate a lei. 

Dolcezze al rientro da scuola ha buttato l'occhio sul ballatoio di casa della Genitrice, in quella casa in cui, a distanza di quasi un anno, non riesce ancora ad entrare, e ha visto le fresie nei vasi. Anche quest'anno erano spuntate, senza che nessuno le vedesse, anche quest'anno sono fiorite. 

Carica come un asino, con borsa, pc e verifiche, Dolcezze è andata a raccoglierle. Ha fatto il suo mazzolino, l'ha portato a casa,  l'ha legato col cotone da cucito, l'ha messo in un vasetto con la bocca stretta che è la bomboniera di nozze di una sua amica e l'ha messo davanti al Cuore di Gesù, sulla mensola della sua cucina, dove custodisce le statue antiche della devozione familiare. Le ha odorate, riprovando sensazioni antiche, per poi ricordarsi che la Nonna le diceva che i fiori per i santi non si devono annusare, perché tutto il loro profumo deve andare in cielo. Ha sorriso di questa ingenua devozione, ha riposto il vaso e ha goduto del ricordo di tutto l'amore  che le è stato donato. 

Porterà il prezioso vaso a casa, nella speranza che anche l'anno prossimo si realizzi il miracolo e intanto gioisce della bellezza ritrovata.

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