Di fresie e memorie
Le sue fresie erano particolari, bianche con striature gialle e viola, con lo stelo sottile, profumatissime, discrete, non come quelle che trovi dai fiorai, che quasi ti aggrediscono coi loro colori sgargianti, ma poi non emettono alcun odore. Tutti gli anni si ripeteva il prodigio: quei vasi lasciati là tranquilli per tutta l'estate, vedevano in pieno inverno il miracolo dei bulbi che germogliavano da sé, senza cure e senza concime, ed era una festa quando trovava le lunghe foglie: "Sono spuntate anche quest'anno!"
Dopo la sua morte (e lei come lascito aveva lasciato il cuore di Gesù da onorare), la Genitrice ha continuato a raccogliere fresie e a distribuirle anche davanti alle tante, ormai troppe, foto del larario familiare, ma le prime fresie erano sempre riservate a lei.
Dolcezze al rientro da scuola ha buttato l'occhio sul ballatoio di casa della Genitrice, in quella casa in cui, a distanza di quasi un anno, non riesce ancora ad entrare, e ha visto le fresie nei vasi. Anche quest'anno erano spuntate, senza che nessuno le vedesse, anche quest'anno sono fiorite.
Carica come un asino, con borsa, pc e verifiche, Dolcezze è andata a raccoglierle. Ha fatto il suo mazzolino, l'ha portato a casa, l'ha legato col cotone da cucito, l'ha messo in un vasetto con la bocca stretta che è la bomboniera di nozze di una sua amica e l'ha messo davanti al Cuore di Gesù, sulla mensola della sua cucina, dove custodisce le statue antiche della devozione familiare. Le ha odorate, riprovando sensazioni antiche, per poi ricordarsi che la Nonna le diceva che i fiori per i santi non si devono annusare, perché tutto il loro profumo deve andare in cielo. Ha sorriso di questa ingenua devozione, ha riposto il vaso e ha goduto del ricordo di tutto l'amore che le è stato donato.
Porterà il prezioso vaso a casa, nella speranza che anche l'anno prossimo si realizzi il miracolo e intanto gioisce della bellezza ritrovata.
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