Di Quinte che vanno (e di segnalibri)


Ci siamo.
Anche voi siete pronti a partire.
Quando sono entrata nella vostra classe la prima volta ho trovato tanti bambinetti, due ragazzi alti con la faccia da bambini e quattro ragazzine spaurite in un mondo di maschi. 

E' stato breve il nostro lungo viaggio (cit.), pieno di incontri e di bellezza, ma anche di difficoltà. Abbiamo incontrato il Ciclope Covid, che ha sbranato mesi importanti della vostra vita, ma non è riuscito a togliervi la gioia dell'incontro. Riguardavo le foto di quel periodo, tutti coi capelli arruffati (Pil, tu un cespuglio incontrollato) con mamme e nonne che portavano il latte (ricordi, Tombeur?) e non posso dimenticare il compleanno di Cucciolo, le pentole sul fuoco di Mammina, l'aiuto di Pg alla prof tecnolesa che non aveva idea di come condividere il libro su Zoom. 
E poi il rientro con le mascherine e la sorpresa, quando finalmente sono state tolte: dov'erano finiti quei bambini che avevano cominciato due anni prima? Adesso la prima lanugine copriva le gote, taaaanti centimetri si erano aggiunti e la prof, ormai, tra voi scompariva. Siete cresciuti, siete cambiati, avete giocato, vi siete accapigliati, ma è sempre stato bello stare con voi.
Per ora vi abbiamo accompagnato, anche se sempre più a distanza, ora dovrete navigare da soli, ma avete tutti gli strumenti per farlo.
A quelli noi prof aggiungiamo oggi qualcosa.
  • Vi facciamo dono della poesia, il vero conforto della vita. E quando la poesia è quella con cui, più o meno, abbiamo cominciato il nostro viaggio, è ancora più importante. Ci richiama alla meta, Itaca, il senso del nostro cammino, che però è bello e importante in sé, a prescindere dalla destinazione.


  • Ogni viaggio, però, richiede attenzione: che non sia un andare a vuoto, senza un itinerario, senza delle tappe per ritemprarsi e, insieme, per controllare e, eventualmente, ricalcolare la rotta. Il segnalibro vuole ricordarvi questo: fermarsi senza perdersi, per poi ripartire.

  • Il segnalibro, però, ha una sorpresa: dentro c'è un messaggio, unico, diverso per ognuno. Sarà la Tuke, il Fatum, la Fortuna anceps ad attribuirlo, perché  sia quello giusto per ciascuno. E la frase è in latino, perché vi serve la vostra preparazione per decodificare i messaggi della vita. 

  • Fuori trovate tanti occhi. Non è soltanto una decorazione: il disegno presenta in forma pop l'occhio di Atena, un antico  portafortuna. Del resto è Atena ad accompagnare Ulisse nel suo viaggio e a proteggere il suo ritorno. Ma l'occhio della dea è uno: l'altro dovete mettercelo voi, guardando bene dove andate e sapendo da dove venite.

  • L'ultimo dono è un cuore dolceSe non mettete il cuore in tutto ciò che fate, non vi realizzerete. Forse avrete successo, forse farete tanti soldi, ma non sarete felici. E il vostro scopo è essere felici: ricordatelo sempre. 

E ora andate! Rafforzate i fianchi della nave, stendete la vela, caricate le provviste, prendete la bussola e partite. Il mondo vi aspetta e voi saprete conquistarlo. Andate, ma tornate anche, perché la nostra terra, la nostra città ha bisogno di voi.
Che abbiate sempre il vento alle spalle, che le correnti vi conducano dolcemente a destinazione, che durante la tempesta (inevitabile anche quella) troviate un porto sicuro. 
Buona navigazione, e ricordatevi sempre di costruire bellezza!

Commenti

  1. Che magnifico saluto!
    Solo il grande affetto di una grande donna/prof. può esprimere tanto amore .
    Ragazzi fortunati, che la vita non li deluda troppo

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  2. Che bello il pensiero e anche quello che hai scritto......adesso tocca a loro navigare. Ciao Pettirossoinfreddolito

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  3. Pensieri e parole bellissimi per i nuovi uomini e donne che spiccheranno il volo.
    sinforosa

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  4. Che bei regali, a noi nessun insegnante ha mai pensato di fare un regalo...

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