Dei libri dell'anno 89: Galatea


Come deve essere una donna perfetta? Bellissima,  certamente, ma la sola bellezza non basta. 

Galatea è una donna particolare: prima era una statua, opera perfetta di Pigmalione, poi, per intercessione della Dea, si è svegliata. Ora, però, è malata, chiusa in una stanza, oggetto delle cure di un'infermiera e di un medico. Il marito va a trovarla tutti i giorni e sembra amorevole, anche se, spesso, il suo interesse è focalizzato a particolari del suo viso e del suo corpo. 

È successo qualcosa: la donna perfetta, che avrebbe dovuto amare con esclusività il suo creatore e signore, ha amato ancora di più la sua bambina,  con la quale condivideva giochi e complicità.  Stava imparando a leggere e scrivere, lei che non aveva potuto avere precettori,  e quando aveva capito che anche la sua intelligentissima bimba era destinata all'isolamento e al controllo,  aveva tentato di fuggire via con lei. Per questo era stata punita, separata dalla figlia e resa prigioniera in "ospedale".  

Ma una donna può fingere passione, devozione,  può dire ciò che ci si aspetta dica e fare ciò che si desidera faccia, può sopportare tutto purché,  però,  nessuno tocchi i suoi figli. Per questo,  quando Galatea capisce che il marito ha ripreso il suo progetto di "creatore", trova una soluzione definitiva, per salvare la sua bambina.

"Il punto è che mio marito non si aspettava che parlassi, credo". Il problema è tutto qui, per Galatea e per tante altre donne, in ogni luogo e in ogni tempo. "Ricordati, Dolcezze: gli uomini hanno paura delle donne intelligenti" - mi ha detto una volta la mia prof-"vogliono una donna trofeo da mostrare, che gli faccia fare buona figura in società,  ma a casa vogliono una statua arrendevole e silenziosa." Solo ora ho capito cosa veramente si nascondeva dietro la metafora. 

La Miller, con questo nuovo racconto mitologico,  non fa altro che evidenziare l'eterno dissidio uomo-donna, il desiderio malsano di potere e di controllo di cui quotidianamente sentiamo le conseguenze nei telegiornali, ma insieme celebra la resilienza della donna e la forza della madre. Per questo le perdoniamo la brevità del testo, che, però, viene compensata dalle  mirabili  illustrazioni.

Commenti

  1. Anche tu sei stata efficace ma sintetica.
    Questa storia sancisce che una madre degna di tal nome non si ferma di fronte a niente pur di salvare i suoi figli.

    RispondiElimina

Posta un commento