Dei libri dell'anno 88: I ragazzi Burgess




I ragazzi Burgess non sono più dei ragazzi e non vivono più insieme da tanto tempo nella loro piccola casa nel Maine.  Hanno subito un grave trauma da bambini , ma di questo non parlano mai. Il maggiore, Jim, è un avvocato di successo, che vive a New York con Helen, una donna ricca ed elegante e ha tre figli all’università. La sua è una vita perfetta, anche se il nido vuoto inquieta lui e la moglie.
Anche Bob è un avvocato, ma ha un carattere ben diverso dal fratello. È un buono, ma questo non ha impedito che subisse il divorzio dalla donna della sua vita, Pam. Ora trascina le sue giornate, anche lui a New York,  tra troppo alcol e troppo fumo. 
Solo Susan, la gemella di Bob, è rimasta nel Maine. Suo marito l’ha lasciata e lei si lascia vivere con Zack, il figlio diciannovenne, un ragazzo introverso e dai comportamenti anomali, e una vecchia signora a cui ha affittato una camera. Susan non frequenta i fratelli, ma quando il figlio commette una sciocchezza che può avere conseguenze gravissime, sa a chi rivolgersi e chiama Jim. La famiglia si ricompatta e tutte le tensioni sopite da anni riemergono, come riemerge il difficile rapporto con quella terra, il Maine, che sta invecchiando e accoglie male degli immigrati somali che, per parte loro, non vogliono essere accolti e integrati. 
Si presenta quindi un doppio filone: da una parte i Burgess compatti nella difesa di Zack e la società civile, divisa fra la difesa del “bianco“  contro l’invasione dei profughi e il desiderio di dimostrare di non essere razzista. Ma l’integrazione è difficile per tutti, anche per i WASP del Maine, se arrivano nella grande città di cui non conoscono il codice. 
La vicenda di Zack romperà tutti gli equilibri, rivelerà debolezze e verità e tutto sembrerà andare in frantumi. 
La famiglia, però, resisterà, perché, in questo mondo in cui nulla è per sempre,  è l’unica forza capace di sorreggere, guidare, difendere. 
Perché questo significa essere fratelli.

Prima lettura del 2024, fatta in treno, nel viaggio di andata e ritorno.
L’anno comincia bene. Decisamente.


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