Di ciambelle e riflessioni



Ho preparato una ciambella. L’idea mi è venuta così, mentre riordinavo la dispensa del Buen Retiro per eliminare i prodotti scaduti (due anni di vacanze “alternative e part-time” lasciano vittime fra gli scaffali) e ho trovato una bustina di lievito per dolci quasi da buttare. 

In casa non c’è molto, giusto l’essenziale: farina, zucchero, uova e il fondo di barattolo del cacao. Niente burro, niente essenze e liquori, niente bimby, impastatrice e frullino, niente ricettario costruito in anni di prove ed esperimenti (non ha senso fare un “trasloco” quando vai e vieni da casa quasi tutti i giorni!). Certo, per le ricette c’è Internet, ma a quel punto il “ritorno al passato” è cominciato. La Nonna diceva che le ricette si devono tenere a mente, se no vuol dire che il dolce non è buono, e tanti anni di esperienza a qualcosa serviranno pure. 
A complicare le cose uno stampo piccolo e , quindi, la necessità di ridurre le dosi. Sono andata un po’ così: 2 uova, 150 gr di farina e 150 gr di zucchero, mezzo bicchiere di olio di girasole, 1 bicchiere di latte e mezza scorza di limone e poi un cucchiaio di cacao, giusto il fondo del barattolo. E, ovviamente, la bustina di lievito quasi scaduta. 
Ho preso la ciotola e ho rotto le uova e, all’improvviso, si è sbloccato il ricordo: ho intrecciato due forchette e ho ricreato la frusta dell’infanzia, con cui ho cominciato a montare uova e zucchero. Un gesto semplice, che mi ha ricordato la Nonna che, con ritmo cadenzato e “inesorabile”, sbatteva le uova per i biscotti. Le mani andavano da sole e, in breve, l’impasto era pronto e la ciambella era in forno. Niente bimby, niente frullino e niente frusta ( e neanche ricetta scritta!), eppure la ciambella era lì, profumata e fumante, pronta per la colazione. 

Ho pensato a quanto siamo diventati dipendenti dalle cose, dalla tecnologia, e come, spesso, abbiamo perso la manualità, la capacità di lavorare con le mani. Mi son chiesta quanto tempo è che non faccio il pane impastandolo io, sentendo la compattezza della pasta, aggiungendo “l’acqua che prende”, senza il bicchiere graduato e la bilancia. E questo è solo un aspetto, perché, a pensarci bene, per tante altre cose abbiamo creato bisogni e “strumenti indispensabili” e abbiamo perso di vista l’essenziale. 
E ho deciso che questo deve essere il nuovo impegno per il rientro: ricercare l’essenziale, tralasciando il superfluo; ritornare alle origini, riprendere a “sporcarsi le mani”. 
Io ci proverò.

Commenti

  1. Mi piace il tuo proposito di tornare alla semplicità ,all'essenziale. Io non sono particolarmente tecnologica ma non posso certo ritenermi una persona semplice. I tuoi ricordi sono i miei solo che io non ho mai amato fare dolci, era mia mamma la fata in cucina. E lei ha sempre lavorato solo con le mani e la fantasia.

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    1. Ci siamo abituati a servirci di strumenti ( utilissimi, per carità!) che, però, ci stanno facendo dimenticare che tante cose si possono fare anche a mano. Riprendere il contatto con noi stessi credo sia fondamentale.

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  2. Eh, ma andare a occhio, per ì dolci, è solo per le persone esperte; chi non ha il tocco del genio o dell’esperienza deve avere delle istruzioni ben precise per tirare fuori dal forno qualcosa di commestibile 😃

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    1. Secondo te perché mi chiamo Dolcezze? Ho iniziato a far dolci da bambina!
      Il punto è che quasi ho dimenticato come si fanno, delegando ai miei ottimi “collaboratori” tecnici. Torniamo al l’essenziale.

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    2. Certo che sì, visto che puoi. Parlavo di noi comuni e incapaci mortali… 😥

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  3. La ciambella fatta in casa a colazione mette di buon umore,basta prendersi il tempo per fare le cose e mandare in vacanza la fretta assieme alla tecnologia :)
    Buon fine settimana

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  4. La mia mamma che cucina malvolentieri ma lo sa fare, è sempre stata una fan del lavoro a mano, nonché di ciambelloni che però a casa nostra si facevano nelle teglie rettangolari, per non comprare una cosa in più che poi si usa per una sola preparazione.
    Io che amo cucinare e lo farei sempre, molto meno!!!
    Sogno questa roba qui: https://www.cooking-chef.fr/cooking-chef-experience con TUTTI ma dico TUTTI gli accessori, gli sminuzzatori, gli arricciatori, i ganci e sottoganci, insomma TUTTO.
    La cosa che più mi affascina è la possibilità di metterlo li’ a cuocere la crema pasticciera. Poco da fare: a me non viene MAI, con nessuna ricetta e su nessun fornello. Diventa sempre un insieme di grumi illiquefabili. Altra cosa di cui sono incapace: la frittura. Mentre impastare a mano mi diverte molto.
    La mamma ovviamente fa la crema con il cucchiaio di legno e null’altro. «Basta schiacciarli sulle pareti della pentola e si sciolgono!» Quelle cose che ti trasformano in una figlia degenere per l’invidia.
    Se si potesse invidiarla adesso.

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