Dei libri dell'anno 89: Vardø Dopo la tempesta
Una tempesta improvvisa e devastante colpisce le barche uscite a pesca la vigilia di Natale del 1617. Siamo a Vardø, un'isoletta norvegese ai confini del mondo e in pochi minuti tutti gli uomini del paese, quaranta, muoiono. Restano solo donne e bambini, che dovranno affrontare da soli il dolore della perdita e il buio del lungo inverno. Maren ha perso il padre, il fratello e il fidanzato e vive in una realtà di incubi. I corpi restituiti dal mare non possono essere sepolti, le scorte di cibo si assottigliano e manca una guida per questa comunità al femminile finché Kirsten, una delle vedove, non prende l’iniziativa: si deve ripartire. Le donne faranno gruppo e con coraggio si autodetermineranno: alleveranno renne, macelleranno animali e andranno a pesca. E così sopravvivranno. La loro indipendenza però fa paura, perché è contro natura, come fanno paura i Sami, le popolazioni autoctone con cui i norvegesi hanno sempre convissuto pacificamente e che hanno mantenuto, però, le loro tradizioni e i loro culti. Ci penserà il re a mandare un sovrintendente a verificare e punire, perché è chiaro che una donna che non vive sottomessa ad un uomo è una strega, ed è chiaro che la tempesta è stata procurata dal demonio. Le beghine del paese sono d’accordo e per invidia, per contrasti mai sopiti, per interesse, diventeranno complici del male. Perché il sovrintendente Absalon Cornet è il male, un uomo ambizioso e irrisolto, che cerca solo il riscatto sociale, sotto le apparenze di una fede adamantina. Prima di arrivare ha sposato una giovane donna, Ursa, senza esperienza del mondo e l’ha portata in quel luogo inospitale. Sola, senza guida, Ursa dovrà imparare tutto e lo farà grazie a Maren, che le diventerà amica, insegnante e confidente. Il meccanismo infernale attivato dal sovrintendente e dalle beghine arriverà al suo inevitabile obiettivo e, finalmente, ci si renderà conto delle conseguenze della calunnia, ma troppo tardi.
Il romanzo, che prende le mosse da una drammatica storia vera -autentica la tempesta e i processi per stregoneria- è un mirabile quadro sociale e culturale e rivela un'accurata analisi storica, ma insieme è un invito a riflettere su quanto la forza delle donne possa fare paura e quanto la religione possa essere strumentalizzata a servizio dell'interesse e dell'arbitrio personale. In questo quadro gli uomini non fanno una buona figura, concentrati tutti sui propri interessi, sui loro vizi e le loro viltà; le donne, anche quando sbagliano, hanno la capacità di capire e tentare di recuperare.
Bravissima l'autrice a descrivere odori, colori, ambienti, suoni, cosicché il lettore si trova dentro la storia e può viverla in pienezza.
Decisamente consigliato.
Oddio dev'essere molto bello e lo leggero sicuramente! Grazie per la recensione :)
RispondiEliminaGrazie per questa chicca e felice anno nuovo. Grazie di esserci sempre ❤️ Un abbraccio
RispondiEliminaDevo cercarlo per leggerlo
RispondiEliminaGiro intorno a questo libro da quando ne hai scritto. Avrebbe tutto per piacermi un sacco: il genere storico, l’avventura, l’ambientazione esotica per i nostri lidi, la situazione, il superamento dei ruoli sessuali, il non intimismo, genere che detesto, eppure. Dalle presentazioni temo un tono e una trama eccessivamente semplificati in direzione didascalico-edificante, genere il mondo salvato dalle donne, o ogni difficoltà ricondotta a questa tematica che è assolutamente reale ma oggi è diventata talmente di facciata da farmi rifuggire. Magari sbaglio e la qualità della scrittura e narrativa è invece alta. Pellegrina
RispondiEliminaIo penso ti piacerà
EliminaIniziato, P.
RispondiEliminaFammi sapere cosa ne pensi
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