Delle Cronache di Villa Arzilla 69 (in treno)
Dolcezze giura solennemente che questa è la trascrizione del dialogo dei suoi vicini di posto. Non può però, purtroppo, riprodurre il tono stridulo della voce di lei e gli sguardi al cielo di lui. Vi dice soltanto che ha ammirato per 5 ore la pazienza olimpica dell'uomo che continuava imperterrito a leggere il suo libro mentre la moglie pontificava.
Lei: Togliti il cappotto, perché se no poi ti raffreddi
Lui:...
Lui si alza
Lei: Dove stai andando?
Lui: Devo dirlo a tutti?
Lui torna
Lei: Ti sei lavato le mani?
Lui:...
Lei: Disinfettati le mani
Lei: Ma quando arriviamo?
Lui: Ci sono 40 minuti di ritardo
Lei: Non ne posso più. Ma non può recuperare? Dillo al capotreno.
Lui: Dubito possa farci niente: non dipende da lui.
Lei: Ma forse lui ne parlerà a chi di dovere.
Il treno rallenta per entrare in stazione. Lui si alza.
Lei: Dove stai andando?
Lui: A spasso
Lui torna, avvolto dalla puzza di fumo.
Lei: Sei sceso a fumare?
Lui: Ma che dici?
Lei: Ma lo sai che è proibito scendere dal treno?
Lui: ...
Lei: Mi porgi quel giornale, per favore?
Lui: Vuoi leggerlo?
Lei: Ci mancherebbe? Io che leggo un giornale maneggiato da altri! Che ne so se erano malati?
Lui: E a cosa ti serve?
Lei: Devo andare in bagno: lo metto a terra così non mi sporco le scarpe.
Lui: Ah.
Lei: Cambiati la mascherina
Lui: Perché?
Lei: Sono passate quattro ore.
Lui: E allora?
Lei: Non hai sentito? Occorre cambiare la mascherina ogni quattro ore.
Lei: Di' al capotreno che il bagno è sporco
Lui: ...
Lei: Non vorrai che io entri in un bagno così sporco!
Lui: E allora resisti. Fra un po' arriviamo.
Lei: Siamo in prima classe: esigo che il bagno sia pulito.
Lui: Giusto: e allora diglielo tu.
Lei: Non sei mai disponibile ad aiutarmi.
Nel display appare l'indicazione che segnala l'arrivo alla stazione di destinazione dei due VENTI MINUTI DOPO.
Lei: Prepariamoci.
Lui: Ancora ci vuole.
Lei: Lo sai che la sosta è breve.
Lui: Ci vogliono ancora venti minuti.
Lei: E se poi non riusciamo a scendere?
Lui: Va bene, purché ti stai zitta.
E, carico come un asino, segue l'impettita signora, fermandosi in equilibrio instabile davanti alle porte, bloccando, ovviamente, l'accesso alla toilette.
Lei (al passeggero che, legittimamente, chiede di poter passare): Lo scusi. Sa mio marito è un po' ansioso e preferisce alzarsi un'ora prima.
Allucinante. Come fa poveretto a sopportarla tutti i giorni? Secondo me avrà un hobby che lo tiene lontano da casa il più possibile, altrimenti sarebbero già in cronaca nera.
RispondiEliminaQuadro abbastanza agghiacciante. Ma confesso che più che l'ipocondria, l'ansia e la suprema Arte dello Scassamento mi ha dolorosamente colpito l'idea del capotreno che regola la velocità del convoglio a suo capriccio.
RispondiEliminaAhah... Insopportabile...
RispondiEliminaLo faranno santo...
RispondiEliminaSì, per martirio.
RispondiElimina@ tutti: la cosa drammatica è che è tutto vero. Secondo me il marito ormai ha sviluppato un udito selettivo, per cui non la sente più. Ho omesso le millemila telefonate in cui con parenti, amici e conoscenti la signora si lamentava del ritardo del treno.
RispondiElimina@ Murasaki: questo fa capire molto sul personaggio
Non ci sono più i treni di una volta... quelli che partivano da Vienna di notte, arrivavano a Venezia alle sei, e ripartivano per Roma, dove si arrivava alle tre del pomeriggio, dopo nove ore di viaggio, durante le quali i passeggeri godevano di incontri tra i più svariati, e intrecciavano conversazioni amabili... ci si raccontava con tranquilla serenità, ingenuità forse... ma rammento molti incontri interessanti. E nessuna coppia astiosa come questa.
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