Del presepe

Il Presepe è LA tradizione del Natale, quella da cui non si deve derogare, quella che è il centro di ogni celebrazione. Sulla storia del presepe sappiamo tutto, quindi qui si parlerà del presepe di Dolcezze, sempre diverso ogni anno, nonostante da un po' non ci siano nuovi pastori. Nel 2020 era tutto strutturato sulle strade che portavano alla grotta della Natività o partivano da essa, quest'anno, invece, è costruito sui segni, perché, come già detto, serve pure a fare catechesi spicciola.

 

La grotta è il centro, perché è lì che si compie il mistero del Dio che si fa carne e attorno ci sono tanti elementi che lo annunciano. Dentro c'è un pastore con una pecorella sulle spalle,



perché il Bambino è  colui che è venuto a proteggere e salvare il suo gregge; davanti ci sono pane, uva e vino, che anticipano il dono dell'Eucaristia,  e delle giare, che ricordano il miracolo di Cana: Gesù è colui che può trasformare l'acqua della nostra quotidianità nel vino della gioia.


Vicino alla grotta c'è un'oasi, che dà ristoro, riposo, ombra: solo da Dio viene il rifugio e il conforto. 


Da una parte c'è una città, con case povere e palazzi, perché Dio si incarna nella nostra storia, che è fatta di miseria e  ricchezze e non rimane nel Cielo beato, dove non c'è dolore e tristezza. 


Attorno alla grotta ci sono i pastori,  quelli svegliati dell'angelo e tutti coloro che, come loro, sono stati chiamati mentre stavano svolgendo il loro lavoro, come la filatrice e la guardiana di oche, 





e poi coloro che portano doni al bambino, ognuno quello che possiede: doni ricchi,  come i Magi, o doni umili, come i frutti della terra o del gregge. Tutti importanti,  tutti preziosi.  Dolcezze offrirebbe il suo registro, i suoi compiti, i suoi libri, ma anche le sue lavatrici e le sue pentole, quella sua quotidianità tanto pesante, ma anche tanto importante ai Suoi occhi.

E poi ci sono i suoi personaggi preferiti: la portatrice di luce e "u maravigghiatu da rutta". Nel suo presepe di bambina la prima figura era un uomo con la lanterna che veniva posto rivolto verso la grotta, per illuminare il Bambino.  Solo da grande Dolcezze ha capito che non si può portare la luce alla Luce, ma solo prenderla da lì e diffonderla nel mondo. Per questo la donna non va alla grotta, ma parte da lì. 


U maravigghiatu da rutta è il personaggio più bello per Dolcezze.  Nell'immaginario popolare e nella lingua dialettale indica lo sciocco: è messo lì, con la bocca aperta e le braccia spalancate, immagine apparente di stupidità.  Ma, sarà che stupido e stupito hanno la stessa radice,  Dolcezze vede in lui lo stupore di chi contempla il Mistero ed è talmente abbagliato da rimanere imbambolato. Volesse il Signore darci il dono della meraviglia,  quello che ti spinge a fermarti per ammirare il dono che ci è stato concesso, come i piccoli, che restano istupiditi davanti a tutto ciò che è più grande di loro. Nel presepe tradizionale è posto davanti alla grotta, Dolcezze lo ha posto al contrario, mentre, partito da lì, annuncia il miracolo che ha visto. Perché adorare ti impone di annunciare.


E poi c'è lui, il pastore addormentato. Tutto intorno c'è fermento: i suoi colleghi vanno ad adorare il bambino, dalla grotta c'è un andirivieni continuo e lui dorme. Certo, è stanco, dopo una lunga giornata di lavoro, ed evidentemente ha il sonno pesante, visto che nemmeno gli angeli sono riusciti a svegliarlo. Quante volte noi rimaniamo inconsapevoli delle meraviglie che si compiono intorno a noi e continuiamo a rimanere nel chiuso delle nostre necessità e dei nostri bisogni primari, ingranaggi di un macchinario collaudato che vede la nostra vita come lavoro/cibo/riposo senza avere un attimo per guardare il cielo e vedere la Stella. Il cane, invece, è  vigile e a Dolcezze piace pensare che col suo abbaiare lo riporterà alla veglia, alla sorpresa, a quell'incontro che è salvezza. 


La stessa salvezza che Dolcezze augura a tutti coloro che passano da qua:

il pane del nutrimento e il vino della gioia

il riposo dalla fatica

il dono della condivisione, 

la chiarezza della luce, 

la meraviglia e la consapevolezza.  

Buon Natale! 



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Commenti

  1. Bellissimo presepe.
    Complimenti.
    Buon Natale anche a te.

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  2. Ciao Dolcezze, mi piace molto la tua catechesi "spicciola" ma efficace!
    Un caro saluto e tanti auguri a te e a tutti i tuoi cari

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  3. Cara Dolcezze, ti faccio tantissimi auguri di cuore per un sereno Natale. Che bello il tuo presepe, lo ammiro custodendo nel cuore le tue parole, perché lo sai che soprattutto le catechiste hanno bisogno di catechesi semplice da trasmettere ai bambini che il Signore gli ha affidato. Un abbraccio e tanti auguri

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  4. Bellissimo post, complimenti Dolcezze :-) Io quest'anno ho fatto solo l'albero e niente presepe, ma mi manca... Tanti cari auguri a te e alla tua famiglia :-)

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  5. Bellissima catechesi e eccellente risultato. Tanti auguri e felicità per te e i tuoi cari :)

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  6. Complimenti! Mi piace molto il tuo presepe, che ha le caratteristiche dell’essenzialità, ma anche della cura dei particolari; ho notato che sullo specchio c’è anche una frase tratta dalle scritture e ciò fa capire l’importanza che attribuisci al presepe, che non è soltanto un modo per rinnovare la tradizione, ma qualcosa di sentito autenticamente dentro. Dolcissime anche le statuine.
    Auguri di cuore a te e alla tua famiglia!

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