Dei libri dell’anno 85: Le ricette della signora Tokue



Nella quarta di copertina di questo romanzo si parla di una favola, io parlo invece di poesia.  C’è la poesia dei ciliegi  che cambiano a seconda delle stagioni e la poesia dell'ascolto degli altri uomini, della natura e delle cose.

Sentaro è un uomo triste e insoddisfatto, costretto dalla vita a fare dorayaki in un locale non suo. Il lavoro è per lui un tormento senza gioia, per questo vi si dedica poco e male. Il locale è frequentato da clienti abituali e poco pretenziosi, soprattutto studentesse di una scuola vicina, tra cui si distingue Wakana, una ragazza con una complessa situazione familiare. L'arrivo della signora Tokue, che chiederà di essere assunta come lavorante, cambierà le sorti del locale, di Sentaro e di Wakana, finché il pregiudizio e la discriminazione avranno la meglio. Non del tutto, però.

La signora Tokue, che riesce a sentire la voce dei fagioli e degli alberi, insegna, infatti, a contemplare la bellezza senza fretta, nella consapevolezza che diventare poeti è l'unico modo di vivere perché " a guardare la realtà così com'è viene voglia di morire". E la speranza di sentire la voce del mondo è ciò che aiuta a vedere la tua esistenza non come una trafila di sofferenze, ma come l'attesa di un'epifania.

Libro delicatissimo, da consigliare.


per il Venerdì del libro 

Commenti

  1. Non sono molto portata per la letteratura orientale, ma la tua recensione mi ha impressionato positivamente. Me lo segno di sicuro.

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  2. Questo libro mi attira molto, grazie per la recensione, buona domenica!

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