Dei libri dell'anno 83: I leoni di Sicilia


Finalmente l'ho letto anch'io: "E' il nuovo Gattopardo!" "Grandissimo libro!" Ora, o Dolcezze ama troppo Il Gattopardo per ammetterne un confronto o ha letto troppi libri e quindi ormai è di bocca buona, oppure non capisce più niente di libri. 

E' la storia, ovviamente romanzata, della famiglia Florio che, nell'arco di tre generazioni, grazie al lavoro continuo e a buone intuizioni e strategie imprenditoriali si fa strada nella società.

La vicenda riecheggia molto Mastro-don Gesualdo: una vita col lavoro al primo posto, pochi scrupoli, grande spirito di iniziativa, grande fantasia e diversificazione degli interessi, il desiderio del salto sociale dopo il salto economico e il sostanziale fallimento del progetto, davanti ad una nobiltà povera in canna ma orgogliosa e gelosissima del suo nome e del suo sangue.  

I personaggi, però, a differenza di mastro don-Gesualdo, non suscitano alcuna empatia: non soffriamo quando li vediamo offesi e umiliati, non riusciamo a solidarizzare con loro perché...non sono affatto simpatici: Paolo è un gran lavoratore, ma è un uomo prevaricatore, che vede la donna come sottomessa e pare incapace di ogni gesto d'amore, anche nei riguardi del figlio; Ignazio (senior) è l'unica figura positiva, ma schiacciata dal senso del dovere e dalla responsabilità che lo spinge a sacrifici francamente inutili, che gli impediscono di avere un minimo di gioia in una vita di obbedienza e di lavoro; Vincenzo è consumato dal desiderio di riscatto sociale e pronto a sacrificare ogni cosa alla logica del profitto (la sua storia con Giulia rivela una mentalità gretta e meschina, nonostante l'indubbio amore); Ignazio (iunior), è apparentemente diverso dal padre eppure è pronto, per "Casa Florio" a sacrificare l'amore. Non va meglio con le figure femminili: Giuseppina è consumata dal rancore, incapace di accogliere quell'amore che avrebbe potuto salvarla; Giulia sacrifica per Vincenzo ogni cosa, è porto sicuro per sostenere il suo sposo, madre attenta, donna forte in un momento in cui le donne contano poco, ma le sue scelte sono incomprensibili e inaccettabili per il lettore.  

Impropria è anche la definizione di romanzo storico. Le vicende che sono sfondo alle storie dei protagonisti sono riassunte in brevi paragrafi, decisamente non esaustivi.

Insomma, bella scrittura, lettura gradevole ma, per favore, non parliamo di letteratura.

Commenti

  1. Concordo in toto con la tua recensione. A me questo libro non ha comunicato nulla se non tanta rabbia per come oggi in Italia si possa osannare un romanzo come questo, furbo e superficiale in maniera imbarazzante.

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    1. Ecco, furbo sicuramente. Non è un brutto libro, ma il battage pubblicitario ha seguito molto la moda

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  2. Se ne parla tanto ma ancora non mi ispira questo romanzo. Di solito per prenderli, attendo che si sbollentino un pochino le recensioni e passi in secondo piano!
    Barbara

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  3. ce l'ho in lista... io il gattopardo l'ho stra-amato (ho pianto in metropolitana, leggendolo, e ho detto tutto), che dici lascio perdere?
    grazie

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    1. No, leggilo e fatti una tua idea. L’importante è non aspettarsi il nuovo Gattopardo. Il gattopardo è inarrivabile

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  4. Mumble mumble... in effetti l'ho sentito lodare soprattutto a lettori di cui, sostanzialmente, non mi fido 🤔

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    1. Leggilo e poi fammi sapere. È certamente una piacevole lettura, ma basta sapere che non bisogna aspettarsi troppo

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  5. Per mia predisposizione naturale diffido oltremodo dei consigli del mercato in materia di libri. Dopo la delusione de "Il cacciatore di aquiloni" che mi fu consigliato da non so chi, lessi perfino Harry Potter dopo aver visto con i nipoti il terzo film della serie. Per poi acquistare l'ultimo libro della serie in inglese, per sapere al più presto come andava a finire. Ma credo di poter tranquillamente asserire che le operazioni di "best seller " mai rappresentano la vera letteratura.

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    1. Anch’io non mi faccio condizionare dal battage pubblicitario, anzi. Poi , però, quando non se ne parla più, leggo. A volte trovo scemenze, altre volte apprezzo . In genere, comunque, diffido della pubblicità “ ufficiale “ e mi fido di più del tam tam dei lettori veri

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