Della vita in ciabatte


Le ciabatte sono una meravigliosa calzatura. Dolcezze le sceglie con particolare attenzione: tacchetto di non più di 4 cm, pianta larga, monta alta, morbidezza assoluta...e questo perché, al rientro a casa dopo il lavoro o qualsiasi altro impegno esterno, il primo pensiero è togliere le scarpe e indossarle. Dolcezze le considera uno dei piccoli piaceri della vita, insieme al caffè, alla copertina e a un buon libro. 

Da marzo in qua, però, le ciabatte sono diventate quasi la "calzatura unica". Prima il lockdown di marzo e aprile e le restrizioni estive (perché Dolcezze ha rispettato le regole di distanziamento e di isolamento anche in estate e ha limitato le uscite), ora questa nuova DAD, hanno nuovamente imposto l'abbandono delle scarpe. Risultato: alla prima uscita per compere indispensabili senza i jeans di ordinanza, Dolcezze ha scoperto di non sapere più camminare con delle normali décolleté e ha ricordato la suocera della Grande Amica, che, dopo aver trascorso la vita in casa in ciabatte, al matrimonio del figlio non riusciva a mettere le scarpe. 

Ora, caro Coronavirus, dal momento che Dolcezze non ha intenzione di portare le scarpe in casa, né può rischiare di non sapere più portare i tacchi ed è troppo giovane per rinunciarvi del tutto, cerca di andartene da dove sei venuto. 

Siamo tutti molto stanchi e avviliti. Amiamo le nostre case, siamo ormai esperti nell'impastare pane e pizza, abbiamo rispolverato tutti i giochi di società e abbiamo scoperto che è bello visitare musei e monumenti anche stando seduti alla propria scrivania, ma adesso non ce la facciamo più. Hai già dimostrato quanto sei in gamba, ti sei guadagnato una posizione privilegiata nei prossimi libri di storia, hai ottenuto il non troppo invidiabile risultato di separare nonni e nipoti e di distruggere la generazione che aveva visto la guerra: ora basta. Vogliamo riscoprire il piacere di abbracciare qualcuno, di tendere una mano, di dare un bacio. Vogliamo tornare a Parigi, fare feste di compleanno, andare a comprare un vestito nuovo , indossare le mascherine solo a Carnevale. Vogliamo tornare a progettare programmare, partire. Vai via, per favore. 

Che appena te ne sarai andato, Dolcezze ha intenzione di comprarsi un paio di décolleté con tacco 12 e ha voglia di fare una passeggiata sul Viale a guardare negozi e poi andare al cinema e poi a mangiare una pizza, che ha da festeggiare ancora un compleanno. 

Ma dopo essersi allenata un po' a camminare in casa, però.

Commenti

  1. niente tacchi da 12 ma semplicemente da 5 , dopo un intervento ad un piede e 20 punti!!!
    Barbara

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  2. Mettersi i tacchi anche quando vai a fare la spesa. Comunque ci si riabitua, sta' tranquilla. Come sai tempo in ciabatte ne ho passato veramente tanto, e le prime volte mi sentivo un po' spericolata, ma durò poco 😊

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  3. Io appartengo a quelli che a scuola ci vanno lo stesso, ma i tacchi non li portavo nemmeno prima dell'incidente, dunque nulla è cambiato. Ma poter stare a scuola, anche a distanza, resta un indiscutibile privilegio di sanità mentale.

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  4. @ tutte: io difficilmente porto i tacchi nella quotidianità. A scuola mai, perché vado a scuola a piedi e arrivo sempre sul filo di lana. Poi il mio istituto è molto grande, con rampe di scale altissime, le aule sono distanziate e quindi il trasferimento da una all'altra deve essere veloce. Per la scuola, quindi, privilegio tacchi da 5 o scarpe sportive...ma ho sempre saputo camminare sui tacchi quando era necessario ! Quello che mi ha turbato è stata la difficoltà a camminare, mai prima avuta. Da qui il desiderio (a dire il vero, quasi un bisogno) di scarpe alte, quasi ad esorcizzare questo lungo e difficile periodo.
    @ la povna: fai lezione da scuola? A noi è stata data facoltà di scelta e io ho preferito rimanere a casa, anche per controllare il NonpiuCucciolo

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    1. Faccio lezione a scuola, la controllo, la presidio, la organizzo, modulo le ore di laboratorio e di sportello di prossimità in presenza, faccio l'orientamento, gestisco l'organizzazione di ulteriori lavori della provincia, distribuisco dispositivi in comodato. E molto altro, dal 5 marzo, come ora. Ho il privilegio di essere nello staff di presidenza, io ho potuto sempre andare a scuola, anche in primavera (previa ovvia comunicazione al prefetto, come da normativa, che io a differenza di molti, conosc(ev)o ). Ma ci sarei andata anche solo per fare lezione, perché sono un pubblico ufficiale, e penso che essere lì abbia un senso. Lo aveva a marzo, lo aveva ora.

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    2. Io vado a scuola se devo prendere o portare materiali, ma fare lezione in un'aula vuota sarebbe troppo difficile. Continuo a sperare di poter rientrare a pieno regime. Della scuola mi manca tutto e sono stata disposta a fare lezione con la mascherina, col disinfettante e anche a testa in giù. Speriamo solo che sia presto.

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    3. Tieni conto che noi siamo una scuola tecnica-professionale, dunque con laboratori ordinamentali, e il 25% di alunni fragili e molto fragili. Dunque abbiamo alcuni spazi di progettazione didattica diversi da quelli di voi liceali.

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  5. Amante delle scarpe basse e possibilmente sportive. Pensandoci bene la degna conclusione di quest'anno terribile potrebbe essere un dpcm che mi obbliga ad indossare i tacchi X(

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  6. Ah le ciabatte! Mi sono recentemente comprata una sorta di Crocs col pelo dentro che mi riempiono lo spirito oltre che scaldare i piedi! Come puoi capire, non sono molto ottimista sulla tempistica della dipartita del Coronavirus!

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