Dei libri dall'anno 76: Resta con me
Compatire significa patire con. Ed è la compassione (presente e assente) la vera protagonista dello splendido romanzo della Strout.
Un giovane pastore, Tyler Caskey, inviato a servire la piccola comunità di West Annett nel New England, conquista i suoi fedeli. È eloquente, profondo, si prende cura di tutti e singolarmente di ciascuno, porta una ventata di vita in un mondo chiuso e ristretto. Questo fa perdonare la stranezza di Lauren, la sua giovane moglie, troppo frivola e fatua, incapace di condividere la missione del marito. Eppure i due si amano profondamente e hanno due figlie, con tutte le difficoltà e le incertezze della quotidianità, inclusi i rapporti non facili con la madre di lui e i genitori di lei. Lauren muore, però, e la Sensazione (così Tyler definiva la sua intima comunione con Dio) che aveva dato senso alla sua vita e alla sua missione, lascia il posto al buio fitto del dubbio e del dolore. Se Tyler non riesce più a toccare con le sue parole la sua comunità, più drammatica è la situazione della sua primogenita, Katherine, che reagisce al dolore della perdita con il mutismo e con atteggiamenti aggressivi e provocatori. Invece di comprendere il dramma che questa piccola famiglia sta vivendo, la comunità ne ricerca motivazioni nascoste ed equivoche e alimenta un pettegolezzo che somiglia tanto alla calunnia: non è in grado di con-patire, appunto. E ogni parrocchiano, che spesso vive difficili situazioni personali, sia relative alla propria vita di coppia che al proprio lavoro, è pronto nell’ombra a gettare fango sul proprio pastore. Eppure una domenica la compassione riappare, proprio nel momento di maggiore abbattimento e con essa ritorna la Sensazione, anche grazie all’inno Resta con me, che dà il titolo al romanzo.
Compatire e fare del proprio meglio, riconoscendo anche i propri limiti e, soprattutto, imparando a ricevere amore, che, a volte, è più difficile che offrirlo; aprirsi all’altro, porgergli la mano, abbracciarlo e, nel contempo, accettare di essere abbracciati è la chiave della vita.
Ricordiamolo anche noi.
Ciao Dolcezze e grazie del suggerimento, credo che lo leggerò. Buona domenica!
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