Di vita da quarantena
Dolcezze si alza la mattina al solito orario, ma senza sveglia. Dopo il caffè e le normali abluzioni, si veste di tutto punto, copre le sue occhiaie, mette profumo, orecchini e collana (se necessario), cerca di sistemare i suoi capelli, ormai troppo lunghi e informi, e poi prepara la sua postazione per la lezione in sincrono. Durante la videolezione (per la quale la sua postazione è la cucina), la casa si anima: arriva per il caffè l'Amato bene, già sbarbato e incravattato, che dopo una veloce colazione si trasferisce in salotto per lavorare al suo computer. Intanto riemerge dalle coltri la Stella, che arriva ciondolando, mangia e si ritira nella sua stanza, per cominciare con le lezioni. Anche lei si veste, ma con un informe tutone a forma di panda "tanto si vede solo la faccia". Entra l'Erede, con la faccia sbattuta di chi ė andato a letto alle 3.00, non per fare bisbocce, ma per vedere in santa pace le serie tv che non ritiene siano opportune per il NonpiuCucciolo. Anche lui si prepara ma, secondo i suoi ineludibili principi di risparmio di tempo e, soprattutto, di comodità, sopra si veste regolarmente, sotto mantiene i pantaloni della tuta, con combinazioni cromatiche discutibili. Arriva facendo cenni per augurare il buongiorno, fa colazione e si chiude in camera col suo computer e le sue lezioni.
A questo punto arriva lui, il NonpiuCucciolo, con un pigiama che gli arriva a mezzo polpaccio (è cresciuto molto in queste settimane e non gli entra più niente) e, pur vedendo che la madre sta disquisendo di verbi o di antichi Romani, comincia a parlare piano, chiedendo consigli, delucidazioni e informazioni, alle quali la povera Dolcezze risponde a gesti, visto che non ha ancora capito come silenziare il tablet. In questo modo anche lei partecipa al folle gioco tanto in voga in questo strano tempo: "la vita che scorre dietro lo schermo ", quello che comprende nonne che rifanno i letti, mamme che passano l'aspirapolvere e fratelli che entrano urlando. Poi anche lui va "a scuola" e il povero Amato Bene, privato della sua postazione, occupata dal piccolo, comincia a vagare come un'anima in pena per la casa. Di tanto in tanto entra in cucina, apre il frigo, la dispensa, il forno, solleva i coperchi delle pentole, prende un paio di gallette, una banana o una mela ed esce. Negli intervalli fra una lezione e l'altra Dolcezze dispone spesa e pranzo e alla fine della mattinata si ritrova con un mal di testa folle e un altrettanto folle desiderio di normalità. Perché i docenti saranno stati bravissimi a riorganizzarsi e a perfezionare (se non inventare) la didattica a distanza, ma a scuola è un'altra cosa e se pure dal punto di vista "tecnico" tutto procede più o meno bene, manca da morire il contatto umano. Il pomeriggio, a parte i compiti, trascorre in cucina. A turno tutti cercano di inventare qualcosa e forse l'unico aspetto positivo della quarantena sarà che qualcuno avrà imparato a cucinare, ma nel frattempo tutti avranno preso molti chili, che poi sarà complesso smaltire (ma tanto, con questi chiari di luna, non sappiamo se ci sarà il problema della prova costume). E intanto la farina si compra (e si consuma) in pacchi da 5 kg, le pizze , le torte e i panini entrano ed escono dal forno e la domanda ricorrente è: "Che si mangia oggi?"
In queste settimane di convivenza forzata si è creato un certo equilibrio e tutta la truppa sta manifestando una resistenza e una resilienza inaspettate. Ognuno ha trovato il suo modo per sopravvivere, che sia la Playstation, le lettura condivisa di Harry Potter, le videochiamate o il ricamo. Chi proprio non ce la fa è l'Amato bene: in smart working alternato a ferie imposte, continua a lavorare e, di fatto, è più impegnato di prima. Negli intervalli scava solchi sui pavimenti e, come già detto, mangia.
Usciremo da questa crisi, sì, ma usciremo rotolando.
In queste settimane di convivenza forzata si è creato un certo equilibrio e tutta la truppa sta manifestando una resistenza e una resilienza inaspettate. Ognuno ha trovato il suo modo per sopravvivere, che sia la Playstation, le lettura condivisa di Harry Potter, le videochiamate o il ricamo. Chi proprio non ce la fa è l'Amato bene: in smart working alternato a ferie imposte, continua a lavorare e, di fatto, è più impegnato di prima. Negli intervalli scava solchi sui pavimenti e, come già detto, mangia.
Usciremo da questa crisi, sì, ma usciremo rotolando.
Da quello che si vede in foto chi ha imparato a fare la pizza la fa molto bene. Ciao Dolcezze di mamma.
RispondiEliminaLa foto non è nostra, ma solo perché non ho avuto modo di fotografare. Sì. Siamo decisamente bravissimi
EliminaBrava!
RispondiElimina"Andrà tutto stretto" ha scritto qualche genio sulla crostata in FB. E comunque un po' di pratica in cucina fa sempre comodo 🤗 (tu poi partivi da un livello più che alto)
RispondiEliminaHopefully this global crisis will end soon.
RispondiEliminaLife returns to normal and we can be free to do many activities outside the home.
Greetings from Indonesia