Di badanti (post poco serio)
foto dal web |
In questi lunghi anni di
acciacchi, malattie, difficoltà di ogni genere, Villa Arzilla ha dovuto
ricorrere ad aiuti esterni, visto che Dolcezze è una e i fronti sono tanti.
Come in ogni realtà umana, la generalizzazione è impossibile e ingiusta, ma, a
parte le riflessioni serie, dalle quali non si può prescindere, nelle
lunghe serate con la Genitrice Dolcezze ha riflettuto sulle diverse tipologie
di collaboratori incontrati in questi ultimi dieci anni e, un po’ per
sdrammatizzare e un po’ per sorridere, ne ha stilato una casistica (ovviamente
assolutamente non esaustiva e strettamente connessa con l’esperienza
personale). L’elenco include badanti maschi e femmine, italiani, comunitari ed extracomunitari,
così non scontentiamo nessuno e nessuno può tacciare Dolcezze di pensieri sessisti o razzisti:
Il fedifrago badante:
untuoso e mellifluo, dietro l’apparente disponibilità nascondeva una voracità
insaziabile: dopo essere stato strapagato per anni, nel momento del bisogno si
è defilato, annunciando perfino un (falso) trasferimento per non essere
contattato per eventuali problemi burocratici.
L’improvvisato: chiamato per
fare le notti all’ospedale per il Genitore, per ogni necessità chiamava
Dolcezze invece che gli infermieri. E’ stato l’Amato Bene ad insegnargli come
si cambia un pannolone.
Il padre di famiglia: fine
ed educato, ha accompagnato la prima fase della malattia del Genitore. Più che
un collaboratore, una parente. Quando, per esigenze personali, si è dovuto
trasferire, ha pianto lui e ha pianto tutta la famiglia Dolcezze. Ogni mese
chiama per sapere come sta la Genitrice, non dimentica un compleanno o un
onomastico.
Il maschilista: efficiente e
professionale col Genitore, non accettava le ingerenze e i consigli non
richiesti della Genitrice (figuratevi i fuochi d’artificio!). Comunque serio ed
affidabile.
Il ragazzo: per la Genitrice
troppo giovane e, quindi, non adatto ad accudire un anziano (“Lui è giovane,
non deve conoscere queste dure realtà della vita!”), ma non licenziabile (“E’
giovane, ha bisogno di lavorare”). Per questo nei primi tempi lei non gli
permetteva di compiere operazioni delicate, che svolgeva lei di persona. Cresciuto
in casa Dolcezze, ora si sposa e ha invitato tutti al matrimonio.
La pia: donna coraggiosa e
positiva, gran chiacchierona, ha gestito la delicata accettazione di un aiuto
da parte della Genitrice. La sua improvvisa partenza ha addolorato tutti,
soprattutto quando si è capito che era dovuta a seri problemi di salute. Con lei
ancora oggi videochiamate a gogò.
La ladra: dal punto di vista
“tecnico”, la migliore fra le badanti: precisa, affidabile, disponibile, anche
se molto taciturna (forse perché ancora non pratica della lingua). Peccato che,
pur non avendo mai fatto la cresta dei soldi (Genitrice è attentissima), facesse
la cresta di cibo e prodotti per la casa. Quando, però, ha fatto sparire
parecchia biancheria di casa, richiamata, ha pensato bene di sparire.
La vorace: mangiava in un
giorno la spesa di una settimana, dominata di una fame insaziabile “Io
lavoro, quindi devo mangiare”. Peccato che, però, non si preoccupasse di
far mangiare la Genitrice “Tu vecchia. Per te basta pastina”. Durata: 3
giorni.
La pretenziosa: “Signora,
tu devi cucinare. Ma non bollito: io piace fritto. Io no malata e
vecchia. Io devo mangiare” E alla normale considerazione della Genitrice: “Preparati
tu quello che vuoi, che io mangio a modo mio”, “No, signora: io non so
cucinare. Cucina tu.” E la Genitrice doveva inventarsi cibi appetitosi e
variati.
La pazza: accoglie
l’incarico con entusiasmo, ma già la prima sera comincia a contestare il caldo,
la casa, il condizionatore, il cibo, la televisione, la camera e, soprattutto,
si rifiuta di fare la spesa e andare in farmacia, perché non è compito suo. E’ sgarbata
ed insolente. Dopo una settimana, finalmente, se ne va.
La ragazzina “supplente”:
non conosce una parola di italiano e per questo comunica a gesti con la
Genitrice che, però, è soddisfatta di lei perché ubbidisce ciecamente alla sua
volontà. Forse perché sa che il lavoro è solo temporaneo.
La viaggiatrice (la badante
attualmente in carica): da due anni, arrivati a metà giugno, quando sa che
Dolcezze è più libera, ha la necessità impellente di rientrare nel suo paese,
dal quale ritorna praticamente all’inizio della scuola. E’ affidabile, di
famiglia (visto che è la signora che aiuta(va) Dolcezze), ma proprio per
questo si concede libertà inconcepibili. Adesso ha comunicato che fra 6 mesi
rientrerà definitivamente in patria e quindi entro quel termine si dovrà
trovare una nuova badante. Cominciamo da subito ad incrociare le dita.
fantastico questo post, quanta pazienza ed esperienza, speriamo che la prossima badante sia meglio
RispondiEliminaComplimenti!!!!
RispondiEliminaNon è ironico ma proprio COMPLIMENTI a tutti voi per la pazienza!!!!! Mia nonna è da poco deceduta a 104 anni ma è SEMPRE stata accudita da mia mamma, quasi ottantenne, che non ha mai voluto qualcuno in casa per una mano...
Io mi auguro di non dover avere in giro per casa queste figure perché io non vivrei più a casa mia!!!! Mi vengono in mente scene in televisione di anziani trattati male, con badanti che rubano, che non fanno il loro dovere ma l'esatto contrario!!!!
CREDO che mi comprometterei perché installerei telecamere di sicurezza e al primo sgarro, guai!!!! Le persone anziane vanno protette e mi ribolle il sangue al pensiero che, dopo una vita, qualcuno si permette di trattarle male!!!!!!
Vi auguro di trovare una persona speciale, di certo c'è e magari ha bisogno di lavorare!!!
Un abbraccio fortissimo!!
Kisssssssssssssss
Incrocio le dita con te! Un/a buon/a badante è come la perla di gran pregio del Vangelo, e. volentieri venderemmo il nostro patrimonio per procurarcela.
RispondiEliminaImmagino che la badante perfetta non esista ma quella di mio padre ci va molto vicino. Purtroppo - o per fortuna, visto che ha badato anche ai casi miei e ha aspettato che mi rimettessi in forze - quest'anno finalmente ha potuto andare in ferie, e si sa che in Agosto non è facile trovare e insomma, ti presento una nuova tipologia: la COZZA, convinta che il suo lavoro consista soprattutto nello stare a mezzo passo dall'assistito guardandolo. Mio padre, che predilige una certa solitudine, ha assai patito il cambio. Fortuna che tra poco le ferie finiranno, perché è stata proprio dura!
(La mia preferita del tuo campionario è quella che andava nutrita con gustosi manicaretti. Penso che una così mi piacerebbe, se fossi ancora in grado di cucinare, perché è una cosa che amo fare e mi lascerebbe un certo grado di partecipazione alla vita di casa. La Vorace invece è palesemente idiota: i figli perdonano molte cose ma NON il genitore affamato!)
Interessante carrellata di personaggi. Descritti comunque con garbo e umana pietà anche quando si tratta di persone inadatte al ruolo.
RispondiEliminaIo proprio ieri ho soccorso una paesana, una signora di 95 anni. Ero andata ad un centro commerciale per fare una passeggiatina guardando qualche vetrina, ed entrando l'ho notata seduta su una panchina con una signora male in arnese accanto. Subito ho pensato fosse la badante, ma al ritorno la signora era ancora lì, visibilmente agitata e con delle altre persone accanto, questa volta preoccupate anche loro per lei.
Quando mi sono avvicinata ho capito che qualcuno l'ha attirata fuori casa per farle fare un giro e poi l'ha abbandonata su quella panchina. Era già passata un'ora, da quando l'avevo vista la prima volta, e probabilmente era lì da più tempo. In sostanza l'ho portata a casa io, trovando poi la polizia ad attenderci sulla soglia di casa sua. Ho dato le mie generalità, ma sono rimasta soprattutto spaventatissima per la vulnerabilità di una persona anziana e sola, grande quanto un pulcino bagnato (non scherzo, sarà 1.40 per 35 Kg bagnata), che ha fatto il bene per una vita, tutta dedita alla fede e agli atti di bene. Sono ancora sconvolta per la cattiveria di chi le ha fatto questa porcheria.
Bridigala
Che storia rivoltante. Ma come si fa...
EliminaCome scrive Betta anche io ho in mente certe scene viste in tv, ma sono una minoranza per fortuna. ricordo con piacere le 3 badanti che hanno assistito mia mamma e devo dire che è un lavoro che io non farei, ci vuole tanta pazienza e tanto amore per gli altri.
RispondiEliminaBuona serata