Di riflessioni del cactus 2
Quando le aveva portate al
buen Retiro, dopo che per sei mesi erano rimaste nel balcone di casa, la
Genitrice aveva detto che erano dei “legnetti secchi” e che era stato un
trasferimento inutile. Un collega, infatti, conosciuta la nuova passione
di Dolcezze per le piante grasse, gliene aveva portato di varie specie, ma solo
alcune avevano preso subito dimora nel Buen Retiro e le altre erano rimaste a
casa dove, evidentemente, anche loro soffrivano del mal di città, nonostante il
sole e le cure. Arrivate al mare, le piantine sono state poste in vasi più
grandi e, vuoi per il trasferimento, vuoi per la terra fresca, vuoi per la diversa
esposizione, sono “esplose”: l’Opunzia ha cominciato a produrre nuove pale
(dopo aver riacquistato un piacevole colorito verde)
e la Stapelia sta fiorendo.
E Dolcezze ha pensato ai suoi alunni di Quinta, con le valigie pronte per le università del Nord e anche all’Erede, che concluderà lontano il suo percorso di studi e ha sperato che anche per loro la nuova terra e il nuovo Sole siano forieri di nuove e più rigogliose fioriture.
e la Stapelia sta fiorendo.
E Dolcezze ha pensato ai suoi alunni di Quinta, con le valigie pronte per le università del Nord e anche all’Erede, che concluderà lontano il suo percorso di studi e ha sperato che anche per loro la nuova terra e il nuovo Sole siano forieri di nuove e più rigogliose fioriture.
Perché la vita è cambiamento
e, a volte, è bene spostarsi, mettere alla prova le proprie forze, perché nuovi
rami possano spuntare e nuove radici attecchire, con la speranza che poi, però,
si possa tornare, più saldi e più forti, per contribuire a rendere migliore il
proprio mondo.
Ma la mamma-prof, che pure
incoraggia, sostiene e spinge, ha il cuore che sanguina: è la prima separazione
ed è triste pensare che la tua terra non ti consenta sbocchi stimolanti per i
tuoi sogni e ti costringa ad andare lontano.
Immagino la tua sofferenza. È quella che prova ogni genitore nel vedere il proprio figlio allontanarsi, io sono stata fortunata perché l'università e il post-università permetteva loro di tornare a casa tutti i giorni tuttavia è arrivato anche per me il momento del giusto e sofferto distacco. Ciao Dolcezze. Buona domenica.
RispondiEliminasinforosa
Il distacco è inevitabile e già messo in conto quando, al parto, li separano "fisicamente" da noi. Ma è difficile comunque.
EliminaDa madre non posso pensare alla vita lontano da mio figlio.
RispondiEliminaEppure, crescendo mi abitueró a non averlo più sul cuore, ma solo nel cuore.
Pensa che presto o tardi tornerà.
Io ho deciso di tornare "a casa" dopo sei anni di matrimonio.
Sono partita da sola e adesso torneremo in tre. Pensa che casino per mia madre accudirci tutti. 🤣
Troverò una casa a pochi isolati dalla sua. Scommettiamo? 😉
Tua madre ne sarà felicissima, altro che!
EliminaCome ti capisco! Io ho un figlio di 25 anni che non riesce a trovare lavoro e ho tanta paura che sarà costretto, come tanti, troppi ragazzi del sud, ad andare lontano a cercare la sua strada. Io mi sento morire al solo pensiero.
RispondiEliminaIo confido che, se devono andare, riescano poi a tornare. La nostra terra ha bisogno di loro.
EliminaE' proprio vero, la vita è tutto un cambiamento, non fai a tempo ad abituarti ad una situazione che già è tutto diverso, però è anche il suo bello... forse dobbiamo imparare dai cactus?!
RispondiEliminaPenso proprio di sì: adattarci ai cambiamenti, sopravvivere a situazioni estreme...
EliminaÈ davvero un peccato, visto che ai tempi del civile e colto medioevo la Sicilia era un crocevia di grandi culture, con una università fra le più prestigiose del mondo, e nei ritagli di tempo vi inventaste pure la poesia italiana. Ai giovani però fa un gran bene volare via per un po' e provare le loro ali - e ripenso a tutte le studentesse meridionali che si sono laureate a Firenze nei miei anni e hanno rallietato i miei corsi di studio: Firenze infatti è uno dei punti di appoggio preferiti, almeno per Lettere, Architettura e Legge. Augurissimi ai tuoi ex alunni e all'Erede!
RispondiEliminaE' un serpente che si morde la coda: i ragazzi vanno via perché l'impianto di alcune lauree (per lo più magistrali) è di impianto tradizionale e c'è poca scelta...e c'è poca scelta perché i ragazzi vanno via.La preparazione è sempre valida, ma le sollecitazioni minori.
EliminaIo ho provato già il distacco dal più piccolo che a 18 anni é andato a studiare a Bologna. Lui non tornerà più, i suoi studi lo porteranno in giro per il mondo. Il grande farà la magistrale fuori e so che non tornerà più perché detesta la nostra città che non offre stimoli e si piega sempre di più sul suo atavico menefreghismo. Quest'anno so che aprirò la porta e non troverò nessuno fino al ritorno di mio marito. E sono fortunata perché una mia amica ha perso il marito e il figlio studia a Milano. Il sud manda i suoi figli lontano ed è destinato a essere terra di vecchi nostalgici e in perenne attesa.
RispondiEliminaCapisco bene. Dovrai reinventarti, ma sarà dura, oh se sarà dura!
EliminaQuanta dolcezza e malinconia, hai ragione è triste che la terra che si abita non offra sbocchi per fiorire lì, vicino ai propri affetti e alle proprie radici!
RispondiEliminaIo mi sforzo di trovare i lati positivi: maggiore autonomia, necessità di autogovernarsi...ma è dura!
Elimina