Di lessico famigliare 15

foto dal web

L’ingratitudine è una brutta bestia e non sempre si riesce a sopportarla. Per tutta la vita ti sei allenato a dire: “Lo faccio perché è mio dovere, lo faccio perché mi piace, lo faccio in spirito di servizio”, ma quando non ottieni il giusto riconoscimento per la fedeltà e la cura che hai messo nel tuo lavoro, ci rimani male, non perché ti aspettassi una medaglia, ma perché almeno un grazie lo gradiremmo tutti. Questo succede quotidianamente, il più delle volte non per cattiveria, ma per trascuratezza: per genitori, figli, colleghi, alunni, tutto è dovuto e, se quasi sempre non badiamo a queste cose, ci sono dei periodi in cui siamo un po’ giù e in cui ogni dimenticanza ci ferisce.

Chi ha dedicato tempo ed energie ad un’attività e vi ha investito affetti e sentimenti soffre e a poco servono le parole di incoraggiamento e di sostegno degli amici. Meglio prenderla con distacco, allegramente, e ricordarsi quello che diceva la Nonna devota: “Alleva porci, che all’annu manci”, cioè “Alleva (cioè prenditi cura di) maiali, di cui sicuramente l’anno dopo mangerai la carne”, invece che figli/amici/alunni, dai quali non puoi esser certo di avere riconoscenza.
Triste, ma vero.

E questo è per te, Amica Lettrice, che ancora non hai perso le illusioni.











Commenti

  1. Io da tempo mi sono allenata a non aspettarmi nulla da chicchessia, qualunque cosa arrivi è ben accetta, quello che non arriva pazienza, posso farne a meno. Questo non significa che al momento opportuno, con parole opportune lo si può far presente. Ciao Dolcezze, buona giornata:)
    sinforosa

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  2. Una lezioncina che sto imparando a poco a poco. Talvolta mi viene da piangere di commiserazione per me stesso quando mi schiaffano l’ingratitudine in faccia . Mi prometto di prendere le distanze per la prossima e poi ci ricasco, ma sempre con maggiore consapevolezza. Una collega mi dice sempre “non chiedere ciò che gli altri non possono, non vogliono o non sanno dare” anche in termini di riconoscenza. Su, su, su! 😊

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  3. Bellissimo proverbio, che una carnivora convinta come me trova davvero gustoso (CHOMP!). Ma se mangiare il filetto di un giovane alunno potrebbe essere una succosa esperienza altrettanto non sempre si può dire di stagionati colleghi o tigliosi genitori - insomma, uscendo di metafora, come osserva Mel ognuno dà quel che ha. Il che non toglie che a volte ci rimani male e che, davvero, il porco sotto questo offre ben più garanzie di molti umani 😰

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  4. Leggo e non commento mai, ma questa volta mi sento di dire la mia....noto, per esperienza personale, molta più gratitudine e affetto dai miei cani che da certi umani

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  5. Molto saggia la nonna! Sottoscrivo in toto.

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