Dell'adolescente maschio in shopping



dal Web
Quando è nato questo blog, Dolcezze parlava spesso di adolescenti, al punto di avere creato una rubrica quasi settimanale. Del resto, in casa ne aveva due, che sommati a quelli di scuola, le fornivano materiale a gogò. Poi gli adolescenti di casa erano cresciuti, la situazione era diventata più normale e Dolcezze si era illusa di esserne fuori (perché, alla fin fine, gli alunni li vedi solo per mezza giornata!) e il Cucciolo era ancora piccolo. Bene: il Cucciolo è cresciuto e già manifesta segni inequivocabili di adolescenzitudine.
Il quasi-adolescente si prepara alla Cresima. Anche a non voler fare progetti faraonici, occorre comprargli qualcosa di nuovo e lì, in un terribile pomeriggio, è comparso lui, l'adolescente maschio in shopping.

L'adolescente maschio che deve andare a fare shopping innanzi tutto rimanda, pospone, procrastina, rinvia, differisce, si rifiuta di uscire, ma, contemporaneamente intima alla madre di non comprargli nulla lei, visto che deve scegliere lui cosa indossare. Nell'incombere del giorno dell'evento, la madre furibonda lo prende per le orecchie e lo trascina in un negozio. Qui la tragedia, già iniziata prima di uscire, si consuma: intanto l'adolescente non vuole provare nulla. Costretto, prova UN SOLO PAIO DI PANTALONI e dice che vanno bene ("Ma come? Si vede chiaramente che ti vanno stretti!" "Sì, sì...ma vanno bene così"). Al rifiuto della madre e al suo obbligo di provarne altri si assiste a scene degne di Vittorio Gassman: l'adolescente impreca, piange, si dispera, sbuffa, maledice l'evento, promette che non uscirà mai più e che d'ora in poi delegherà, implora pietà e infine prova i nuovi pantaloni, dopo aver creato una palla indistinta con quelli precedenti. La madre comincia a perdere il controllo, si contiene e, non appena individuato un paio appena passabili, corre alla cassa e fugge via. Peccato, però, che non bastino solo dei pantaloni, ma che si richieda obbligatoriamente almeno una camicia: nuova tragedia. La madre neanche ci pensa a proporre una giacca: del resto l'adolescente ha un'idea tutta sua dell'eleganza, e lei ha esaurito la sua scorta di pazienza. Arrivati alle scarpe, la genitrice si rivolge direttamente all'Altissimo. Se è fortunata, l'adolescente ha le idee chiare e si va direttamente nel negozio giusto, altrimenti..."Queste sono scarpe da bambino/queste non mi piacciono/voglio le Adidas, le Nike, le Converse" e chi più ne ha più ne metta.
La povera madre, non appena trova quelle su cui si può trovare un minimo di compromesso, acquista e fugge, pregando che questa fase passi presto. 

Poi ricorda, però, che il maschio in shopping è una tragedia a qualsiasi età...e si dispera. 
Pensatela, pensatela...



(Per chi volesse conoscere l'adolescente femmina in shopping, qui e qui)

Commenti

  1. Che bei ricordi, Dolcezze. Un abbraccio al figliolo.
    sinforosa

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  2. I miei non sono adolescenti ma il poi, dopo, più tardi, un'altra volta,.. non sono cambiati.

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  3. Hai ragione, il maschio in shopping è una tragedia a qualsiasi età. Io ho un sessantenne e per vestirlo per la Comunione del nipote ho dovuto sudare sette camicie.un abbraccio e coraggio....

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  4. ahahahah, il mio ha 9 anni e per vestirlo alla comunione le stesse scene!!!!

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  5. @ tutte: effettivamente noi povere donne non abbiamo molte speranze. Mariti, figli o nipoti ...la musiaca non cambia

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  6. Mio figlio è piccolo, quindi per un po' dovrei essere salva.
    Qui, comunque, quella che detesta visceralmente lo shopping sono io. Se vado per negozi è solo perché non ho più nulla da mettere, ma non per dire. Per me è un'agonia, una assoluta perdita di tempo, una noia mortale.

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  7. Beh, con un marito puoi sempre dire "arrangiati tu, per quel che mi riguarda puoi anche andartene in giro nudo". Ma se lo fai con un figlio minkrenne rischi di vederti togliere la patria podestà... comunque solidarizzo molto col Cucciolo e anche con Squitty; mentre mia madre solidarizzerebbe molto con te, immagino, perché quando mi portava a vestiti reagivo con lonstesso entusiasmo del Cucciolo. In realtà andare a comprarmi vestiti non mi dispiace, e ogni tre-quattro anni lo faccio volentieri, se le circostanze sono favorevoli, i commessi abili a servirmi senza troppe smancerie e i colori di tendenza vanno verso l'azzurro... e soprattutto se ogni capo del mio guardaroba si appella ai sindacati invcando il diritto alla pensione 😄

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