Dei libri dell'anno 66: Jezabel


In un'aula di tribunale affollata entra, imputata per omicidio, una donna famosa per la sua bellezza e la sua vita straordinaria. Si leva un brusio diffuso: tutti, uomini e donne vogliono vederla bene e ascoltarla. Lei però non dice nulla, se non confessare l'omicidio di un giovane, suo presunto amante. Dinanzi alle accuse, gravi e infamanti, lei tace. Non risponde quando le viene chiesta l'età, non commenta, né reagisce dinanzi alle testimonianze, che la inchiodano come donna amorale, che, novella Jezabel, frequenta le case di tolleranza. Ma la sua bellezza sembra sfiorire giorno per giorno e la donna che arriva alla fine del processo e alla condanna appare molto più anziana di prima. 
A questo punto, a processo concluso, l'azione si sposta a tanti anni prima, quando la protagonista, Gladys, è una bellissima sedicenne che, per la prima volta, diventa consapevole del suo straordinario fascino e del potere che ha sugli uomini. Qui parte la sua storia, il racconto dei suoi matrimoni, della figlia, della vita di svaghi, feste e balli, in quella fin de siècle che cambierà l'Europa. Gladys è signora e vittima della sua bellezza, che cura meticolosamente, e della sua giovinezza, che considera l'unica felicità al mondo. Lo scopo della sua vita è il piacere e il controllo degli uomini che le cadono ai piedi e che lei domina con il suo inesauribile potere. Ma, anche se la natura è benigna con lei e non le lascia addosso i segni del tempo, questo corre inesorabilmente e la figlia, che lei si ostina a considerare bambina, diventa una donna che vuole amare. Questo la devasta: non può diventare la madre di una sposa, la suocera di un giovane e, peggio, la nonna di un nipote. Per questo ruba la felicità della figlia e annulla il suo stesso essere madre. E intanto c'è la guerra, che capovolge il mondo e, per fermare il tempo, non basta alterare i propri documenti di nascita e far sparire le foto della figlia. Gladys non accetta di invecchiare, perché non può accettare di non essere più desiderabile, ricercata, adorata. Rifiuterà persino il matrimonio con l'uomo che ama, perché dovrebbe produrre i documenti e confessare la sua vera età e sprofonderà ogni giorno di più in una folle (e inutile) gelosia, fino al tragico finale.

Terribile figura di donna egoista e narcisista, autoreferenziale e priva di ogni remora morale, incapace di accettare la vecchiaia che, come Mimnermo, considera il peggiore dei mali; personaggio terribilmente attuale, se guardiamo a figure contemporanee rese mostruose da una chirurgia finalizzata a fermare il tempo o, quanto meno, a ritardarne il più possibile l'inevitabile incedere, indimenticabile figura di madre-non madre, pare ispirata alla stessa genitrice dell'autrice. Il tutto raccontato con lo stile raffinato della Nemirovski, che non mi stancherò mai di ammirare.

per il Venerdì del libro, dopo tanto, tanto tempo...

Commenti

  1. Non conoscevo questo romanzo ma la tua recensione mi ha fatto venire il desiderio di leggerlo. La Nemirovsky è una grande, grande scrittrice. Questa figura di donna, da come la descrivi tu, è l'antitesi della femminilità secondo ilio punto di vista. Ma è interessante e ti ringrazio per la segnalazione, corro a comprarlo.

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  2. meraviglioso. il primo che lessi della nemirovsky, mi aprì al suo mondo: stile asciutto ma raffinato, cinico quanto basta.E' senxz'altro una dlele mie autrici preferite.

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  3. anch'io la adoro, questo non l'ho letto, grazie!

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  4. A nessuno piace invecchiare, ma costruire la propria vita, rifiutando l'inevitabile, è un vero suicidio!

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