Dei libri dell anno 63: Gli aquiloni

La memoria può veramente portare alla morte o serve a rimanere vivi? La follia è una via di fuga o un modo per combattere? Si può resistere al nemico solo con le armi o anche con l'arte? L'amore può superare ogni cosa o vive solo di assenza?
A queste domande (e a molte altre) risponde Romain Gary in questo romanzo bellissimo, che è difficile anche definire: è un romanzo di formazione, un romanzo d'amore, un romanzo storico sulla Resistenza francese, ma è contemporaneamente una riflessione sull'uomo e la vita.



Il titolo prende il nome dagli aquiloni costruiti dal tutore del protagonista, Ambroise Fleury, un postino che è tornato pacifista dalle Grande Guerra e con le sue creazioni vuole riportare la bellezza e lanciare messaggi positivi. Tutti lo credono pazzo, anzi, credono pazza tutta la sua famiglia, caratterizzata da una memoria prodigiosa. Questa caratterizza anche Ludo, che vive con Ambroise dalla morte dei suoi genitori e che si sorprende sempre di fronte alla bellezza degli aquiloni che si innalzano nell'azzurro, perché sono nati per volare in alto ("Quando è a terra un aquilone ha bisogno di molta amicizia; a livello del suolo perde forma e vita, e si rattrista facilmente. Gli ci vuole altezza, spazio libero e molto cielo attorno per sbocciare in tutta la sua bellezza"). Il loro volo è reale e simbolico, perché porta in alto anche chi li conduce ("a volte mi sembrava che fosse l'aquilone a tenere Ambroise Fleury all'altro capo del filo")  e ricorda che occorre sognare, ma contemporaneamente essere consapevoli che quando i sogni toccano terra possono farsi male (e fare male).
La vita di Ludo, ancora bambino, cambia quando incontra per caso una fanciulla bionda, Lila, di cui si innamora follemente, al punto da aspettarne per anni il ritorno; questo amore condizionerà la sua esistenza quando la grande Storia li separerà. 
La guerra tirerà fuori il meglio e il peggio di tutti: Ludo, riformato perché "pazzo", collaborerà attivamente con la Resistenza, così come la signora Julie Espinoza, anziana ebrea tenutaria di un bordello, capace di trasformarsi per sopravvivere, ma fornita di un gran cuore, come la Madame Rosa de La vita davanti a sé. E poi c'è chi resiste a modo suo, come il famoso cuoco Marcellin Duprat, che difende le sue tre stelle Michelin continuando a cucinare anche sotto i bombardamenti che accompagnano lo sbarco in Normandia. Tutto ciò appare follia, ma in realtà è capacità di immaginare l'oltre ("non vale la pena di vivere nulla che non sia un'opera d'immaginazione, sennò il mare sarebbe soltanto acqua salata").
Non voglio aggiungere altro della trama, per non rovinare la lettura, ma non posso tralasciare un aspetto. Di fronte all'orrore perpetrato dai nazisti, Ludo dolorosamente nota:"I nazisti erano umani. E ciò che di umano c'era in loro era la loro disumanità...non erano dei mostri. Ed è proprio questo a essere mostruoso". E poi la riflessione amara (e quasi terenziana) : "Di bianco e nero ne abbiamo fin sopra i capelli. L'unica cosa umana è il grigio" , che ricorda che ogni giudizio, dinanzi alla storia, deve essere sospeso.
Comunque l'aspetto più importante del romanzo è la speranza, quella che non è concessa a chi è solo ("Per la speranza bisogna essere in due"), che nasce dalla follia ("per continuare a credere e sperare bisogna essere matti") e che deriva dall'amore ("ero di nuovo sicuro della nostra sopravvivenza e del nostro futuro, perché sapevo amare").

Lo consiglio caldamente e con questo libro ritorno, dopo tanto tempo, al Venerdì del libro.








Commenti

  1. Mi hai molto incuriosito cara Dolcezze.
    Da aggiungere alla lista dei libri da leggere!😉
    Un abbraccio
    Maria

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  2. Mi hai incuriosita lo metterò nell'elenco libri da leggere. Buon fine settimana.

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  3. Aspetta il suo turno da mesi. Bellissima recensione, grazie per non aver rivelato troppo. Dopo aver letto"La vita davanti a sé " questo autore mi è entrato nell'anima.

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  4. Che lettura interessante dev'essere questa. Non sembra il classico approccio al tema storico della Guerra e della Resistenza e perciò voglio metterlo in lista per un momento in cui vorrò un libro intenso e importante.
    Ciao!

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  5. pare di essere molto interessante.

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  6. Ho letto La vita davanti a sè qualche mese fa, e mi ha un po' delusa. Fu il punto dio vista del bambino, con quel suo linguaggio infantile a parlare di cose enormi come quelle raccontate nel libro, che non gradii. Forse, dopo questa recensione, potrei roprovare con questo autore ...

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  7. Segnalazione molto interessante, mi piace! Aggiungo alla lista infinita... Dove peraltro ci sono già alcuni libri che hai consigliato in questi anni.

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