Di lessico famigliare 7
"Se
un terremoto durasse tanto!", così urlava la Nonna Devota, madre della
Genitrice, se qualcuno non accorreva immediatamente quando lei lo chiamava perché
aveva bisogno di qualcosa o se non si era veloci a fare quanto da lei richiesto. Del resto lei aveva vissuto il terremoto del
1908 ed era pienamente consapevole delle conseguenze di una scossa prolungata.
A questa frase Dolcezze pensa spesso,
mooolto spesso e altrettanto spesso la ripete.
Infatti, se esiste una perversa punizione,
un rigido contrappasso, una sottile vendetta per l'iperattività di Dolcezze,
questa è incarnata esattamente dall'Erede. Ciò che dai comuni mortali è
eseguito in un minuto, da lui è realizzato in mezz'ora, ma, dato che per tutte
le attività che lo interessano è attivissimo e organizzatissimo, Dolcezze ha
concluso che la sua lentezza è funzionale al non fare nulla (o comunque il meno
possibile) di quanto richiesto alle sue energie.
Se lo chiami perché ti porti una bottiglia, fai prima ad andare alla sorgente, se gli chiedi di andare a comprare qualcosa, stai certa che passerà un'ora e tu sarai già uscita tre volte per fare la stessa cosa. Insomma la strategia è chiara: ti prende per sfinimento e fa un decimo di quello che dovrebbe. Il suo accesso in bagno suscita timore e tremore, la sua vestizione è degna di quella del Giovin Signore, il suo incedere, lento e solenne, ricorda l'avanzare del Re Sole.
Effettivamente, "Se un terremoto durasse tanto", anche la città meglio costruita crollerebbe.
Se lo chiami perché ti porti una bottiglia, fai prima ad andare alla sorgente, se gli chiedi di andare a comprare qualcosa, stai certa che passerà un'ora e tu sarai già uscita tre volte per fare la stessa cosa. Insomma la strategia è chiara: ti prende per sfinimento e fa un decimo di quello che dovrebbe. Il suo accesso in bagno suscita timore e tremore, la sua vestizione è degna di quella del Giovin Signore, il suo incedere, lento e solenne, ricorda l'avanzare del Re Sole.
Effettivamente, "Se un terremoto durasse tanto", anche la città meglio costruita crollerebbe.
Ecco, Dolcezze non è più una città
costruita bene: travi arrugginite compaiono qua e là e la sua stabilità non è
più una certezza: questo terremoto la sta logorando.
Ahhhhh.....questi fanciulli!!!!
RispondiEliminaChe ridere, sono ritornata indietro nel tempo quando i miei figli vivevano ancora con me; soprattutto la parte del bagno e della vestizione mi ha ricordato gli accidenti che uscivano dalla mia bocca la mattina quando loro dovevano recarsi a scuola e non erano MAI pronti.....e le successive corse per prendere il treno!
RispondiEliminaMa non ti preoccupare, la ruota gira per tutti (citazione della mia nonna) ed ora che sono genitori penso che tra poco toccherà a loro (già intravedo le avvisaglie)!