Di #Insieme Raccontiamo 18: Il treno
Anche questo mese provo a cimentarmi con l'incipit di Patricia per #insieme raccontiamo 18.
Arrivo sul filo di lana, visto che il periodo è quello che è ...
Arrivo sul filo di lana, visto che il periodo è quello che è ...
IL TRENO
Battisti nelle cuffiette cantava
“c’è un treno che parte alle 7,40...”
Forse non erano proprio le 7,40 però
il treno era lì, fermo come un cannibale vorace pronto a inghiottire chiunque
gli si avvicinasse troppo. Pauroso, eppure invitante.
Doveva smettere di guardarlo e
prendere una decisione. Salire o no?
Lasciare
casa, amici, lavoro…e poi perché? Inseguire i sogni, accettare quella proposta
così folle, così temeraria…eppure così accattivante: lavorare in un circo,
condividere la vita vagabonda di quella gente, indossare un costume, imparare a
leggere le carte, chissà… Sua madre le aveva detto che era una cosa da pazzi e
da incoscienti. In fondo lui non le aveva promesso niente…
Voleva
andare via. Si sentiva stretta in quella casa con le tendine ricamate e i centrini inamidati, a mangiare gnocchi il giovedì e trippa il
sabato, in quella consuetudine che era diventata schiavitù. E poi era arrivato
lui, con la sua voglia di vivere e col suo progetto…e lei si era persa. La sua
vita casa-ufficio non le bastava più.
Non
ci sarebbe stato un ritorno, lo sapeva. Il treno coi suoi fanali rossi sembrava
un drago pronto a rapirla: ma il cavaliere sarebbe arrivato lancia in resta a
salvarla? Oppure lei sarebbe sparita in quella notte che si annunciava nel
crepuscolo?
Aveva
con sé solo una borsa. Dentro una fotografia, un libro e una penna: il passato,
il presente e il futuro. Non aveva neanche un cambio di biancheria: se
si ricomincia bisogna rinnovare tutto. Anche i documenti aveva lasciato a casa:
non voleva più essere Bianca. Sarebbe stata Diana, l’acrobata (o la cartomante,
chissà)
Un
fischio acuto, il treno in movimento e Bianca si risveglia di soprassalto.
Un
momento di confusione: chi sono? dove vado? Poi ricorda: sta andando al lavoro,
come ogni giorno: casa-ufficio, ufficio-casa, giovedì gnocchi, sabato trippa…su
quel treno che la porta su e giù per la valle ogni mattina, ogni sera.
Apre
la borsa. Dentro solo una fotografia, un libro e una penna: il passato, il presente,
il futuro.
Quel
giorno non sarebbe scesa alla solita stazione.
bellissimo....
RispondiEliminabrava Dolcezze..
:*
Ma che bello Dolcezze!
RispondiEliminasai sempre farci sognare!
Un abbraccio
Maria
Bravissima, mi piace molto
RispondiEliminaE tu dici a me che sono da denuncia??... Dolcezze! STREPITOSO questo tuo finale! BELLO, con tante cose dentro, tante chiavi di lettura, tante piccole gocce di ciascuno: a chi non è mai capitato di sentirsi prigioniero della routine, ad esempio?
RispondiEliminaUna fotografia, un libro e una penna: mica ci avevo mai pensato che potessero rappresentare passato, presente e futuro. Eppure, è così. Queste sono quelle associazioni che finisci per portarti dietro per tutta la vita... Thanks!<3
Continualo sto romanzo.
RispondiEliminaMi piace.
Lo compro subito.
@ tutte: grazie! Vi assumo come personal trainer, ché in questo momento ho bisogno d'incoraggiamento
RispondiElimina@ Irene: no, no: TU sei da denuncia!
@ Solsido: guarda che ti prendo sul serio...e poi sono guai per te!
Bello bello !aspetto di leggere il seguito!
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