Di Presidi e di Dirigenti



C'era una volta il Preside. 
Costui/costei era un ex prof che, passato dall'altra parte, non aveva dimenticato la difficoltà, l'impegno e la bellezza dell'insegnamento. Costui/costei presiedeva con autorevolezza e con autorità, conosceva i suoi alunni (o, quanto meno, li riconosceva come suoi se li incontrava fuori dalla scuola), anche perché aveva la cura di scuole piccole, che avevano quasi una gestione familiare. Guai, però, a rivolgersi a lui/lei con un familiare tu: al Preside si dava obbligatoriamente il lei.
Il Preside si preoccupava soprattutto della didattica e, se particolarmente scrupoloso, controllava personalmente che il prof (soprattutto se nuovo arrivato) fosse all'altezza dell'incarico. C'era qualcuno che origliava dietro le porte, qualcun altro che ricorreva ad informatori interni o esterni, qualcuno, addirittura, ti "interrogava" su metodi e contenuti di insegnamento. Difficilmente il Preside interveniva nella valutazione finale.
Se il docente aveva bisogno di conferire con il suo Preside, per una necessità personale o scolastica, bastava che si presentasse alla sua porta e bussasse: se il Capo era libero lo riceveva, altrimenti lo rimandava.
C'erano presidi disponibili, dispotici, umorali, presuntuosi, organizzati, abili nella gestione o confusionari, ma, in genere, era possibile confrontarsi con loro alla pari.
Il Preside, appunto, presiedeva, come una sorta di primus inter pares. 
Poi, ad un certo punto, è cambiata la terminologia e il cambio di nome ha provocato una mutazione ontologica: il Preside è diventato Dirigente Scolastico:
non presiede più, dirige.
Il Dirigente è un manager che non ha il tempo di occuparsi della didattica, perché deve mantenere i rapporti col territorio, con le aziende, con la stampa.
Il Dirigente spesso ha rimosso il ricordo del suo insegnamento e si rivolge al suo docente come ad un suo sottoposto.
Il Dirigente conosce a malapena i suoi docenti, anche perché spesso non è a scuola, visto che deve pubblicizzare la sua scuola e trovare sponsor.
Il Dirigente ha un ufficio con anticamera in cui staziona un collaboratore apposito. Questi rappresenta il filtro fra il Dirigente e il mondo esterno. Spesso è più semplice che ti sia accordata un’udienza dal Papa che tu riesca a parlare con lui.
Il Dirigente non conosce ovviamente i suoi alunni, anche perché dirige più istituti e ha centinaia di alunni, spessissimo collocati su più plessi.
Il Dirigente non chiede consiglio al Collegio dei Docenti, ma solo l'approvazione di quanto ha già preventivamente deciso.
Grazie alla Buona Scuola ci avviamo a grandi passi verso il Dirigente che ha diritto di vita e di morte sui suoi docenti, che fornisce prebende e infligge sanzioni, come un signore feudale.
Il Dirigente, infatti, propone, dispone, decide, delibera, e il tutto senza reali vincoli. 
Lui dirige, appunto. 
In bocca al lupo, docenti, e tremate!


Commenti

  1. Ecco... se prima ero inc... ora lo sono di più!
    Che se me le dici tu allora siamo a posto. Una vaghissima idea della portata del cambiamento l'ho misurata sulla mia pelle di mamma di bimba alla materna....della serie Incominciamo bene....

    La preside con cui ho a che fare io è avanti, della DIRIGENTE non ha nulla, mi sembra assomigli di più ad un personaggio politico!

    #mammasconfortata

    Un bacio <3

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  2. Mi sa tanto che il preside è estinto ormai da anni... Non ricordo di averne mai visto uno...

    Maira

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  3. Sottoscrivo tutto.Da me c'è l'aggravante che viene eletto da noi,è un collega che temporaneamente dirige,il suo mandato dura tre anni rinnovabili una sola volta.
    Adesso comincia l'ultimo anno di direzione poi tornerà fra noi comuni mortali.
    E lì,per citare Ammaniti,...Che la festa cominci...

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    1. Ecco, questo mi è un po' più oscuro. La provvisorietà della carica dovrebbe dare maggiore buon senso. ..buon divertimento, allora, al suo rientro!

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  4. Purtroppo è proprio così cara Dolcezze.
    La differenza la fa soltanto la persona e la sua umanità. Ho trovato ancora dirigenti che sanno essere presidi, per fortuna,ma sono sempre neno.
    La scuola non é un'azienda ma non tutti lo capiscono.
    Un abbraccio forte e ... buon lavoro
    Maria

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    1. Il punto è che la scuola non è un'azienda come le altre: la scuola non vende patate e non produce macchine. E' triste che ciò che dovrebbe essere il centro degli interessi di una nazione debba sottostare alle logiche del mercato. Fatta questa premessa, è ovvio che non serva più un preside, ma si richieda un dirigente e, a quel punto, come hai detto tu, la differenza la fa la persona

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  5. Molta molta paura. Io ho una brava preside, che è ancora per molte cose molto preside. Eppure per la buona scuola tremo pure io.

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    1. Non parlo direttamente della mia preside, ma le discussioni di questi giorni coi colleghi di varie scuole...fanno veramente tremare le vene e i polsi. E ciò che fa male, come dicevo sopra, è che si trascuri l'elemento principale: la didattica (tra l'altro, si respira ovunque un'aria pesante, e ciò non rende certo sereno il lavoro)

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    2. Concordo. E ti dico solo che io sono FS al POF e responsabile dell'Organico. In questo preciso momento storico. Nella mia scuola.

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