Di case chiuse




No, no! Questo blog non ha preso una piega scabrosa e pruriginosa…Le case chiuse di cui si parla non sono albergo di donnine allegre e luogo d’incontro di maschi più o meno giovani…
La casa chiusa di cui si parla E’ CASA DOLCEZZE.

Passetto indietro: finiti gli esami propri e dell’Erede, esaurite le pastoie burocratiche da fine anno, Dolcezze con truppe al seguito si è trasferita nel buen retiro.
L’Amato Bene, la data delle cui ferie è più gelosamente custodita del “quinto” segreto di Fatima (il “quarto” è l’assegnazione delle classi, di nomina regio-dirigenziale) è rimasto in sede.

“Non è che mi distruggi casa, vero?”
“Ma se ci starò solo per dormire! Lo sai che mangerò da mia madre”
“Guarda, io ho sistemato tutto, la casa è a posto, è tutto pulito e in ordine. C’è solo da passare la cera sui pavimenti e lavare le tende, ma di questo mi occuperò al mio rientro. Mi raccomando!”
“Agli ordini, generale Dolcezze!”

E così Dolcezze è partita, con la coscienza tranquilla della casalingaquasiperfetta.
Finalmente l’Amato Bene arriva, comunicando che la situazione domestica è assolutamente sotto controllo:
“Ho chiuso la casa. E’ tutto a posto, come l’hai lasciato. Del resto -te l’avevo detto- sono tornato solo per dormire”.

Qualche giorno dopo Dolcezze deve riaccompagnare a casa i genitori e coglie l’occasione per un sopralluogo nella propria dimora e trova, nell’ordine:
-la valigia della Stella, ancora piena, all’ingresso;
-due buste piene di cancelleria, comprate in trasferta e mandate a casa, abbandonate su una cassapanca;
-il tavolo da pranzo ingombro dei libri mandati a casa perché già letti;
-il lavandino ingombro di bicchieri e cucchiaini;
-il frigo vuoto e nessuna bottiglia d’acqua;
-una busta piena della biancheria dell’A.B., lavata e stirata dalla Suocera…
…e, in un crescendo rossiniano…
-IL LETTO SFATTO con le lenzuola di venti giorni prima.
Stendiamo una trapunta sulle briciole (ma non mangiava dalla mamma?).

Ora, Dolcezze è una casalingamoltoimperfetta, ma non transige su due cose:
non si esce di casa se il letto non è rifatto
il lavandino deve essere vuoto.

Bene, se avete sentito, ovunque viviate, delle urla beluine e vi siete chiesti quale crimine si stava compiendo…
ORA LO SAPETE.

Commenti

  1. Ti rispondo come ti risponderebbe mia madre:"Chi cci voi fari? Omini sunnu!" . Realtà incontrovertibile cui possiamo solo rassegnarci.

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    1. Temo che le nostre madri abbiano avuto la stessa formazione. La mia ha aggiunto: "Che vuoi,ogni legno ha il suo fumo"

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  2. Con questa mentalità saremmo ancora nelle caverne a mangiare vermi crudi! L'Uomo, il signore del creato, che ha imparato a costruire i grattacieli e maneggiare l'energia atomica (beh, non sempre benissimo, va detto) è incapace di imparare a rifarsi il letto e manovrare una ramazza o un aspirapolvere?
    Rosa, come hai imparato a rifare un letto o sciacquare due piatti? Scienza infusa? Illuminazione celeste? O semplicemente ci hai fatto un po' di attenzione?
    Urlare si può, urlare si deve ^__^

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  3. Aggiungo alle osservazioni di Murasaki, con le quali concordo (anche se il lavandino se vado via per molti giorni lo lascio vuoto - ma se vado via per una notte per esempio il bicchiere d'acqua dell'ultima bevuta ci soggiorna spesso, e pure un cucchiaino, magari), che io assomiglio più al marito che a te. Ti dico solo che d'estate quando vado via, anche per una settimana, lascio le finestre, nel senso di vetri, aperte, e ben spesso anche io i pacchi degli ultimi libri arrivati o la biancheria pulita e asciutta poggiata sul letto alla come viene viene, e quando torno si vedrà. Per fortuna, io credo, non è genere, ma indole. Che poi non vada fiera di questo tratto della mia indole è un dato, ma non credo che sia tipicamente maschile o femminile.

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  4. Non avete idea di cosa trovo io quando mi allontano....
    un saluto

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  5. Quando sono tornata dal mio primo viaggio estivo senza figli ho trovato la casa in perfette condizioni.I ragazzi si facevano il letto,mangiavano e rigovernavano la cucina,il grande ha cucinato,ho insegnato ad avviare lavastoviglie e lavatrice e lo hanno fatto un paio di volte,la mia collaboratrice domestica,che comunque è andata regolarmente,mi ha fatto i complimenti.
    Possiamo fare molto per le nuove famiglie e per le nostre nuore,i mariti attuali sono il frutto dell'educazione sconclusionata della nostra generazione.
    Io comunque non sono una casalinga perfetta.

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  6. @ Murasaki: Qui non si tratta di imparare ma di "delegare". L'abitudine alla delega (che, come sottolinea Solsido sotto, deriva da sconclusionate forme di educazione) fa sì che tu non faccia ciò che SAI BENISSIMO FARE. Tanto, poi, ci penserà qualcun altro. E io urlo.
    @ la povna: Anch'io non sono un mostro di ordine domestico e la mia indole non è certamente quella dellla casalingaperfetta, ma rientrare in una casa chiusa, in cinque, coi bagagli, e trovare tutto sottosopra non riesco ad accettarlo. Posso transigere su qualcosa in giro, ma il letto da cambiare o i piatti da rifare appena arrivata no.
    @ Roberta: io sì ;-)
    @ Solsido: Anch'io, al rientro dalla Francia, ho trovato tutto perfettamente a posto...ma non so quanto dipenda dalla presenza della Stella in casa (nonostante la lotta contro tutti gli stereotipi di genere, infatti, si tende, spesso, a delegare determinate mansioni alla "femmina").
    Sull'educazione...mio figlio, se vuole, se è in gruppo, sa fare tutto. Se ha intorno me o sua sorella diventa un incapace, che dimentica di attaccare la spina del ferro da stiro (http://dolcezzedimamma.blogspot.it/2014/10/di-sesso-forte-2-puntata.html)

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  7. E hai perfettamente ragione: delegare è importantissimo, urlare ancor di più: l'adattabilità alle mutevoli circostanze è quella dote che ci ha permesso di uscire dalle caverne e imparare a fare il timballo di maccheroni. Rassegnarsi al fatto che "sono uomini, che ci vuoi fare" è tutto sommato meno faticoso, a volte, a modo suo più gratificante rendendoci così incredibilmente indispensabili anche per alzare un piattino - ma, a parte i problemi di fegato che alle lunghe comporta, effettivamente trovo che si dovrebbe pensare più in grande e lavorare anche per le nostre figlie e le nostre nuore. Per le figlie, in particolare, vedere che la madre tollera e anzi accetta come inevitabile il fatto che i maschi di casa davanti alle ordinarie mansioni casalinghe diventino improvvisamente cerebrolesi è messaggio assai negativo e frustrante e vedo sempre che tante in teoria sono d'accordo ma appena avviano uno straccio di convivenza si rassegnano a gran velocità, come se fare perennemente le cameriere fosse parte del nostro DNA.
    (Sullo stato in cui è di solito la mia casa mi rifiuto di dare chiarimenti, ma credo che una passata di aspirapolvere l'avrei data perfino io!)

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  8. Ah ah ah .... questo lo condivido subito .... sarà di molto aiuto a tante signore nella tua stessa situazione.
    Dunque .... io manco da casa più o meno da giugno ..... mare prima e valle ora ..... solo due pause fra uno spostamento e l'altro, giusto il tempo di riorganizzare, sistemare, muoversi ancora. Pause nelle qali ovviamente non ho avuto il tempo di fare nulla, se non il necessario per la sopravvivenza, avendo poi anche figlio a seguito.
    Ora, e qui viene il bello, mio marito è a casa da solo da un mese ..... ecco, non vado oltre!!!

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  9. Troppo forteee!!! Gli uomini... tutti uguali...

    Maira

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