Di cita-un-libro #ioleggoperché-10

Arrivo in ritardo (ma arrivo) all'ultima puntata di Cita-un-libro #ioleggoperché, la bellissima iniziativa della povna (che ci ha accompagnato in queste 9 settimane in preparazione della Giornata Mondiale del Libro che cadrà il prossimo 23 aprile) e la ringrazio per la cura con cui ha seguito l'evolversi di questo suo progetto (in un periodo dell'anno molto impegnativo per chi fa scuola) ma soprattutto  la ringrazio per l'idea. 
Queste settimane sono state un'opportunità bellissima per "scambiarsi" pensieri e riflessioni, per condividere, coi libri, parte di sé, per meditare sulla storia, passata e presente, ma anche sui temi più alti e più fondanti della vita di ognuno. Se all'inizio avevo temuto una sorta di "autoreferenzialità" fra buoni lettori, questo timore è stato subito fugato dalla partecipazione massiccia e dagli interventi, vari, ma sempre validi. E qui, assieme alla povna, ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questa sorta di celebrazione del libro e della lettura. 
E alla lettura, appunto, è dedicata quest'ultima settimana, in attesa della  grande festa di giovedì.
Recupero la puntata di ieri e inserisco quella di oggi, tratte entrambe da un libro la cui lettura io propongo sempre alle Prime e che aiuta a capire l'orrore di un mondo senza libri e senza lettura. Penso che ne parlerò più diffusamente, prima o poi...









Commenti

  1. Da Fahrenheit non si prescinde. Brava!

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  2. Hai ragione, non lo avevamo citato in passato in questa tornata, e invece questo Bradbury è una lettura necessaria. Anche io l'ho proposto alle prime, da legare alla visione di Truffaut che ne ha fatto una splendida realizzazione. Ricordo di avere scoperto un certo Stevenson dimenticato proprio dalla chiusa del film.
    Grazie a te, per aver partecipato in mezzo a tutti i vari salti tra ville arzille, e cucine, più il lavoro che come ricordi è impegnativo, più la vita.
    Ma la nostra vita è vita, del resto, anche di libri!

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  3. Libro straordinario.
    Non ho visto il film ma leggendo io avevo davanti agli occhi l'immagine degli uomini che ripetevano a memoria le parole dei libri perché non andassero perdute.
    Un messaggio importante ma continuamente dimenticato quello riportato nella citazione che mi rimanda al nostro amatissimo Pirandello

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