Della cucina: parte prima
Se questa serie di post
vi annoia, date la colpa a Iole: è lei che mi ha dato l’idea
Antefatto
In
principio c’era la Cucina.
Carina, bianca, semplice, scelta da Dolcezze e
dall’Amato Bene ai tempi del Nido e poi trasferita (e ampliata) nella Casa. La
Casa, anzi, era stata scelta proprio per l’enorme stanza che l’avrebbe ospitata
e sarebbe stata il centro della vita della famiglia. Per 19 anni è stata
testimone di risate e litigi, è stata vittima dei lanci di peluches e delle
iscrizioni dei pargoli, ha ascoltato le ripetizioni di tabelline e verbi greci
e ha seguito gli esperimenti creativi (oltre che la correzione dei compiti) di
Dolcezze. Ovviamente ha goduto anche dei mirabili effluvi delle vivande
preparate e può garantire che tutto quello che è stato cucinato è stato
divorato dalle fameliche bocche, con (quasi sempre) soddisfazione di tutti.
Certo,
dopo 19 anni, il top accanto al lavello era un po’ rovinato, la cerniera di uno
sportello si era un po’ allentata perché il Cucciolo amava usarlo come sostegno
per le sue prime scalate, non c’era più uno spazio adeguato per la dispensa, ma
a nessuno era mai passato per la mente di sostituirla. Era parte della
famiglia.
Poi
ci fu la perdita di gas.
Ben
quattro idraulici furono chiamati per risolvere il problema, ma nessuno ci
riuscì, anzi, uno sosteneva che non ci fosse neanche la perdita. Poverino, lui
non sapeva che Dolcezze ha pure l’olfatto bionico, oltre che la vista a raggi
x, l’udito da pipistrello (cit. da un alunno) e la capacità di leggere nel
pensiero e di prevedere il futuro.
Fu
deciso, quindi, di cercare la perdita nel muro. Ma a questo punto bisognava
sostituire il rivestimento di mattonelle.
Ok.
Ma
bisognava pure sostituire il top.
Ok.
Problema
n° 1: non andava bene un top standard, ma ci voleva un top speciale. “Ma a
questo punto non conviene cambiare la cucina?”
E
lì comincia la dolorosa historia.
L’Amato
Bene opta per un lavoro su misura fatto dal falegname, Dolcezze si impunta sul
colore: la vuole di nuovo bianca. E intanto c’è Parigi, c’è il falegname impegnato, ci
sono le feste…e si arriva a gennaio.
Esordio
Occorre
sgomberare la stanza. Che ne facciamo della cucina vecchia? Era in buone
condizioni! La regaliamo, ovvio: la Signorachemiaiuta si dichiara lieta di
prenderla, ma poi scopre che per imbarcarla per il paese ha bisogno di 300 euro
e rinuncia. Dolcezze dà voce e scopre che sì, la cucina qualcuno la vuole, MA
GLIELA DEVI PORTARE A CASA. L’Amato Bene dichiara: “La portiamo in discarica” e
lì parte il grido di dolore della Famiglia tutta: “NOOOOO”. La vicina consiglia
di venderla ad un mercatino dell’usato. Dolcezze telefona e scopre che sì, la
tengono in conto vendita ma gliela devi portare tu. Se vuoi che se la prendano
devi pagare 300 euro (e torna!).
Finalmente
si trova uno che vuole la cucina, ma può venire solo sabato.
E lunedì cominciano i lavori.
Da tre giorni Dolcezze è impegnata nello svuotamento degli stipetti e nei ritrovamenti archeologici. Ha trovato, ben riposti in alto in opportune scatole di latta, ricordi del viaggio di nozze, biberon di infanti quasi patentati, ciuccetti di tutte le dimensioni, che, secondo la voce diffusa a suo tempo, erano stati divorati da galline varie e quindi non erano più disponibili etc. etc.
E lunedì cominciano i lavori.
Da tre giorni Dolcezze è impegnata nello svuotamento degli stipetti e nei ritrovamenti archeologici. Ha trovato, ben riposti in alto in opportune scatole di latta, ricordi del viaggio di nozze, biberon di infanti quasi patentati, ciuccetti di tutte le dimensioni, che, secondo la voce diffusa a suo tempo, erano stati divorati da galline varie e quindi non erano più disponibili etc. etc.
Di
decluttering di queste cose neanche si parla.
Lunedì
si comincia coi lavori e la casa è ingombra di scatoloni d’ogni tipo, forma e
dimensione.
Da
oggi non sarà più utilizzabile la lavastoviglie, da domani la cucina, da lunedì
il lavello.
Forse
è la volta buona che riusciamo a perdere qualche etto.
Alla fine un risvolto positivo lo hai trovato! A meno che non decidiate di andare a mangiar fuori!
RispondiEliminaBuoni lavori!!! Poi vogliamo vedere i risultati eh! Della cucina e della dieta ;-)
Baciuzzz♡♡♡
Nooo ora per forza vogliamo vedere come procede! Bella scelta il bianco :)
RispondiEliminaMaira
Allora viva la dieta e buon lavoro!
RispondiEliminaAspettiamo il seguito! (ma proprio bianca? mi sembra tanto fredda!)
Un abbraccione Maria
Più che lieta di prendermi le mie responsabilitá, ma... attendo con ansia le prossime puntate, in particolar modo quelle dedicate alla progettazione: sono in cerca di spunti!!!
RispondiEliminaSono sicura che mammá sarà lieta di annullare i tuoi propositi dieteschi
RispondiEliminaE io come sempre commento e poi "lui" si mangerà il commento, per cui: che commento a fare se tanto non mi leggi?
RispondiEliminaCpmunque auguri per i lavori, ma, SOPRATTUTTO, per individuare la fuga di gas!
E chissà perché stavolta l'ha preso. Meglio così.
RispondiEliminaE adesso vado a riscrivere i commenti ai due post precedenti, voglio proprio vedere chi l'avrà vinta!
@ Fabiola: Io ho la sindrome di Pollyanna e cerco sempre il lato positivo...ma per ora, confesso, TREMO!
RispondiElimina@ Maira: Ma certo che vi aggiorno (se sopravvivo agli operai e all'Amato Bene
@ Maria : La mia idea di cucina è sempre bianca. Non è fredda perché di vedranno le venatire del legno e giocherò coi colori delle pareti. Spero...
@Iole : Progettazione? Ma qui cambiamo idea un giorno sì e l'altro pure!
@ Solsido: Temo che tu abbia ragione: sono stata precettata
@Murasaki: Lieta di non essere l'unica i cui commenti si perdono nei buchi neri della blogosfera...E sì, il problema prioritario è quello del gas
Ah ah ah, vado a leggere il seguito, troppo curiosa!
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