Dei libri dell'anno 29: Venti farfalle e una nuova primavera
Nella
notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, nel sotterraneo della scuola di
Bullenhuser Damm, ad Amburgo, 20 bambini ebrei tra i 5 e i 12 anni, di varie
nazionalità, vennero appesi per il collo, «come quadri alle pareti», a
dei ganci predisposti in una stanza. E’ la conclusione di un percorso doloroso,
che li ha visti prima internati a Birkenau, poi “selezionati” dal dottor
Mengele con una beffarda menzogna (“Chi
vuol vedere la mamma faccia un passo
avanti”), poi sottoposti alle folli sperimentazioni mediche del dottor
Heissmeier. I bambini, già indeboliti dalle malattie, furono prima storditi con
la morfina, per poi essere “finiti”, mentre i loro carnefici si ubriacavano.
Questa
storia terribile e drammatica è lo sfondo di
Nella
prima parte del libro l’autrice, insieme con alcuni commentatori, presenta la genesi dell'opera, che nasce dalla profonda emozione provata quando è venuta a
conoscenza di questa tragedia e ha capito che non poteva tacere. Il suo dolore,
allora, si è fatto voce di chi non ha più voce, per ricordare quanto accaduto e
per esprimere i sentimenti degli innocenti ancora una volta stritolati dalla
malvagità e dalla perversione degli uomini.
La
seconda parte è una sorta di Antologia di Spoon River, in cui a parlare sono
proprio i bambini, con i loro sogni spezzati (“volevo diventare grande e contare rughe /e ancora rughe di saggezza
sul tuo volto”), con i loro desideri frustrati (“Volevo semplicemente abbracciare la mia mamma”), con il loro senso
di smarrimento e di paura. Ad ognuno di loro è dedicata una poesia ed ognuno di
loro è tratteggiato con poche ma forti pennellate.
Questo
libriccino forse non ha grandissimi meriti letterari, ma ha la rara capacità di
coinvolgere il lettore e di spingerlo a cercare di sapere di più.
Se riuscirà
a mantenere il ricordo di quanto accaduto, perché non si ripeta, avrà raggiunto
il suo scopo. Per
questo l’autrice lo propone alle scuole, come attività di ascolto e di
riflessione e per questo io lo propongo oggi per il Venerdì del libro, in occasione della Giornata della Memoria.
Grazie di questa proposta. Nessuno deve dimenticare e tanto meno negare.
RispondiEliminaCiao
Flavia
Ciao Dolcezze, ovviamente aggiungo alla lista infinita, dove le tue proposte occupano un discreto spazio ormai.
RispondiEliminaTosto questo libro, mamma mia .... intanto lo segno, avrò il coraggio di leggerlo?
Bentrovata, cara, vado a recuperare un po' di post arretrati!
Grazie per avercene parlato Dolcezze.
RispondiEliminaNon riesco più ad affrontare questo tipo di libri. Mi sconvolgono immensamente.
Ma è giusto parlarne per non dimenticare.
Un abbraccio Maria
@ Flavia: Nessuno, appunto
RispondiElimina@ Squitty: Coraggiosa ad affrontare una Dolcezzefullimmersion!
Sul libro...sì, richiede molto coraggio , e molto di più leggere i documenti storici e vedere le foto dei bimbi...
@ Maria: Ti capisco perfettamente. Da quando è nato il mio primo figlio non riesco più a leggere un libro o a vedere un film dove bambini soffrono. Se hai notato, anche la recensione è scarna: volevo parlare di questo libro (e dell'episodio che ne è stato base), ma non ci riuscivo. Alla fine ho detto che , comunque, bisognava parlarne...ma quanta emozione...e quanto dolore...
Come sempre le tue segnalazioni sono estremaente interessanti ma ti dico che non ce la posso fare ad affrontare un libro come questo...già solo sapere che questo orrore non è immaginario.... Non riesco neanche a pensarci
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