Di vecchia e nuova scuola

la foto OVVIAMENTE non rappresenta la mia classe, ma è tratta dal web

II mio primo giorno di scuola lo ricordo benissimo. Era il lontano 19..., ok, nel secolo scorso, e, soprattutto, ERA IL PRIMO OTTOBRE!!! ed io ero una "remigina" (quanti ancora ricordano il significato di questo termine?). Pioveva a dirotto ed io indossavo una mantella impermeabile con un cappello alla Sherlock Holmes, un grembiule nero con il fiocco rosso e lo stemmino di plastica puntato sul petto con gli automatici. Mi accompagnò mia madre (ovviamente in ritardo!), in una pluriclasse, perché io facevo la primina, anche se sapevo leggere e scrivere già da un po'.  Ricordo l'entrata in quell'aula già piena e gli sguardi di tutti. Avevo i quaderni piccoli (e non quelli enormi che vanno ora), con le cornicette già preparate da me nei giorni precedenti. Cosa abbiamo fatto non lo ricordo: l'unico flash è la cornicetta disegnata dalla madre della mia compagna di banco, con una cucina con pentole e tegami...ed io la invidiavo tantissimo, perché la mia genitrice non aveva alcuno spirito artistico, ahimè.

Questa memoria porta a considerazioni di altro genere:
anche se andavamo a scuola ad ottobre, le nostre conoscenze e le nostre competenze non erano inferiori a quelle degli alunni di oggi, anzi! E non mi dite che lo scibile si è allargato: il punto è che è lievitato tutto ciò che è alternativo, e non sempre complementare allo studio. Ben venga l'informatizzazione della scuola, Internet nelle classi, la LIM...ma se tu non studi non sai.
Mi dispiace, sono una vecchia Arpia, ma continuo ad essere convinta che l'unico modo per apprendere e ritenere i contenuti sia stare seduti alla scrivania a leggere, sottolineare, ripetere a voce alta, fare schemi, collegamenti e mappe concettuali, senza rispondere a messaggi di WhatsApp, senza controllare le notifiche di Facebook, senza ascoltare musica in cuffia e senza la follia del sabato libero che, sicuramente, fa risparmiare in termini di riscaldamento e di illuminazione (e dà a tutti i docenti il giorno libero agognato) ma sottopone gli alunni ad un orario massacrante e a ritmi di studio pomeridiano disumani, soprattutto al Liceo (6 materie al giorno, quando arrivi a casa alle 15.00 ed esci la mattina alle 7.30...non sono normali!).
Il risultato è uno studio approssimativo e superficiale, una selezione delle discipline e tanta, tanta confusione.
Meglio studiare con ritmi più morbidi anche se in tempi settimanali più dilatati e, soprattutto...spiegatemi: 
come si fa ad andare in classe dalle mie parti il 9 settembre (o il 15 non cambia molto!) con 28°/30° di temperatura?

Commenti

  1. Sono peeeeeeerfettamente d'accordo con te. rivoglio la scuola che comincia il 1° ottobre (San Remigio....eh eh....pure io sono stata remigina!), che inizi e finisca ad orari decenti (tanto per me il sabato libero non è agognato per niente. Con gli uffici tutti chiusi è un giorno libero inutilizzabile per sbrigare faccende) e in cui ciò che viene spiegato dagli insegnanti venga studiato e ricordato dagli alunni. Oggi ho chiesto ai miei alunni di seconda se avessero ripassato e mi hanno guardata come se avessi chiesto la Luna. Poi ho fatto qualche domanda e mi sono resa conto che dovrei rifare il programma di prima, perché ovviamente hanno dimenticato tutto. Uff! Spiegami, in tutto questo, come può essere d'aiuto una lim in classe....che ancora neppure funziona? Mah!

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    1. Quest'anno una delle mie classi è alloggiata in una splendida aula multimediale. Credimi....e possibile lavorare in maniera più accattivante e anche x noi insegnanti si presentano numerosi vantaggi ma...se non c'è lo studio dei ragazzi....è tutto inutile. Anche io non amo il sabato libero. ..che è stato imposto dall'alto senza consultarci.

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  2. aaaahhhh, allora non sono la sola a storcere il naso davanti a certe scelte!
    ogni tanto mi soffermo a cercare di capire come diavolo funziona la scuola adesso: sembra tutto un tagliare, un limare, un esasperare il benessere... per carità, sono felice che ci siano un sacco di laboratori di questo e quello, ma non capisco come potranno i miei figli ricordare quello che hanno studiato alle elementari (scuola primaria...) o alle medie (secondaria di primo grado...) tra cinque o sei anni.
    bho.
    io ricordo come fosse ieri il mio primo quaderno. loro ne hanno avuti già così tanti che non si sa dove ficcarli!!!

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    1. La logica del risparmio da una parte e degli sprechi dall'altra ha generato mostri. E ne paghiamo tutti le spese...

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  3. Come mi trovi d'accordo!
    A noi bastava un sussidiario per tutte le mater i ed eravamo molto più preparati!
    Ora tra libri e quadernoni potrei riempire un tir ma alcuni sono ancora intonsi!
    Ma serviranno veramente tutti?
    Grazie per il post.
    Un abbraccio Maria

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    1. Non amo i quadernoni usati in maniera indiscriminata. Ci sono discipline in cui può essere utile avere più "spazio", ma, spesso, come dici tu, le pagine non vengono occupate per intero o, peggio, si utilizzano solo pochi fogli. In tempi difficili per tutti un po' di buonsenso non guasterebbe

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  4. Anche i miei figli hanno questo orario assurdo e per giunta sono tornati a scuola ai primi di settembre con un caldo allucinante,la Sicilia va avanti fino a novembre con il sole figuriamoci ora...
    Mi domando a chi giovi la settimana corta,chi ha la possibilità di farsi il weekend non si pone certo il problema per un giorno perso di lezioni e allora?
    Sulla didattica attuale non metto lingua perché i miei figli sono ragazzi studiosi e i risultati ci sono ma ricordo che nella mia classe gli argomenti venivano approfonditi con molte ore di lezione,Aristotele ci e' uscito dagli occhi ,e anche Dante,Petrarca ,e andando avanti potrei citare filosofi e autori di cui ricordo ancora le tematiche essenziali.
    Però oggi i ragazzi hanno tante opportunità che noi non avevamo,seminari,uscite varie,teatro,viaggi di scambio ecc.
    A me avrebbe fatto piacere poter godere di così tante opzioni.

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    1. Il sabato libero deriva da mere necessità di risparmio...
      Se anche tu godi di un settembre che pare luglio, capisci cosa intendo, quando lascio intuire che, forse, il calendario scolastico dovrebbe essere più attento alle differenziazioni climatiche della nostra penisola (Sì, sì, lo so che qualcuno dirà "La data d'inizio delle lezione la decidono le singole regioni", ma direttive un po' diversificate non farebbero male...).
      Ovviamente anch' io approvo le tante opportunità dei nostri alunni, ma ritengo che non possano prevalere sulla normale attività didattica.

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  5. Io ho studiato in una scuola che aveva il sabato libero, anche io nello scorso secolo, e ho avuto una preparazione sufficiente a farmi vincere il concorso per Hogwarts nelle prime posizioni. Preciso che ora che insegno, sia a scuola sia all'università, ho sempre voluto insegnare il sabato, perché mi piace, dunque la mia opinione non è viziata da conflitto di interesse. Io credo che un grosso problema siano docenti scadenti, che spesso non hanno nessuna voglia di mettersi in gioco come so che facevano i miei, almeno dal punto di vista della preparazione, se non sempre dell'umanità. In questi primi giorni vedo certi colleghi che mi fanno vergognare di essere prof. E anche io penso che le opzioni in più siano ricchezza, fondamentalmente.

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    1. Sulla necessità per la scuola di docenti validi e disposti a mettersi in gioco , sperimentando nuove forme di insegnamento, mi trovi ovviamente d'accordo (e te lo dico io che ho tremato all'avvio della sperimentazione del registro elettronico per poi scoprirne gli indubbi vantaggi--sempre che la connessione funzioni e Argo non impazzisca).
      Il mio appunto sul sabato libero deriva dal fatto che, secondo me, una scansione oraria su 6 giorni anziché 5 è didatticamente migliore. Capisco bene che chi vuole studiare studia sempre e comunque e ottiene ottimi risultati, ciononostante un alunno arriva alle 14 "bollito" da 6 ore di lezione ( e da una temperatura di 30°, come da noi oggi). Mi chiedo cosa da lui possa ricavare anche l'insegnante più motivato e preparato. E, poi, mi chiedo come si possano studiare approfonditamente 6 materie per il giorno dopo (perché tu sai bene che non sempre l'orario scolastico è attento alle esigenze degli studenti).
      E' ovvio che le opzioni in più siano ricchezza (e ci mancherebbe!), ma è anche vero che possono diventare pericolose distrazioni.

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  6. Non so. Sicuramente avere l'orario su cinque giorni obbliga a un'attenzione all'orario e alle materie finalmente (!) tutta orientata sui ragazzi, ma, secondo me, a patto di fare questo (che dovrebbe essere già fatto, come tu giustamente ricordi), funziona bene (a noi da studenti piaceva molto e siamo usciti tutti, anche i più ciucci, molto bene).

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  7. Il problema è esattamente questo. Spesso, soprattutto in una scuola grande e con molti docenti, l'orario è un tetris e i ragazzi ne fanno le spese. Anche x questo io, nonostante mi faccia comodo entrare più tardi, chiedo (e ottengo) tutte le prime ore.

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  8. Mi inserisco da mamma.
    Dolcezze hs ragione soprattutto riguardo al carico di lavoro.
    Fortunatamente dai miei figli le sei ore prevedono moduli di un'ora e mezza.Ma alcuni insegnanti danno compiti relativi a due argomenti fregandosene degli altri cosi capita che abbiano lo stesso 6 materie da fare.
    Non parliamo poi dei compiti in classe...ai miei tempi era tassativo fare il compito in classe alle prime ore,ora può capitare di averne anche due in un giorno e le prime ore sono spesso un sogno,anche per i professori naturalmente che comunque queste cose le capiscono ma spesso non possono rimediare

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    1. Infatti, facevo riferimento proprio a questo. La cosa drammatica è che, spesso, i profff.non ci possono far niente: i tempi sono quelli, le ore sono quelle e ...il programma resta quello. Ci vuole molto equilibrismo...e molta attenzione. Poi, come dicevo sopra, dipende dalla persona, più o meno attenta ed "equilibrista"

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  9. Ti adoro!!! Sfondi una porta aperta!!!!
    Ti dico solo che, probabilmente ho un santo in paradiso, l'insegnante di matematica di mio figlio (prima elementare) ha esordito, alla prima riunione di classe, con "i vostri bimbi sono stanchi?, e poi "la scuola di oggi non è fatta per i bambini ma per i genitori che lavorano", poi si è scagliato, in maniera velata, con chi satura il tempo libero dei figli con mille altre cose, con chi pensa di usare le lezioni facoltative come un parcheggio, con chi si lamenta dei compiti nel fine settimana e ha posto l'accento sul fatto che i bambini devono imparare in maniera soft, un po' alla volta (e ha già fatto capire che le lamentele sul fatto che i bambini non fanno abbastanza saranno poco gradite).
    Volevo saltargli addosso e dargli un bacio.
    Come vedi, non sei la sola, cara Dolcezze. Ci sono insegnanti vecchio stampo un po' dappertutto.
    E per fortuna, alla fine sono quelli che vengoo ricordati nel tempo.
    Tutto il gruppo di insegnanti è sul genere di questo, lavorano da anni insieme e, mi hanno detto, sono fra i migliori di quella scuola, se non i migliori.
    Questo, naturalmente, non va a discapito di tutto il resto: non mi aspettavo tanta umanità, tante coccole e così tante attenzioni per i nostri piccoli nuovi arrivati.
    La scuola è cambiata, ma per fortuna rimane ancora chi fa quello che deve fare!!!
    Anch'io cominciavo al 1° ottobre, anch'io avevo il grembiule nero e una maestra che ci ha insegnato la scrittura, facendo aste. Sono preistorica pure io.

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    1. Bene, fra cavernicole ci intendiamo...
      Io onestamente credo che se la scuola (così come il Paese, tra l'altro...) va avanti è perché ci sono tanti insegnanti che , sottopagati e non considerati, fanno il loro dovere con impegno e coscienza, in aule pollaio, sostituendosi ad assistenti sociali e "prendendosi cura" dei loro alunni sempre e comunque. Auguri per il tuo Cucciolo

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  10. D'accordissimo sulla scuola chiusa di Sabato. La semplice idea di una creatura di 11 anni a scuola per sei ore di fila mi sembra roba da Telefono Azzurro. Però le varie iniziative e uscite hanno sempre un loro perché e, se sono scelte con un certo criterio, danno un valore aggiunto alle ore passate in classe- e spesso sono quelle che i ragazzi ricordano con più intensità, anche sul piano didattico. Perciò io, che oltre ad essere di una pigrizia incommensurabile soffro pure il pullman, cerco sempre di farmi il mio pacchetto di uscite e di attività. E di film. Che nella mia scuola sono un capitolo dolentissimo, visto che i nostri proiettori e lettori DVD vanno a criceti.

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    1. Sulle uscite e sulle attività integrative se connesse con la programmazionesono, OVVIAMENTE, d'accordissimo anch'io, come considero indiscutibilmente valido il viaggio di istruzione. Ciò che non tollero sono le attività create per perdere tempo, per recuperare un giorno di vacanza, per evitare un'assenza ingiustificata...e chi più ne ha più ne metta...(Scusami, questo tuo commento mi era sfuggito!)

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