Degli 85 anni : a mio padre
Quando sono nata io, la tua primogenita, tu al mattino sei partito come al solito per andare al lavoro perché "non si può tenere chiuso l'ufficio in un giorno di scadenze e i contribuenti dovrebbero poi pagare la mora". Questo senso del dovere anche contro il proprio interesse è stato il carattere della tua vita, che è stata spesa interamente al servizio della tua famiglia, prima di quella d’origine e poi di quella che hai formato con Mamma. Sappiamo tutto quello che hai fatto per i tuoi genitori e per i tuoi fratelli (la nonna raccontava tante cose…) e ricordiamo fin troppo bene i tuoi vent’anni da pendolare , sempre diviso fra le tue due case, per non far mancare la tua presenza a nessuna delle due. E il tutto sempre con grande amore e in silenzio.
Quando
eravamo bambine eri poco presente: partivi quando era buio e tornavi con
quell’odore di treno (che per noi è sempre stato l’odore di nostro padre), con
quella vecchissima borsa portadocumenti (“così nessuno può immaginare che
dentro ci siano soldi”) e con quella valigia di cartone da cui usciva il ben di
Dio. E quando arrivavi, stremato da una giornata di lavoro e 6 ore di viaggio,
avevi comunque il tempo e la voglia di ascoltare i resoconti scolastici, di
chiarire dubbi e, quand’eravamo piccole, di farci giocare, anche se per poco,
perché si doveva cenare e tu dovevi andare a letto. Ma anche quando non c’eri
noi sapevamo che ci accompagnavi e la gioia era grande quelle rarissime volte
che ci venivi a prendere a scuola.
Per
noi sei stato, continui ad essere e ti auguriamo di esserlo ancora per
tantissimi anni, il modello, forse inarrivabile, di figlio, fratello,
sposo e padre. Dalla tua bocca in tanti anni non è mai uscito un “non
posso”, “mi secco”, “ho da fare un’altra cosa” “sono stanco”, qualunque
richiesta noi avessimo da sottoporti. E anche quando sei diventato un vecchio
brontolone sei sempre stato disponibile a qualunque fatica .
Ci
hai insegnato i veri valori sui quali basare la vita: l’onestà, il
lavoro, il rigore morale, la famiglia... e il tutto senza tante parole, solo con
l’esempio di una vita vissuta nel quotidiano impegno per migliorare, nel
proprio piccolo, il mondo.
Il neurologo ti ha definito "vecchia quercia". Lui si riferiva alla tua resistenza fisica, ma non sapeva che aveva inquadrato pefettamente la tua natura.
Tu sei la quercia sotto la quale tutti ci siamo riparati e ancora oggi da te traiamo insegnamento perché anche ora, che un male orribile ti ha tolto ciò che amavi di più (la lettura, la manualità e il dinamismo), dalla tua sedia a rotelle, con le tue parole smozzicate e, spesso, incomprensibili, continui a mostrarci come si vive e come si invecchia, con l'unico dolore di "essere un peso" e di non poterci essere d'aiuto.
Il neurologo ti ha definito "vecchia quercia". Lui si riferiva alla tua resistenza fisica, ma non sapeva che aveva inquadrato pefettamente la tua natura.
Tu sei la quercia sotto la quale tutti ci siamo riparati e ancora oggi da te traiamo insegnamento perché anche ora, che un male orribile ti ha tolto ciò che amavi di più (la lettura, la manualità e il dinamismo), dalla tua sedia a rotelle, con le tue parole smozzicate e, spesso, incomprensibili, continui a mostrarci come si vive e come si invecchia, con l'unico dolore di "essere un peso" e di non poterci essere d'aiuto.
L'ultima frase che mi hai detto, prima che si
scatenasse questo inferno,è stata "Dio ti benedica" e anche oggi
la parola che riesci più spesso a pronunciare è "Grazie".
Grazie
a te per essere ancora per noi padre e Auguri per i tuoi 85 anni:
il
Signore ti ha concesso la grazia di vedere i figli dei tuoi figli: ti
auguriamo di vederli crescere e diventare uomini e donne ( e già tre sono sulla
buona strada…) e che anche loro ti diano le soddisfazioni che aspetti; ti auguriamo di continuare a
battibeccare (a modo tuo!) per tanti anni ancora con la tua sposa, alla
quale hai dato prova di un amore totale e assoluto; ti auguriamo di resistere agli
acciacchi e, ancora più importante, di mantenere la curiosità intellettuale, che è l’unica
cosa che ci rende vivi; ti auguriamo, soprattutto, di vivere con serenità
questo tempo che ti è stato dato, che non è un tempo inutile o improduttivo, ma
è quello della raccolta di quanto (tanto!) hai seminato. Per questo, invece di
guardare alle limitazioni dell’età, pensa a tutte le cose belle che hai e che
devi aspettarti, prima fra tutti la tua piccola tribù di pesti, che ti
rivoluzionano una casa ma ti riempiono le giornate.
Ti
vogliamo bene.
Commuovente... Sei stata fortunata ad avere un padre così. Purtroppo non mi ci identifico nel ruolo che hai avuto tu di figlia, ma credo proprio che i padri debbano essere così...
RispondiEliminaTanti auguri al tuo papà.
Maira
Penso anch'io che i padri debbano essere così, ma tante volte non è facile. Il mio è veramente speciale.
EliminaHai descritto una figura bellissima e commovente. Mi fa pensare a quale eredita' lascero' ai miei figli, cosa si ricorderanno di me? Vorrei riuscire a lasciare un segno sereno e positivo, guadagnarmi l'amore dei miei figli e nipoti, proprio come ha fatto lui!
RispondiEliminaUna volta, tanto tempo fa, parlavo con lui sull'argomento e lui mi ha detto che la vera eredità è un nome "onorato" e l'affetto che si è riusciti a donare. Penso che avesse proprio ragione. Sta a noi costruire giorno x giorno il futuro da lasciare ai nostri figli
EliminaParadossalmente mia madre,anche ora che è malata,continua a insegnarmi qualcosa,forse quella più importante.
RispondiEliminaChe la vita è sempre un dono,anche quando per me che sto bene vederla in quelle condizioni è un dolore immenso,una fatica ma soprattutto un enorme perché .
Anche tuo padre,con il suo personale calvario,insegna a te,a voi tutti che la vita contiene sempre,pur nel buio della sofferenza ,un barlume di luce.
Auguri.
Infatti. La vita è un dono quando è dono (scusa il gioco do parole!). Sicuramente tua madre, come mio padre, ha dato tanto e continua ad amare, in forme diverse, ma sempre con la stessa intensità
EliminaMa che belle cose che hai scritto di tuo padre!
RispondiEliminaSei stata molto fortunata ed anche lui lo è ad avere te che sai riconoscere e ringraziare per tutto l'amore che vi ha dato.
Il mio l'ho perso quando avevo 18 anni ed era un po' come tuo padre. Una persona generosa e che mi ha dato tantissimo amore.
Anche io mi ritengo fortunata anche se l'ho avuto solo per pochi anni!
Un abbraccio Maria
Una vera e propria dichiarazione d'amore per un padre splendido. Spesso nel leggere il tuo post si sono intrecciati tuo padre (che non conosco ma che hai descritto benissimo) e mio nonno che ora avrebbe 91 anni (morto 11 anni fa). Che fortuna avere uomini così nelle nostre vite!
RispondiElimina@ Maria e Anna: Sì, siamo state molto fortunate! Leggendo anche le vostre testimonianze, mi rendo conto che ci sono tanti padri splendidi, ma si parla soltanto di quelli violenti, cattivi, irrispettosi. Invece si deve parlare soprattutto di queste figure che devono essere esemplari per le nuove generazioni, al posto di certi pseudo-modelli presentati dai media
RispondiEliminaSei stata fortunata. Mio padre è morto che io avevo vent'anni. Quasi non me lo ricordo.
RispondiEliminaSei stata doppiamente fortunata per il tipo di padre che hai avuto. Ormai certe cose non le insegna più nessuno.