Dei Santi e della Santità
Oggi è stato un giorno speciale. Come tutti sapete,
stamattina Papa Francesco ha canonizzato
due suoi predecessori, Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, ed
è stato un momento di gioia per la Chiesa tutta, anche perché è ancora vivo il
ricordo di entrambi .
Io sono nata sotto il suo successore e quindi ho conosciuto Papa Giovanni dal ricordo della
mia famiglia, che richiamava di lui sempre la testimonianza di bontà e di pace,
ma il “mio” Papa è stato sicuramente Giovanni Paolo II, che mi ha accompagnato,
col suo lungo pontificato per tutta la mia crescita, dalla preadolescenza all'età adulta. Da lui ho appreso il dovere della testimonianza e la fedeltà al proprio dovere, fino in fondo.
Ma non è di loro che voglio parlare: ci sono commentatori ben più bravi ed informati di me che hanno già detto di tutto e di più...è che la celebrazione di oggi mi ha fatto riflettere sulla Santità che, certamente, è dei due papi canonizzati oggi, ma è altrettanto presente nella quotidianità della nostra esistenza, anche se rimane nascosta agli occhi di tutti (tranne che, ovviamente, a Quelli più importanti!).
Io sono molto fortunata a riguardo. Di uno dei santi che ho conosciuto ho già parlato qui, ma potrei continuare per ore.
Conosco una sorella, gracile e mastectomizzata, che accudisce amorevolmente 3 fratelli ormai persi nel loro mondo e bisognosi di essere guidati in tutto. La sua unica parola, invece che il giustificabile lamento, è "Come vuole Dio!"
Conosco una sposa acciaccatissima di 82 anni, che si occupa 24 ore al giorno del suo sposo totalmente invalido e che , quando qualche scemo le dice " Il Signore non è giusto: né lui né tu vi meritavate questo" risponde "Se da Dio accettiamo il bene, perché non dobbiamo accettare anche il male?"
Conosco una madre alla quale un automobilista distratto ha strappato l'unica bambina e che, nel suo dolore senza fine, dice "Il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore!"
Conosco un ragazzo a cui a 20 anni è stata diagnosticata una malattia fortemente invalidante, che ha costruito la sua vita con impegno e ogni mattina va a svolgere il suo lavoro senza avvalersi dei "benefici di legge". Oggi, a 37, gli è stato comunicato l'aggravarsi della malattia e, alla madre in lacrime, che gli chiedeva "E ora come fai?" ha dichiarato "Non ti preoccupare, sul monte il Signore provvede"
Conosco un uomo che sta accompagnando la sua sposa tornata bambina nel suo viaggio e, pur nelle inevitabili ribellioni, è sempre là, in una fedeltà nuova e più grande.
Di queste santità nessuno parla e parlerà mai.
A me oggi importa che almeno voi le abbiate conosciute.
Questo post è commovente. E tanto vero. Quanto ai due nuovi santi, io sono nata quando era papa Giovanni XXIII e mia madre ha sempre avuto per lui un'enorme devozione. Tutti i miei esami universitari sono stati preceduti dalle sue intense preghiere rivolte a Papa Giovanni. Io infatti sono convinta di dovergli la mia laurea. :) Papa Giovanni Paolo II mi ha accompagnata invece nella mia crescita umana e religiosa. Ho avuto anche la fortuna di vederlo a Palermo tanti anni fa. Ho vissuto il trauma dell'attentato. Ho sofferto tanto nel vederlo soffrire tanto per la sua malattia. Ci credi se ti dico che a volte sento la sua mancanza? Adesso è santo, sono entrambi santi. Sicuramente non ci hanno mai lasciati, ma questo sarà un modo per sentirli più vicini a noi e grazie a loro per sentirci più vicini a Dio.
RispondiEliminati abbraccio,
Rosa
E' bello condividere con te anche questa esperienza. Grazie
EliminaHo fatto lo stesso pensiero di Rosa: commovente!
RispondiElimina:)
EliminaLa vocazione alla santità,per un cristiano,è fondamentale per il suo percorso.Detto questo,anch'io riconosco la Grazia in persone che nell'anonimato portano avanti la loro croce.
RispondiEliminaMi piace ricordare un sacerdote che non esitò a raccontarmi il suo terribile buio della fede per incoraggiare me che vivevo lo stesso dramma.Era un uomo semplice,modesto,non particolarmente colto,ma emanava la luce della misericordia di Dio.Nessuno che si avvicinasse a lui se ne andava senza la speranza del perdono.Quando è morto,la mia città ha pianto la perdita di un grande,meraviglioso padre.
Sai, penso che queste persone sono un segno per noi: ci ricordano che anche noi, seppure con fatica, dobbiamo essere "segno" per gli altri
EliminaStorie commoventi, sono con le lacrime a pensare a questi eroi della vita....io davvero non so che dire....se non vergognarmi di quando penso di fare una vita di m....e non ricordarmi che invece altro che fortunata sono!
RispondiEliminabaci
Penso che sia umano ( e, tra l'altro, anche lecito) lamentarsi un po' perché le cose non vanno esattamente come le vorremmo. L'importante è poi riuscire ad andare oltre, guardando anche attorno a noi e non solo a noi stessi
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