Della lentezza e della velocità (alias Dei libri dell'anno 4)




Pensavo di non farcela oggi a partecipare al venerdì del libro di homemademamma, ma il testo proposto da Paola questa settimana mi "costringe".

Io sono veloce.
Apro velocemente gli occhi al mattino e li chiudo altrettanto velocemente alla sera. Sono veloce a leggere, a scrivere, a camminare, a cucinare, anche a lavarmi e vestirmi (ma con tre figli è un obbligo). Questo perché, come ricorderete, odio perdere tempo, visto che ho tante cose belle da fare. 
La mia natura, però, mi crea qualche problema, perché il mondo(e soprattutto il mio mondo)spesso ha una visione sull'argomento totalmente opposta alla mia. 
L'Erede, per esempio, è il modello, l'incarnazione,la quintessenza della lentezza: si alza lentamente, staziona in bagno per così tanto tempo che ci chiediamo se non sia già uscito da casa, impiega mezz'ora a compiere un percorso che a me richiede 3 minuti e dedica molto, molto tempo all'otium, sostenendo, per giunta, di avere grandi modelli letterari.

Immaginate, quindi, la curiosità con la quale ho iniziato a leggere "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza".  
Si tratta di un libro che, come il precedente di cui ho parlato qui,sotto le forme della favola ci induce a profonde riflessioni. 
E' la storia di una giovane lumaca che non si accontenta, come le sue compagne, di vivere nella sicurezza della tana e delle abitudini, né accetta di essere chiamata "Lumaca", come tutte le altre, ma vuole conoscere il suo nome e il perché della sua lentezza. Il suo "fare domande" infastidisce chi si accontenta della sua quotidianità, tanto che lei decide di partire, per scoprire sé stessa. Nel suo viaggio incontra un vecchio gufo e poi una tartaruga, Memoria, che le dà un nome, Ribelle, e le mostra il pericolo che incombe sugli animali del prato. Ribelle, allora, decide di tornare indietro per dare l'allarme e, siccome è lenta, nel tragitto incontra tanti animali diversi a cui dà le sue informazioni e che, se andasse veloce come i conigli, non avrebbe neanche visto. Arrivata nella sua colonia, non viene creduta da parte del gruppo, che non si fida della sua inesperienza  e del fatto che non ha un piano ben preciso e parte con le lumache giovani, che accettano il rischio, per un viaggio che, pur con gravi perdite, la porterà a capire che la bellezza e la sicurezza che cerchiamo è in realtà dentro di noi.

Forse questo libro serve prima di tutto a me, per ricordarmi che c'è del bello anche nella lentezza e, soprattutto, per invitarmi a percorrere il mio cammino osservando, condividendo e meravigliandomi, privilegiando l'incontro rispetto all'efficienza e alla velocità.

Forse, alla fin fine, l'Erede ha capito tutto della vita.

Commenti

  1. E ci voleva Sepulveda per fartelo capire?!?

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  2. Anche io sono una "veloce". A volte anche troppo... quest'anno, tra i buoni propositi per il 2014, in elenco ho anche messo "rallentare un po'".... un libro così farebbe bene anche a me

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  3. Grazie! Ho visto questo libro e mi ero ripromessa di comprarlo, poi... mi sono distratta e aspettavo di sentirne parlare e oggi ho letto la tua recensione e mi sono convinta che devo leggerlo, anche perché io ho sempre fatto tutto velocemente... ma quando ho l'occasione di vivere lentamente mi rendo conto che la mia natura è un'altra e che nella vita di tutti i giorni non l'assecondo mai e questo non va bene... lo leggerò insieme alla figlia... o forse è troppo presto per gli otto anni?

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    1. Assolutamente no! Io l'ho letto col mio che di anni ne ha 7 ! Ognuno ne coglie un aspetto , ma la ricchezza della storia è per tutti

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