Di riflessioni del cactus 17
Un grande fico dominava il giardino della casa di Dolcezze. Era enorme e c'era sempre stato. Era sopravvissuto a un bombardamento che aveva distrutto parte dell'immobile, era sopravvissuto al taglio di improvvisati potatori, dopo la malattia del Genitore, che prima se ne prendeva cura. Era parte della vita della casa. I suoi frutti erano dolcissimi ed era compito di ogni badante raccogliere i primi, per portarli alla Genitrice che li adorava. Per anni era stato un albero generoso e i frutti viaggiavano in piatti e scodelle per la città e oltre, perché la dolcezza va condivisa. L'anno scorso, all'improvviso, solo qualche fico. Qualche mese fa, quando la Genitrice era in ospedale, un crollo improvviso: l'albero di è spezzato in due ed è precipitato sulla recinzione.
Ma non ora.
E' troppo presto.
Come ti capisco. C'è untempo per ogni cosa e a scandire ogni passaggio comanda il cuore.
RispondiEliminaUn cuore ferito che non tornerà mai più come prima.
La vita va avanti comunque e il tempo per ristabilire certi passaggi tornerà.
Ma nel frattempo...quanto dolore!
EliminaSi sentono spesso queste storie, ma riguardano per lo più animali (gatti sanissimi e cani in perfetta forma che dopo la morte del loro umano si sdraiano, rifiutano il cibo, oppure si addormentano per non più svegliarsi) ma anche esseri umani: compagni di vita, soprattutto coppie dove il superstite segue il compagno nel giro di poche ore o pochi giorni, più spesso una o due settimane. Genitori, qualche volta.
RispondiEliminaPerché no anche le piante? Il rapporto tra piante ed esseri umani è poco raccontato ma molto forte: abbiamo una vera sfilata di racconti dalle filosofie orientali - il Budda, si sa, giunse all'illuminazione sotto un albero - e i greci attribuivano un'origine umana a un sacco di vegetali. Spesso ci leghiamo agli alberi senza accorgercene, basta vedere gli strilli di disperazione tutte le volte che in città vengono abbattuti (talvolta anche con motivi molto validi) un gruppetto di alberi. Ecchessaràmai, morto un albero se ne fa un altro, giusto? No, a quanto pare non è così semplice. Un albero è alla radice del mondo secondo la mitologia norrena, sotto gli alberi in Germania ci si riuniva per legiferare... La corrente di scambio energetica tra uomini ed alberi è sempre stata molto forte, anche se non riconosciuta.
Purtroppo lo scambio energetico va sempre nelle due direzioni, e la Genitrice, che a quel che ho capito è stata interiormente forte fino alla fine dei suoi giorni, dava molto al suo albero. A un certo punto l'energia è venuta a mancare, da una parte e dall'altra - eppure in teoria gli alberi vivono molto più di noi, dovrebbero dimenticarci con facilità.
Qualche volta lo fanno, non sempre.
Da brava gattara amo molto la storia del ponte dell'Arcobaleno, dove i nostri amici a quattro zampe ci aspettano per correre di nuovo con noi. Magari c'è anche un bosco dell'Arcobaleno, chissà,?
Di sicuro per ora ci siete voi che non riuscite a darvi pace. Se c'è una cosa che non manca comunque agli alberi è la pazienza.
Grazie di aver diviso questa bella storia con noi 💙💚🌳
Grazie a te per averla ascoltata. L'evento è stato così improvviso e inatteso che, veramente, ci è sembrato un segno. Forse adesso fa i frutti dolcissimi altrove
EliminaCiao Dolcezze. Quando lo scorso Ferragosto mio nonno venne a mancare, lasciò la vigna e fummo noi ad occuparcene. Una sera, mentre eravamo intenti ad innaffiare, trovammo, tra tutti i grappoli, uno viola. Inspiegabile, perché nonno coltivava solo uva bianca. La cosa ancora più strana fu la posizione di questo grappolo: proprio frontale alla panca in cui nonno era solito sedersi. Ne parlai con il sacerdote della mia parrocchia che mi disse che era un segno della presenza di nonno in mezzo a noi. Un'altra amica invece mi disse che poteva essere il segno del lutto, che la vigna aveva colto.
RispondiEliminaDeve essere così anche per il vostro albero. Un abbraccio