Di cose he non vorresti mai vedere (21) e sentire (29)

In preda a un'insopprimibile voglia di rivedere (e sostenere) l'Erede alle prese con l'ennesimo esame dell'anno, per intervalla examinis Dolcezze è partita per il profondo Nord. Il viaggio, come sempre, si è rivelato un'odissea, ma si sa che "cu pati p'amuri non prova duluri", e quindi si è imbarcata nell'impresa, scoprendo che, mentre lei trova sempre nuovi impedimenti ogni volta che decide di partire, l'universo mondo, invece, è in giro, anzi sul treno che lei ha deciso di prendere. 

A causa della lunghezza del viaggio, nei due posti contigui al suo e a quello della Stella si sono alternate tre coppie:

n.1, coppia di italiani: alla proposta di Dolcezze di scambiarsi i posti per stare ognuno di fronte al proprio compagno di viaggio, reagiscono con un diniego: "I nostri posti sono questi e rimaniamo così". Dolcezze non ripeterà mai più l'offerta.

n.2, coppia di canadesi: la moglie crolla addormentata e continua a dare involontariamente calci alla Stella. Il marito, invece, si toglie direttamente le scarpe.


Per farsi perdonare, entrambi, prima di scendere dal treno, riempiono di complimenti la Stella e considerano quanto è bello che mamma e figlia viaggino insieme.

n.3, coppia di italiani con piccolo cane al seguito. Qui si lascia direttamente spazio alla fedele trascrizione di quanto udito.

Lei: "Sistemati là. Dammi lo zaino. Perché siamo partiti a quest'ora? Era meglio prima. Quando partiamo? Alle 13.00, col caldo? E a che ora arriviamo a Firenze? E poi a casa? Passami l'acqua.  E la ciotola? Dove dovrebbe bere Fufi? 

Lui sonnecchia.

Lei: "Dammi gli occhiali,  se no poi li perdi. Tanto a che ti servono? Ma che fai? Dormi? C'è il controllore.  I biglietti dove sono?  Tu e 'sti cavoli di biglietti  sul cellulare!  Poi vai e mi prendi un caffè.  Ne prendi uno solo, perché io ne voglio solo un sorso. Il resto te lo puoi bere tu. Lo sai che il pomeriggio voglio il caffè."

Lui tossisce.

Lei: "Mettiti la mano davanti. Tua cugina quando parte?"
Lui: "Martedì "
Lei: "Perché lei martedì e noi mercoledì?"

Lui si alza, si allontana e torna col caffè.

Lei: "Il caffè è buono. Credevo fosse bruciato. Ti sono bastati i 4 euro? Tuo padre lo hai avvisato che ci deve venire a prendere?"

Lui accenna di sì.

Lei: "E quando lo hai chiamato? Non ti ho visto! Non è che ci lascia alla stazione?"

Intanto lui guarda Dolcezze con aria rassegnata e fa spallucce.  Lei, come se si fosse solo in quel momento accorta della presenza di altre persone, si gira: 
"Non è che il mio cane la sta infastidendo, signora?" 

"No, stia tranquilla.  Lui per nulla".



Commenti

  1. Sembra la versione al contrario del film di Verdone. Sul treno si vede di tutto, questi tuoi compagni di viaggio non scherzano per maleducazione. Io l'ultima volta ho rimproverato un tizio che bestemmiava senza ritegno. E io ho gridato"Le bestemmie no!"
    Devo dire che ha smesso ma in compenso ha urlato tutto il tempo.

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    1. La cosa inquietante è il parlare a voce alta, come se si fosse soli...

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  2. Realtà pura di un viaggio in treno di questi tempi a lunga percorrenza. Pensa se fosse un regionale, dove donne straniere per tutti i 50 minuti di percorrenza urlano al telefono come se esistessero solo loro.

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    1. Infatti. Ma almeno lì non capisco, qui conosco i fatti personali di tutti

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  3. La nostra affettuosità sicula anche nei confronti di chi non conosciamo non sempre viene apprezzata o focalizzata nella giusta luce. Mi riprometto di stare algidamente incurante degli altri, ma poi la cultura natia viene fuori. Povero lui! Il silenzio è eloquente...
    Mel

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