Di nuove Prime e di adolescenti moderni

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C'è una costante nel lavoro con la Prima di quest'anno: tutti i ragazzi hanno piena consapevolezza di sé, quelli più alti della prof e quelli che a malapena, da seduti, toccano terra. Bravi, educati, con ottime conoscenze pregresse, informati su tante cose e non soltanto sui videogiochi, ma pieni di sé. Tutti. Questa cosa in Prima è inquietante. In genere si arriva a questo in Quinta, con ragazzi che si son fatti le ossa a scuola, mentre in Prima, in genere, gli alunni si dividono fra adolescenti insicuri e secchioni e fanciulle con lo specchietto nel diario. Quest'anno no: sembrano tutti uomini e donne fatti, che non hanno un cedimento. Mai.
Chi è beccato impreparato non era a conoscenza dei compiti perché era assente ("ma, scusa, c'è il registro elettronico e le vostre millemila chat!").
Chi non sa la ripetizione non poteva farla perché c'erano troppi compiti ("anticipare no, eh?").
Chi è senza libro aveva lo zaino troppo pesante.
Chi ha dimenticato il quaderno fa spallucce.
No, non è questione di scarsa educazione. E', banalmente, autoreferenzialità.
Ognuno di questi ragazzi si sente onnipotente. La chiave per questa interpretazione me l'ha data il latino che richiede, ontologicamente, di seguire regole fisse e non adattabili.
Correzione versioni: "Romanorum copiae: Le truppe romane...
"Giusto, ma in questo momento dell'anno io preferirei una traduzione letterale in questa fase. Romanorum cos'è?"
"Genitivo plurale"
"E traduci, allora"
"Le truppe romane"
"Ma non hai detto genitivo plurale?"
"Sì, ma è la stessa cosa"
"Convengo, ma voglio la traduzione letterale". Solo dopo 10 minuti, finalmente, il malcapitato obbedisce alla perfida strega e dà la traduzione letterale.

"Ripetiamo le declinazioni"
"Io le so, prof" 
"Ne sono certa: declina" 
"Non è necessario declinarle: basta saperle"

"Per tradurre occorre innanzi tutto individuare e interpretare il verbo." 
"Villae domina in arca armillas servat: Villae..."
"Ho detto che prima di tutto devi individuare e tradurre il verbo..." 
"E' lo stesso, prof."
Non è lo stesso per niente. 

Qui il problema è che stiamo tirando su una generazione di presuntuosi che credono di sapere tutto. 
Come mai? Anni di condiscendenza, di "lascialo stare, che è piccolo", anni di no che diventano sì, se no si dispera, creano questo. Ogni regola DEVE essere violata per l'affermazione della personalità individuale e l'obbedienza non è più una virtù. 
Immagino già i genitori di questi rampolli a colloquio: potrei già scrivere i dialoghi. 

Commenti

  1. Scriviceli i dialoghi, ti prego.
    Però, devo dire che mi sono rivista in questi ragazzi. Dal terzo liceo in poi ero proprio così. E considera che mi sono diplomata tredici anni fa.
    Quindi non mi sento di dare la colpa alle nuove generazioni...
    Oppure io ero già avanti? 😉

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    1. Dici bene: dal terzo liceo in poi. Sono loro i precoci!
      Sui dialoghi...sicuramente ne avrò da raccontare

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  2. Sono proprio quei bimbi che all’età della scuola dell’infanzia sono sempre giustificati da genitori incapaci di gestirli e che gliele danno tutte vinte pur di non contrariarli: “poverini”.
    sinforosa

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    1. Esatto. Tu li vedi piccini...io in tutto il loro splendore.

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  3. Mamma come hai ragione cara Dolcezze!
    Credono proprio di sapere tutto questi piccoli rampolli, ma prima o poi dovranno sbattere il naso contro la realtà e ... sarà dura.
    Un abbraccio
    Maria

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  4. Riconosco perfettamente i sintomi di questa generazione. Si combatte molto, non sempre la si spunta.

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    1. ...secondo me quasi mai. Perciò RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!

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  5. sono così perché i genitori li hanno sempre scusati, per tutto! genitori vandali, che hanno cresciuto i loro giovani con troppa troppa indulgenza. la colpa purtroppo non è dei ragazzi, ma dei loro genitori. titty p.

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  6. Il latino li ridimensionerà, stanne certa! Ho rivisto nel tuo racconto qualche mio primino. Ti confesso che quest'anno è la classe più divertente e interessata. 😁

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  7. I genitori saranno simili a quelli del mio ex alunno che aveva fatto una grossa marachella. Chiamati a scuola, sono venuti arrabbiatissimi (loro) e mi hanno rimproverata di essere poco tollerante. No comment.

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