Della SignoracheaiutaDolcezze



Da molti anni ormai Dolcezze ha una Signorachelaiuta.
Inizialmente, quando i grandi erano piccoli, la sua presenza era esclusivamente di supporto a Dolcezzeturbinediguerra. Ciò che lei faceva era stirare, perché, fra i lavori donneschi, come già detto, mi pare, Dolcezze proprio non sopporta farlo e le montagne di camicie dell’Amato Bene e degli altri maschi di casa la terrorizzano.
Adesso, però, che Dolcezze si è un po’ “rallentata”, ha bisogno di un aiuto più…consistente…e qui cominciano i guai.
La Signorachelaiuta è un tipo sui generis:
-non sale sulle scale (il che vuol dire che i lampadari e gli armadi spettano a Dolcezze)
-non usa la lucidatrice, perché quel movimento le fa male alla schiena
-non sa passare la cera
-stende la biancheria in maniera “creativa”, creando grinze e pizzi ovunque
-appallottola la biancheria asciutta senza piegarla.
E poi…
DECIDE LEI COSA FARE E QUANDO. 
Con lei è tutto relativo: il giorno in cui ti fa grazia di venire, il tempo che ha a disposizione, quando tornerà a finire ciò che aveva cominciato…
Insomma, la devi prendere così com’è.
Non ha peli sulla lingua: richiama l’Erede per i fazzoletti appallottolati, la Stella per le scarpe, il Cucciolo per i giocattoli sparsi, l’Amato Bene per il disordine sul comodino, Dolcezze per tutto. 
E poi controlla tutto: praticamente è una suocera. 
La Storia ricorda quando, in un pomeriggio in cui Dolcezze aveva incerato e lucidato i pavimenti, lei, con competenza professionale passò in rassegna tutte le stanze e poi disse: “Brava, hai saputo fare bene”. 

Immagino l’obiezione: “Ma perché, allora, visto che tutti i lavori pesanti li deve fare da sé, Dolcezze tiene e paga questa donna?”
La risposta potrebbe essere: “Perché  è di famiglia, perché conosce tutti gli anfratti della casa, perché è di fiducia, perché ormai è anziana e le dispiace…”, ma c’è un altro motivo, ben più valido:
LEI HA IL POTERE.

Oggi ha fatto la grazia di venire. Ha trovato in camera ANCORA la cassetta dei ferri e il trapano dell’Amato Bene, piazzati lì da quando sono cominciati i lavori della cucina e ancora non riposti “Perché possono servire”. Dolcezze aveva provato a farli sparire, a metterli nello sgabuzzino, ma l’A. B. pervicacemente, li aveva ripresi e rimessi in giro.
LEI è entrata, li ha visti ancora lì, è andata in cerca dell’A.B. gli si è parata davanti e lo ha apostrofato: “Signore, basta! Tue cose in giro da 3 mesi. No possibile! Togli tutto!”
L’Amato Bene, senza proferire verbo, è entrato in camera e ha riposto tutto nello sgabuzzino. 

Avesse conosciuto prima queste sue virtù, Dolcezze avrebbe da tempo risolto molti problemi.

Commenti

  1. Ah ah ah, grande come sempre: leggerti é un vero spasso!
    Però sei una Santa: io una così l'ucciderei (dopo aver ucciso il marito, si intende!)

    RispondiElimina
  2. a questo punto mi chiedo se tu, allo stato attuale, una vera suocera ce l'abbia: tutto avrei immaginato, ma vederti preda di istinti sadomasochistici, quello proprio no...

    RispondiElimina
  3. Concordo con Federica cara Dolcezze! Una così la strangolerei! Sei veramente brava e paziente!!! ( e leggerti è sempre uno spasso!!!)
    Un abbraccione Maria

    RispondiElimina

Posta un commento