Delle follie della quarantena 7 (post molto serio)
In due giorni è successo di tutto.
Giovedì mattina Dolcezze entra nella sua meravigliosa Terza, la classe perfetta, il sogno di ogni docente, e vede la Mamma con gli occhi iniettati di sangue aggredire verbalmente Wiki che, con una calma olimpica, fortunatamente non reagisce. Il Saggio viene interrogato, va bene ma, in lacrime, dichiara di non essere soddisfatto, perché avrebbe voluto approfondire meglio e si è fatto interrogare solo per evitare che venissero chiamati altri compagni non preparati. Chiede che il suo voto non venga trascritto (per la cronaca era 8). Un collega ferma Dolcezze per comunicarle che il Matematico ha consegnato in bianco un compito perché riteneva che le domande non fossero adeguate al programma svolto.
In Quinta trova Irma la dolce in lacrime, mentre dice tra i singhiozzi: "Non ce la faccio più". Interrogati i compagni, tutti hanno dichiarato che in classe non era successo nulla e lei stessa non ha saputo dare una spiegazione per il suo sconforto.
Venerdì mattina, prima di arrivare in Prima, Dolcezze viene fermata da Lunghi Capelli. Sono giorni che si assenta, entra in ritardo, si giustifica e, soprattutto, porta in giro due occhiaie che uno zombie si può scansare. "Professoressa, non sto bene. Non sto bene con la classe, non sto bene con i miei, non sto bene con i prof, non sto bene neanche con me stessa". Entrata in classe, trova la Bionda in lacrime, con il Rimmel che cola sulla mascherina e i suoi splendidi occhi nocciola gonfi: "Che altro succede?" Dialogo a due, e Dolcezze scopre che il collega, un autentico pezzo di pane, le ha detto che ha il voto che si merita (sempre di voti positivi si parla, eh!) e lei si è sentita mortificata: "Prof, io studio tanto, io studio sempre, io non ce la faccio più". Il Rosso fa movimenti strani con le dita, come se stesse usando un cellulare: al controllo si vede che non lo aveva, ma nella sua mente era come se ci giocasse. Il Bimbo dondola sulla sedia con lo sguardo perso e, richiamato, si blocca, inconsapevole.
Dolcezze esce frastornata e incontra in corridoio una collega che non vedeva da un po', anche lei abbastanza sbattuta: "Sono distrutta, non reggo più: i ragazzi sono strani e io stessa ho un magone fisso proprio qui, nel petto e, non so se è per quello o per la mascherina, mi manca il fiato"
Con chiunque si confronti, la risposta è sempre uguale: tutti siamo stanchi, confusi, inquieti e non riusciamo a guardare con serenità al futuro. Sono passati due anni, ma sembra ne siano trascorsi cento e tutta l'energia che abbiamo messo nel resistere, incoraggiare e credere che tutto sarebbe andato bene forse si è esaurita. Tutti stiamo pagando, ma soprattutto i ragazzi, che non riescono più a relazionarsi normalmente con adulti e coetanei.
La pandemia passerà, ma continuerà a seminare vittime chissà per quanto tempo.
Nella mia Prima abbiamo avuto nell'ultimo mese TRE attacchi di panico, ad opera di due diversi alunni. Sospetto che contribuisca anche l'arrivo della primavera: in un momento in cui gli equilibri sono così precari, potrebbe essere la classica goccia di troppo che fa traboccare vasi ormai giunti ben oltre il livello di guardia.
RispondiEliminaConosci la teoria psicologica che sosptiene che il momento più buio è quello subito dopo che l'emergenza è passata? :(
Certamente anche la primavera metterà del suo, ma appunto METTERÀ. È ancora troppo presto: tra un mese cosa succederà?
EliminaCara Dolcezze questo virus lo “porteremo addosso” ancora per tanto tempo, ci ha cambiato la vita e
RispondiEliminala percezione di essa.
Buona serata.
sinforosa
È vero. Tra l’altro ci ha lasciato un terribile senso di provvisorietà di cui ci libereremo chissà quando.
EliminaSpesso gli adolescenti sono a disagio con sé e con il mondo senza sapere perché. Anche lo stress da prestazione capita.
RispondiEliminaForse sono gli adulti che hanno meno difese davanti alle manifestazioni di disagio. Nel mio caso particolare, io so benissimo perché non sto bene: per la mancanza di prospettive di qualsiasi tipo, dovuta a scelte che posso solo subire.
Hai ragione, ma in tanti anni non ho mai visto tanti episodi INSIEME. Credo che veramente la pandemia sia responsabile
EliminaL'essere umano è fatto per adattarsi. Riusciremo a superare anche questo.
RispondiEliminaÈ quello che ripeto (e mi ripeto) ogni giorno
EliminaIo sono felice perché mio figlio ha ripreso la sua vita da studente universitario. L'ultimo semestre della magistrale lo sta seguendo in presenza, a Torino, dove ha potuto finalmente conoscere i suoi colleghi con i quali si è relazionato per un anno e mezzo attraverso il computer.
RispondiEliminaI ragazzi hanno mille risorse ma i tuoi sono in quell'età tragica in cui si soffre seneza sapere perché. Io mi ritrovavo a piangere nonostante avessi una vita piena,anzi di più.
I tuoi hanno subito un arresto delle loro abitudini assolutamente imprevisto e soprattutto immediato. Da un giorno all'altro si sono,ci siamo ritrovati chiusi in casa e addio a tutte le nostre certezze.
Io ho cercato di mantenere la lucidità, non mi sono mai piegata alla paura nonostante sia un'ansiosa riconosciuta clinicamente. Ho sostenuto familiari, alunni, amiche, perché il mio vero pensiero, la mia unica paura è sempre la stessa: la salute dei miei figli. Se loro stanno bene io posso affrontare tutto.
Tu, evidentemente, sei forte o devi esserlo, perché le madri non possono essere deboli, ma è veramente dura…
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