Di riflessioni del cactus 5
Quest’anno, all’inizio di quella che Dolcezze credeva sarebbe stata un’estate normale, per assecondare la natura del cactus lo ha trasferito in un vaso rettangolare, dove, finalmente, si è adagiato. Poi, però, Dolcezze non ha più potuto controllare il suo stato ed era molto preoccupata che, appoggiato sulla terra, potesse marcire. Qualche giorno fa, passata al Buen Retiro, ha scoperto che, non solo il cactus non è marcito, ma sta pure facendo un pollone e allora ha capito che non si era mai sviluppato prima perché non aveva potuto seguire le sue inclinazioni. Lasciato libero, non solo non è morto, ma pure cresce e figlia.
Tante volte noi genitori cerchiamo di “correggere” i nostri figli sulla base di quello che pensiamo sia giusto per loro: li “raddrizziamo”, li spostiamo, li costringiamo invitiamo a seguire corsi, palestre, cineforum che dovrebbero migliorarli e li troviamo sempre fermi e soli. Se invece permettiamo loro di seguire la loro natura allora si svilupperanno e daranno frutti, anche se diversi da quelli progettati da noi.
E niente: i cactus continuano ad essere fonte di riflessione.
Bella la tua riflessione del cactus, la natura insegna!
RispondiEliminaSempre. Basta saperla ascoltare
EliminaBen detto!!! Il fatto è che non sempre da genitori si riesce ad afferrare il concetto, ma è solo perché si ama troppo i figli! Con i cactus è più semplice capirlo, prima o poi! Comunque sei sempre uno spasso con i tuoi post!!!
RispondiEliminaGrazie! È vero. A volte l’amore ci spinge a scelte “logiche” ,ma sbagliate
EliminaOttimo spunto di riflessione. Credo che in qualche maniera valga anche per gli insegnanti.
RispondiEliminaEsatto
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