Di riflessioni del cactus 4
Tanti anni fa, quando Dolcezze non aveva ancora la passione delle piante grasse, un condomino lasciò nell'androne una pianta particolarissima, che poi scoprì essere un Aeonium: era una specie di mazzo compatto di rose bellissime e lei non resistette alla tentazione di staccarne due per riprodurle. Il portiere smontò i suoi ardori: "Professoressa, è una pianta difficilissima! Dubito che riesca a farla vivere." Per nulla scoraggiata, Dolcezze piantò le rosette in due vasi diversi: uno lo lasciò in città, l'altro lo portò nel Buen Retiro.
Per anni NULLA: le rosette si sollevavano in altezza, ma rimanevano uguali per dimensioni. Le foglie in basso seccavano, ne nascevano di nuove, ma, sostanzialmente, le piante restavano immutate. L'anno scorso, alla fine della stagione, Dolcezze ha spostato sotto un albero il vaso del Buen Retiro e, all'inizio di questa estate ha trovato una splendida sorpresa.
Anche il vaso della città è cresciuto l'inverno scorso e la piccola rosetta è diventata una grande rosetta, che ha occupato tutto il vaso, ma non si è ancora riprodotta.
Stessa pianta madre, diverso clima, diverso sviluppo: belle entrambe, ma diverse.
Come i figli.
Tu li stai a guardare, controlli il loro sviluppo, e ti sembrano sempre uguali. Poi, all'improvviso, esplodono in tutta la loro bellezza, ma in modi diversi .
I genitori sono gli stessi, le cure le medesime, ma non crescono alla stessa maniera. Dipende forse dalla vicinanza o meno della famiglia, dagli studi e amicizie personali, ma il loro sviluppo è originale: belli tutti, ma diversi.
Io ho due figlie, 24 e 25 anni, diversissime tra loro. Non saprei dire, di preciso, da cosa nasca questa diversità e quali fattori l'abbiano definita, ma non ha importanza, è tutto bellissimo.
RispondiEliminaCiao.
Intanto benvenuto! Io ne ho tre e non hanno nulla in comune, ma la loro bellezza è proprio nella diversità. Da cosa dipenda…continuo a chiedermelo , ma hai ragione: non è assolutamente importante saperlo.
EliminaAnche io ne ho tre, per ora piccoli (10, 5, 2 anni) e ogni giorno mi stupisco di come "fioriscano" in modo inaspettato, e di come la loro crescita sia così diversa in ognuno! Eppure sono figli degli stessi genitori, cresciuti nella stessa casa, eccetera eccetera... La Vita è incredibile e meravigliosa per questo! Grazie di questa bella riflessione. PS: io ho purtroppo il pollice nero, spero che la metafora piante/figli per me non valga!
EliminaIo ho scoperto che non è questione di pollice nero, ma DI POSIZIONE. Se le piante trovano la posizione giusta crescono tranquillamente, anche senza il tuo intervento, altrimenti non c’è nulla da fare, per quanto ti sforzi
EliminaVerissimo, ho un anthurium che mesi fa ho "abbandonato" su un davanzale, pensando che quando fosse definitivamente morto lo avrei buttato. E' rinato! Sta pure facendo un timido fiorellino... io non ho parole! Però sono molto felice e lo guardo affascinata.
EliminaDipende dal fatto che ogni figlio ha un suo specifico patrimonio genetico già in partenza (e poi ogni figlio cresce in un mondo diverso, anche se di poco). Magari vale anche per le piante?
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