Dei libri dell'anno 67: I coraggiosi saranno perdonati
E’ da tanto che non
recensisco un libro, non perché non abbia letto, anzi, ma perché, pur avendo
trovato dei bei romanzi (in mezzo a tanta paccottiglia, ahimè) mi è mancato il
tempo per scrivere, cosa che amo fare a lettura appena conclusa, quando il
carico delle emozioni è più forte.
Sono partita prevenuta con
questo romanzo, perché all’Amica Lettrice non era piaciuto affatto e il suo
giudizio quasi sempre coincide col mio, al punto che solo in un paio di
occasioni ci siamo trovate in disaccordo.
E invece a me è piaciuto tantissimo.
L’azione si svolge a Londra
tra il settembre del 1939 e il giugno del 1942 e comincia proprio qualche
minuto dopo la dichiarazione di guerra. Apparentemente i protagonisti sono
quattro giovani, due ragazze di buona famiglia e due giovani, che il conflitto
vedrà maturare e cambiare profondamente, ma in realtà al centro di tutto ci
sono Londra e la guerra.
Londra è vista nella realtà
“fisica” e strutturale, coi suoi parchi, le sue strade e le sue case (prima
splendidi e poi ridotti a cumuli di macerie che nessuno rimuove e a cui non si
sostituiscono nuove costruzioni), ma anche nella sua realtà più intima, quasi
altezzosa e con una forte differenziazione sociale. Non per niente le famiglie
bene continuano ad organizzare party e thè e a frequentare il Ritz, mentre di
molti cittadini, massacrati sotto i bombardamenti, non rimane nulla, neanche
miseri resti da ricomporre in una bara.
In questa città Mary vivrà
il suo amore con Tom, ma anche la sua “missione” di insegnante per bambini difficili,
diversi e proprio per questo esclusi. Il coraggio non è, infatti, solo quello
di Alistair, che si è arruolato volontario e combatte in Francia e poi a Malta,
ma anche quello di Tom, che sfida le disposizioni statali per aprire la scuola
per i bambini rimasti in città, e di Hilda che, quasi per gioco, comincia a
fare l’infermiera sulle ambulanze di primo soccorso che Mary guida.
La guerra in tutto ciò è
incombente, dominante. Anche se sembra solo sullo sfondo, in realtà è
l’autentica protagonista, perché la si vede sempre presente non solo e non
tanto nei discorsi dei personaggi, né nelle analisi politiche, del tutto
inesistenti, ma nelle sue conseguenze devastanti: bombardieri, corpi sventrati,
bambini uccisi, nemici crudelmente massacrati, amputazioni, sangue, segni fatti
sui cadaveri e fosse comuni…A me ha ricordato i versi dell’Eneide in cui
Virgilio parla di guerra mostrando giovani assassinati e mutilati e sfronda la
celebrazione dell’eroismo individuale, presentando il fantasma di Ettore nell’orrore
della morte e non nella retorica del morto per la patria, scelta che imprime
maggiore pathos nel lettore.
Pathos nel quale lo
scrittore è maestro, riuscendo a far entrare il lettore DENTRO la storia.
Ci
sono dei momenti, che non voglio citare per non anticipare nulla a chi volesse
leggere il libro, in cui la tensione narrativa e le descrizioni sono tali che
tu senti le sirene, non riesci a respirare, non capisci dove sei e inorridisci
per le violenze di cui sei in prima persona testimone, come se fossi tu stesso
a vivere le esperienze dei protagonisti.
Alla fine della storia i
ragazzi saranno tutti molto cambiati, perché la guerra tutto sconvolge e tutto
travolge, ma anche
tu, lettore, sei un po’ diverso.
È nella mia lista da un po',, dopo un rapidissimo incontro in libreria. Mo' cerco di procurarmelo perché dovrebbe piacermi.
RispondiEliminaMetto in lista. Mi fido delle tue recensioni e del tuo giudizio *_*
RispondiEliminaGrazie per la recensione. Anche io lo metto nella lista dei libri da leggere.
RispondiEliminaBellissima recensione. Io non sono rimasta altrettanto entusiasta, mi ha stancato e me lo sono trascinato per due mesi. Indubbiamente è scritto bene ma non mi ha emozionato nonostante le vicende narrate. Forse non era il momento giusto, gli darò un'altra occasione.
RispondiEliminaCiao! Lo guardavo anche io da un po'. Lo metto in coda.
RispondiElimina@ tutte: è un libro particolare, che parte lentamente e confusamente, ma che poi prende molto. Fatemi sapere che ne pensate.
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