Dei libri dell'anno 47: Il bambino segreto




Se escludo i tre romanzi di Millennium, questo è il primo giallo “scandinavo”  ( e di questa autrice in particolare) che leggo, quindi non so se, come dice la copertina, è il migliore della serie. Io l’ho trovato un giallo anomalo, ma non mi è dispiaciuto, quindi mi sento di consigliarlo oggi per il Venerdì del libro


In un paesino svedese un vecchio professore di storia, appassionato collezionista di cimeli nazisti, viene trovato brutalmente assassinato. Nel giro di due mesi una dolce casalinga, malata di Alzheimer e sua amica negli anni della prima adolescenza, viene soffocata. Su questi strani episodi indaga una strana squadra di poliziotti, che sembrano l’Armata Brancaleone e che svolgono un’indagine decisamente strana, per un giallista abituato a ben altri standard investigativi. L’autrice, infatti, indulge, decisamente troppo, al racconto delle vicende individuali dei singoli personaggi: il capo, poltrone e mangione, che umanamente si riscatta nel finale, ma che professionalmente vale poco, un collaboratore che cerca di fare il meno possibile e pensa solo al golf, una segretaria desiderosa di maternità e due agenti (gli unici con un po’ d’acume investigativo) in attesa di un figlio. Il vero detective è in congedo di maternità, ma di fatto, è sempre lì a collaborare (ovviamente con bimba al seguito) e l'azione prende le mosse da sua moglie, Erika, che trova dei diari e degli oggetti della madre e comincia una solitaria ricerca sul suo passato.

La storia è interessante e si dipana su due spazi temporali, in quanto i delitti hanno una radice nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, nella quale la Svezia è coinvolta di striscio, ma comunque colpita. La verità si svela poco a poco, ma chi ha un po’ d’intuito capisce già da metà libro dove si vuole arrivare. Nel libro, poi, vengono toccate varie tematiche di stretta attualità, quali la xenofobia, il negazionismo, le coppie omosessuali e i figli di queste. Tanto, forse troppo, anche perché le tematiche, serissime, vengono solo sfiorate e non discusse. Più curata la riflessione sulle origini dell’odio e della violenza, sul bene e sul male, sul “grigio” che, a volte si deve accettare, perché la realtà non è solo “bianco e nero”, se non nei libri. Presente anche la difficile relazione fra padri e figli, le famiglie allargate, le difficoltà adolescenziali…comprenderete che il giallo è lo sfondo ma non il protagonista.

Di fatto questo romanzo è una celebrazione della maternità, già dal titolo: c’è il bambino segreto, la bambina del detective, il bambino della sua ex moglie, i due bambini degli agenti che devono nascere (di uno seguiremo il parto in diretta), i 5 figli della famiglia allargata della cognata del detective e del compagno, le due gravidanze che iniziano durante la storia…insomma, c’è da controllare qual è il tasso di natalità della Svezia!

A ciò aggiungi che nel romanzo tutti mangiano biscotti o cioccolatini al caramello e bevono litri di caffè…da ingrassare solo a leggere!

Nonostante questi appunti, il libro è piacevole e si legge in fretta…ma non chiamatelo giallo, per carità...

Commenti

  1. Di solito i gialli scandinavi sono molto tristi & di denuncia. Il genere fertile&spensierato mi manca proprio, e questo ci ha pure una bella copertina.
    Penso che proverò quest'inverno, e intanto grazie della segnalazione ^__^

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  2. Ho letto l'intera Lackberg, in ordine di serie, e sempre di più ho notato la prevedibilità della trama poliziesca, e anche le ripetizioni nella struttura. Con questo sono piacevoli, ma credo che tu abbia centrato il punto: sono come una fiction con una lievissima spruzzatina di poliziesco, giusto per. Il genere è altra cosa.

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  3. Finito a fatica stanotte.
    L'ho trovato inutilmente lungo,prolisso,vedasi la descrizione minuziosa del parto che non interessa e nulla aggiunge,ricco di personaggi e situazioni che,come dici tu,incarnano tematiche attuali o passate senza approfondirne nessuna.
    In sintesi:na palla!
    Non leggerò più niente di questa autrice se non quando avrò problemi seri di insonnia...
    Dopo una pagina il pomeriggio crollavo

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