Dell'adolescente studente occupante
PREMESSA: Questo post
non parla dello studente serio e motivato che considera l’occupazione delle
scuole l’estrema forma di protesta contro un sistema ritenuto (non sempre a
torto) sbagliato e scorretto. Qui si parlerà, con maggiore leggerezza, dello
studente medio, poco attento al contenuto (ideologico) e molto attento alla forma
(occupazione/vacanza/riposo).
L’adolescente
studente è occupante in potenza, già all’inizio dell’anno. L’elezione dei
rappresentanti di istituto è spesso decisa da chi offre, sul piatto della
bilancia, l’occupazione decembrina e prenatalizia. Oh, certo, non se ne parla
apertamente, ma il discorso è lasciato cadere con leggerezza fra le righe di un
programma più ampio e serio.
L’adolescente
occupante in potenza già a novembre comincia a proferire più apertamente il
verbo proibito, non appena si avvicina un’interrogazione o una verifica
scritta, o quando i compiti sono troppi (e l’accumulo di quelli non ultimati
incombe come un macigno) e l’occupazione sarebbe la panacea di tutti i mali.
L’adolescente
occupante in potenza stringe una rete di collegamenti virtuali con tutti i
gruppi feisbukiani e wuopzappiani delle scuole della città, per essere
informato in tempo reale delle decisioni dei capi (e sì, per ogni scuola c’è un Direttorio in cui Marat, Danton, Robespierre e qualcun altro decidono per
tutti).
L’adolescente
quasi occupante, quando ha sentore del giorno e dell’ora, si attiva a sua
volta, per cercare di contattare quanti più amici possibile, perché più si è e
meglio è.
Una
volta raggiunto l’obiettivo, gli adolescenti occupanti si suddividono in più
categorie:
-i
duri e puri, a loro volta suddivisi in seri e motivati (quelli di cui ho
parlato nella premessa) e quelli caciaroni. Sono coloro che cercano di
organizzare assemblee, conferenze, dibattiti e cineforum, ma sono spesso
soppiantati dai caciaroni e basta (di cui parliamo più giù). Costoro tengono
sulle spalle il peso dell’impresa, occupando fisicamente i locali con
coperte e sacchi a pelo, riforniti di cibo, acqua e caffè dall’esterno. Li
riconosci dalle facce stravolte al mattino e dal colorito giallastro di chi ha
da giorni un’alimentazione a base di pizza e panini.
-i
caciaroni e basta, che stanno a scuola solo per far confusione e
intrattenere relazioni amorose o sociali. Sono i più pericolosi, anche perché
hanno il potere di controllare le masse. Portano la radio, le carte e i
palloni; organizzano sfilate di moda e gare di cucina…ma non si caricano del
peso della nottata e arrivano in tarda mattinata per bivaccare fino a notte
fonda. Sono coloro che hanno svilito il senso e la natura della protesta (e che, purtroppo, sono i più amati dagli studenti).
-gli
altri, che sono effettivamente occupanti (nel senso che occupano il loro
letto e la propria postazione domestica della Play-station) ma a scuola non si
fanno proprio vedere.
Fra tutti mi intristisce la terza categoria: chiusi nel proprio microcosmo e autoreferenziali, seguono il branco perché coincide coi loro interessi, ma non mettono niente di sé, non si sporcano le mani e non potranno dire "io c'ero".
L'adolescente studente occupante è il paradigma della società: chi si impegna a paga personalmente per l'interesse di tutti, chi pensa solo a realizzare i suoi piani camuffandoli come piani comuni, chi pensa solo ai fatti suoi e se ne infischia di tutti gli altri.
Forse è anche per questo che non riesco a guardare con bonaria condiscendenza a queste manifestazioni.
Leggendo, stavo arrivando alle tue stesse conclusioni!
RispondiEliminaNella vita, poi, cambia poco!
Al di là di tutto, comunque, le tue analisi sono sempre favolose!
Bella disamina,realistica e per questo giustamente amara.
RispondiEliminaVorrei aggiungere che una mia amica,insegnante di liceo come te,mi parlò tempo fa del fenomeno dei figli dell'occupazione.Pare che a distanza di nove mesi il mondo si arricchisca di frugoletti frutto di cotanto impegno civile...
Non le ho mai apprezzate neanche io. Mi sembrano spesso solo un modo opre perdere scuola. E le tue considerazioni me lo confermano!.
RispondiEliminaGrazie ed un abbraccio Maria
@ Squitty: Grazie x il complimento! Queste riflessioni sono nate così, guardando con un po' di attenzione quello che avevo sotto gli occhi (e che, grazie a Dio, si è concluso). E' tutto un po' triste, però...
RispondiElimina@ Solsido: Anni fa è successo anche dalle mie parti...Per il resto...sì, tanta amarezza.
@ Maria: Purtroppo per tanti è veramente così. Grazie a te per tutto.